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29 Settembre 2022
13:49

Pastore Tedesco trafitta da una freccia torna a casa. La famiglia: «Chiunque sappia qualcosa, ci contatti»

Asia, Pastore Tedesco di 4 anni colpita da una freccia a Trento, è tornata a casa. La famiglia lancia un appello ai possibili testimoni: «Aiutateci a trovare il colpevole».

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Asia, la femmina di Pastore Tedesco trafitta da una freccia nel quartiere Vela di Trento, è tornata a casa dopo un ricovero durato 10 giorni. Ad accoglierla ha trovato Renato Adami, il pet mate, e il figlio Maurizio che racconta a Kodami le emozioni del suo ritorno.

«Sta molto meglio ed è tornata ad essere davvero vivace. Mio padre è felicissimo perché per lui Asia non è un cane qualunque, bensì una compagna di vita dall'enorme valore affettivo, soprattutto dopo la scomparsa di mia madre, avvenuta pochi mesi fa – spiega Maurizio Adami – In questi giorni è sempre insieme a lei e abbiamo costruito uno spazio protetto in giardino, lontano dalla strada, dove difficilmente potrà rimanere ancora vittima di gesti crudeli come quelli a cui abbiamo dovuto assistere negli ultimi mesi».

«Chiunque abbia visto qualcosa, si faccia avanti»

La persona che ha tentato di uccidere Asia non è stata ancora identificata e, secondo Maurizio Adami, il caso non sarà di facile soluzione.

«Faremo il possibile per andare a fondo, purtroppo, però, al momento ho davvero poche speranze – l'uomo rivolge poi un appello a chi frequenta il quartiere – Chiunque abbia visto qualcosa, si faccia avanti e ci aiuti nelle indagini. Sappiamo che le frecce possono arrivare da diverse direzioni, e forse anche direttamente da un'auto, ma la nostra speranza è che qualcuno abbia un indizio».

La famiglia Adami, ora, è in attesa della relazione scritta dal veterinario che la ha operata, in modo da poterla utilizzare nella denuncia che, al più presto, presenteranno ai Carabinieri di Trento. «Oltre al testo, allegheremo anche le frecce, lunghe oltre 20 centimetri, perché dimostrano ulteriormente la crudeltà di chi sta cercando di ucciderla – afferma Adami – Ogni informazione in più sarà utile per incastrare l'autore di questi gesti meschini».

Le frecce, il ricovero e il ritorno a casa

La prima freccia venne scoccata la scorsa primavera, ma colpì il suolo e la famiglia di Asia pensò quindi che si trattasse dell'errore di un ragazzino. «Non avevamo alcun motivo di pensare che quel segnale fosse qualcosa più di una bravata, Asia non aveva mai disturbato nessuno e noi prendevamo tutte le precauzioni affinché ciò non accadesse», spiega l'uomo.

Poco più di un mese fa, però, venne scoccata una seconda freccia, la quale colpì una zampa del cane, ferendola leggermente. Fu in quel momento che Renato si rivolse per la prima volta alla Polizia di Trento denunciando l'accaduto.

Domenica 18 settembre venne infine scoccata la terza freccia, che colpì violentemente Asia penetrando quasi completamente nello sterno, tagliando il pericardio e provocandole un'importante emorragia. «Asia è viva per un soffio perché, attraverso quella traiettoria, poteva anche morire sul colpo», aveva spiegato a Kodami il direttore sanitario della clinica veterinaria ZooLife – Bluvet di Mezzolombardo, Roberto Guadagnini, poco dopo aver operato Asia.

Fortunatamente, però, è sopravvissuta anche a questo terzo terribile attacco e, con il supporto degli infermieri della clinica, è tornata rapidamente camminare e, dopo meno di due settimane, è al fianco del suo pet mate. «Ovviamente abbiamo paura che possa tornare a succedere, perché se qualcuno vuole ucciderla e non ci è ancora riuscito, probabilmente, ci proverà ancora – spiega Adami – L'unica speranza che abbiamo è che il colpevole si spaventi per l'attenzione mediatica che abbiamo avuto in questi giorni».

Al quartiere di Vela, intanto, la comunità si sta stringendo intorno alla famiglia di Asia: «Sono tanti i vicini che ci hanno fatto visita nelle ultime settimane. Alcuni erano addolorati per ciò che siamo costretti a vivere, altri invece sono molto arrabbiati con l'autore di questi terribili gesti – spiega Adami – La reazione della comunità scalda il cuore, ma ci sentiamo comunque molto soli nella sofferenza. Anche per questo vogliamo chiedere a chiunque sappia qualcosa di aiutarci a individuare la persona capace di questi gesti vili compiuti, senza alcun dubbio volontariamente, per uccidere la nostra Asia».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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