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21 Settembre 2022
13:13

Asia, Pastore Tedesco trafitto da una freccia a Trento. La famiglia: «Abbiamo paura che possa succedere ancora»

Asia, il cane trafitto da una freccia a Trento, si sta lentamente rimettendo, ma i suoi umani hanno paura di riportarla a casa. «Qualcuno vuole ucciderla».

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Verso le 20 di domenica 18 settembre, un Pastore Tedesco di quattro anni di nome Asia, è stata trafitta al torace da una freccia mentre si trovava nel suo giardino a Vela, un quartiere di Trento. Nelle ore successive è stata trasportata dalla sua famiglia alla clinica veterinaria di Mezzolombardo, dove è stata operata a torace aperto e ora attende di rimettersi completamente per poter tornare a casa.

A quattro giorni dall'accaduto, la famiglia di Asia ha deciso di raccontare la propria terribile esperienza a Kodami.

«Bisogna parlare pubblicamente di questa crudeltà. Come si può cercare di uccidere un cane trafiggendolo con una freccia di 25 centimetri sparata da una balestra? – afferma Maurizio Adami, figlio di Renato, il pet mate – Non abbiamo parole per descrivere la tristezza e la paura che stiamo vivendo in questi giorni e, soprattutto, temiamo che possa tornare a succedere».

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Le frecce sparate in direzione di Asia

La famiglia di Asia: «Qualcuno sta cercando di ucciderla, ma non sappiamo il motivo»

Maurizio abita vicino alla casa del padre, Renato, un uomo di 87 anni che vive da solo e domenica pomeriggio si trovava in casa. «Sceso in giardino si è accorto immediatamente che Asia non stava bene, mi ha chiamato spaventato e sono arrivato immediatamente – racconta l'uomo – Ho visto subito il sangue sulle zampe, ma pensavo si fosse tagliata da sola. Solo dopo ci siamo accorti che aveva una freccia conficcata nel petto».

Un gesto terribile e crudele quello che hanno dovuto affrontare e di cui, per ora, non si conosce il responsabile. «Ciò che ci lascia sconvolti è il fatto che non abbiamo mai ricevuto lamentele da parte dei vicini e Asia non aveva l'abitudine di abbaiare o fare rumore. Di notte dormiva al chiuso e non veniva lasciata da sola in giardino – spiega Adami – Ciò nonostante siamo vittime da mesi di questi gesti ed è ormai chiaro che qualcuno sta a tutti gli effetti cercando di ucciderla».

Non è la prima volta, infatti, che una freccia raggiunge il giardino della famiglia Adami. Il primo caso era avvenuto circa cinque mesi fa, ma non aveva spaventato nessuno, perché si era semplicemente conficcata al suolo. La seconda invece, sparata alcune settimane fa, aveva raggiunto la zampa di Asia, conficcandosi leggermente.

«A quel punto avevamo sporto denuncia contro ignoti, ma non pensavamo certo che ci saremmo trovati a dover affrontare ancora una volta una situazione del genere – racconta Adami – Ancora più triste è il fatto che non sembrano esserci testimoni, un fatto piuttosto strano in una frazione urbana come la nostra».

L'operazione e il ritorno a casa: «Paura che possa succedere ancora»

Una volta trasportata alla clinica, Asia è stata operata dal dottor Roberto Guadagnini, a Mezzolombardo, il quale ha spiegato a Kodami le conseguenze dell'accaduto sul corpo del cane. «La freccia si è conficcata quasi totalmente nel punto di entrata dello sterno. Si tratta di una zona estremamente delicata e avrebbe potuto raggiungere direttamente il cuore – ha spiegato il veterinario – Non lo ha colpito direttamente, ma ha tagliato il pericardio provocando un'importante emorragia. Asia è viva per un soffio e non siamo ancora fuori pericolo. A 3 giorni dall'accaduto, però, si è messa nuovamente in piedi. La teniamo monitorata e speriamo di mandarla a casa al più presto».

Mentre Asia si sta lentamente riprendendo, la sua famiglia sta riflettendo su quanto accaduto e su ciò che dovranno affrontare dopo il suo ritorno a casa.

«Ovviamente ci auguriamo di riuscire a risalire all'identità del colpevole ma siamo soprattutto preoccupati per ciò che avverrà nel prossimo futuro – afferma Adami – Mio padre vive da solo e, nell'ultimo anno, ha già dovuto affrontare il lutto della morte di mia madre e dell'altro nostro cane. Ora siamo davvero terrorizzati all'idea di ciò che può accadere quando finalmente tornerà a casa con noi. Qualcuno potrebbe provare nuovamente ad ucciderla, anche se è un cane che non ha mai fatto nulla di male a nessuno».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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