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20 Settembre 2022
18:33

Pastore Tedesco trafitta da una freccia a Trento. «Viva per un soffio, poteva morire sul colpo»

Asia è un Pastore Tedesco di quattro anni. Nella serata di domenica è stata trafitta da una freccia mentre si trovava nel suo giardino.

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A pochi passi dal centro di Trento, nel quartiere di Vela, verso le 20 di domenica 18 settembre, un Pastore Tedesco di quattro anni di nome Asia, è stata trafitta al torace mentre si trovava nel suo giardino. La freccia è stata scoccata da una balestra, ma il responsabile di questo terribile gesto è ancora ignoto. Asia invece, a tre giorni di distanza dall'accaduto, sta lottando per la vita nella clinica veterinaria dove è stata operata e solo ora inizia a dare i primi segni di ripresa.

«Siamo senza parole per ciò che le è stato fatto – commenta a Kodami Roberto Guadagnini, direttore sanitario della clinica veterinaria ZooLife – Bluvet di Mezzolombardo – La freccia è penetrata quasi totalmente sul punto di entrata dello sterno, una zona delicata del corpo che porta direttamente al cuore. Ha tagliato il pericardio, ovvero il sacco che lo protegge, provocando un'emorragia. Asia è viva per un soffio perché, attraverso quella traiettoria, poteva morire sul colpo».

«Asia è in piedi, ma non è ancora fuori pericolo»

Inizialmente i pet mate di Asia non si erano accorti della freccia, poi hanno notato che il cane si stava sentendo male e quindi hanno immediatamente allertato il veterinario.

«Solo durante il trasporto verso la clinica si sono resi conto che sotto al fitto pelo del petto si intravedevano i circa 3 centimetri ancora emersi della freccia. Si tratta di un'arma molto corta, che sicuramente appartiene a una balestra dotata di enorme potenza, non certo a una cerbottana o un arco – spiega Guadagnini – L'esito dell'ecografia toracica ha poi evidenziato un'importante emorragia e quindi siamo intervenuti a torace aperto per rimuovere il corpo estraneo».

Sono passati quasi tre giorni e proprio ora Asia sta cominciando a riprendersi, sebbene sia ancora troppo presto per pensare che il pericolo sia passato: «La prognosi è riservata ma pochi minuti fa, con il supporto dell'infermiera, è riuscita per la prima volta a mettersi in piedi – spiega il veterinario – Non è ancora fuori pericolo, ma al momento non resta che continuare a drenare, monitorare il suo stato di salute e attendere speranzosi».

I 3 attacchi ad Asia: «Non esiste motivo per comprendere un atto di tale vigliaccheria»

I pet mate di Asia si sono presentati alla clinica in stato di shock e, una volta accolti dal veterinario di turno, hanno raccontato l'accaduto, spiegando che non si è trattato di un caso isolato, bensì del terzo evento di questo genere nel giro di 5 mesi. «Prima di domenica avevano già sporto denuncia contro ignoti, perché sapevano già che qualcuno stava lanciando frecce verso il loro giardino», racconta Guadagnini.

Inizialmente la famiglia di Asia non si era preoccupata, perché la prima freccia era stata rinvenuta a terra. Avevano quindi pensato che potesse trattarsi di un errore di qualcuno che abita nel vicinato. Qualche settimana fa, invece, avevano notato una seconda freccia conficcata nella zampa del cane. Anche in quel caso, però, la famiglia era riuscita a rimuoverla autonomamente e si era quindi limitata ad avvisare le autorità di quanto avvenuto.

«Quella di domenica scorsa, invece, ha rischiato davvero di esserle fatale – continua il medico – Sono stati davvero fortunati a riconoscere rapidamente il malessere del cane, perché un'arma così crudele, capace di far scomparire quasi totalmente la freccia, poteva ucciderla senza lasciare alcun segno evidente». A prima vista, infatti, non era facile capire da dove provenisse il sangue. «Asia non ha mai perso coscienza e si limitava a guardarsi intorno spaventata», conclude Guadagnini.

«Fino ad ora non sono emerse ulteriori informazioni riguardo l'autore del gesto. Alcuni hanno detto che il cane abbaiava molto, ma non esiste alcun motivo che permetta di comprendere un atto di tale vigliaccheria – dichiara a Kodami Paola Pisani, volontaria dell'associazione Zampa Trentina che, per prima, ha denunciato l'accaduto attraverso i social, chiedendo ai potenziali testimoni di intervenire e denunciare l'autore del terribile gesto – Chiediamo con forza che venga fatta luce sulla vicenda, individuato il colpevole e punito con severità».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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