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Kodami Call

La storia quasi dimenticata dei cani da slitta

“Non si può capire come il vento gelido ti trafigga e la vitalità dei cani ti salvi”. Usiamo le parole di Brage Nilsen Jæger per raccontare un rapporto di disciplina, sopravvivenza e reciprocità: quello tra l'uomo e i cani da slitta.

21 Gennaio 2023
9:22
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Noi conosciamo Balto, il Siberian Husky alla guida della squadra che trasportava la cura per la terribile epidemia di difterite in Alaska del 1925. Ma cosa sappiamo davvero sui cani da slitta?

Il vero nome dell’eroe era Togo e, come molti altri cani, ha una lunghissima storia a fianco degli esseri umani. I cani sono sempre stati una parte importante della società, lo sappiamo, ma forse questo è ancor più vero nell'Artico che in qualsiasi altra parte del mondo. Uno dei modi più iconici in cui abbiamo lavorato con i cani è proprio la slitta. I primi ritrovamenti di resti di cani e slitte, sono avvenuti a nord della Siberia e sembrano risalire a 33.000 anni fa. Sappiamo che gli antenati dei cani di cui parliamo, erano una specie di lupoide ormai estinta. Però, non è chiaro se il ritrovamento del cane accanto alla slitta sia la prova che venisse già addomesticato per quel compito. Quello che possiamo ipotizzare per ora, grazie ad analisi di sequenziamento genomico di ritrovamenti della Groenlandia, è che l’addestramento a trainare slitte era presente però più di 9.500 anni fa.

Nonostante la lunga storia di convivenza, ci sono idee contrapposte sull'etica di questa pratica. Le prime slitte da cani non sembravano esattamente come le slitte trainate da cani oggi, c’erano carichi minimi da trasportare con quindi meno cani per farlo. Non ci volle molto però perché si riconoscesse il valore e il potere dell'uso dei cani durante l'inverno. Infatti persino alcuni eserciti, come il franco-canadese, hanno effettivamente utilizzato squadre di cani durante le guerre. Erano meno costosi dei cavalli e ugualmente, o persino meglio, attrezzati per gestire i carichi alle temperature gelide. È stato particolarmente attraente anche per gli avventurieri polari, che hanno visto il valore dell'utilizzo di questi animali nelle loro ricerche. Sebbene i cani da slitta siano ancora utilizzati per il trasporto in alcune comunità rurali, il loro ruolo principale ora risiede nelle corse, dette "mushing".

Proprio a causa di questo aspetto più sportivo, si è aperto il dibattito: lo sleddog (sled=slitta + dog=cane) non nasce come uno sport ma come una necessità, un mezzo di trasporto che consisteva in slitte trainate da gruppi di cani per lo più di razza nordica (Siberian Husky, Groelandese, Alaskan Malamute, Samoiedo). Riuscire a fare quello per cui si è stati allevati sembra essere un piacere per questi cani. La loro motivazione è ammirevole ma non si dovrebbe sfruttare lì dove non c’è più necessità ma solo divertimento umano. Diverso è invece per quelle comunità – come gli Inuit, i Sami o altre popolazione dell’Artico – la cui sopravvivenza è fortemente legata ai cani da slitta. In questi casi, le motivazioni dell’appartenenza al branco e alla corsa all’aria aperta senza grossi pesi, convogliano nella relazione e convivenza reciproca.

Alcuni cani sembrano impazzire al sol vedere l’imbragatura. D'altronde, se i cani non fossero ben motivati non ci porterebbero in quelle terre così difficili. Infatti, noi dobbiamo essere coscienti e responsabili anche per loro, non possiamo aspettarci che loro ci portino ovunque senza problemi. Bastano delle spaccature tra le lastre di ghiaccio per ferire gravemente i cani e dobbiamo essere noi previdenti affinché questo non capiti. Per questo motivo c’è bisogno di un grande lavoro relazionale e conoscitivo. Noi umani dobbiamo giocare di anticipo per far sì che la gerarchia tra gli individui del branco si instauri al meglio e che gli individui familiarizzino allegramente e al meglio con la pratica. Si deve costruire una squadra e la fiducia, deve essere la base di ogni rapporto all’interno del gruppo. Questo è l’unico modo per non trovarsi in una situazione davvero spiacevole: senza leader e con i cani che non sanno, nè come, nè perchè devono farlo. Se l’attività è svolta nel rispetto del benessere della nostra e della loro specie, questo legame tra uomo e animale diventa profondo e irrinunciabile.

I cani da slitta restituiscono qualcosa di impagabile, ci comunicano l'importanza degli spazi selvaggi. I nostri stili di vita moderni separano molti di noi dalla vita all'aria aperta e i cani da slitta sono un modo per riconnettersi con la nostra natura e con il mondo naturale.

Sono una ragazza che dopo qualche anno di veterinaria ha scoperto la sua passione: lo studio del comportamento degli animali, incluso l'uomo, in un'ottica comparata. Questa scienza, ancora sconosciuta, si chiama "Etologia" e mi aiuta a non smettere mai di conoscere cose sulla natura, sugli animali, su di noi e sulla nostra storia.
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