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18 Luglio 2022
14:38

Un santuario per donare ai cani non adottabili una vita in libertà: il progetto di Save the Dogs

L'associazione presieduta da Sara Turetta punta a costruire una struttura che si sviluppa su 1.500 metri quadrati a Cernavoda, in Romania, destinata a soli 30 cani per cui la strada dell'adozione non è quella giusta.

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Tiara con una delle educatrici del rifugio Save the Dogs

Un santuario dedicato a tutti quei cani che, per motivi differenti, non possono essere adottati (o non ne hanno bisogno né necessità), ma che hanno il diritto di vivere in condizioni ottimali, in libertà, pur accuditi e monitorati. Il progetto è dell'associazione Save the Dogs di Sara Turetta, ed è stato ribattezzato “Impronte Libere”: l’obiettivo è costruire una struttura a Cernavoda, in Romania, dove l’associazione ha realizzato un rifugio e una clinica, e per realizzarlo è stata lanciata una campagna di raccolta fondi che proseguirà sino al 31 luglio.

«Da tempo ormai ci interroghiamo su come assicurare il più alto grado di benessere a quei cani che, nonostante gli sforzi dei nostri educatori cinofili, non sono adottabili e mai potranno diventarlo – spiega a Kodami Sara Turetta, presidente di Save the Dogs – I motivi sono diversi: i traumi, l’esperienza di vita precedente al loro arrivo al rifugio, la nascita in strada da cani a loro volta interessati al contatto con gli uomini e/o la mancata socializzazione nei primi mesi di vita. Pensiamo anche ai cani che hanno patologie particolari, come per esempio patologie cardiache, che non sono in grado di affrontare lo stress che accompagna il lungo iter di adozione all’estero: in tutti questi casi non è possibile procedere in questo senso, perché non sarebbe ciò che è meglio per loro. Da queste riflessioni è nata l’idea di realizzare un santuario di grandi dimensioni in grado di accogliere questi cani per fargli trascorrere in libertà e nelle migliori condizioni possibili tutta la loro vita».

Come sarà il santuario "Impronte libere"

La struttura misurerà 1.500 metri quadrati e sarà dedicata esclusivamente ai cani che appunto non possono essere adottati e vivranno per sempre nel rifugio. L’area avrà 30 cucce isolate per proteggerli dal caldo e dal freddo e 3 recinti che potranno accogliere un massimo di 10 cani ciascuno. Sarà uno spazio più grande rispetto ai box dove vivono ora, che comunque misurano già tra i 50 e i 70 metri quadrati  e dove potranno correre, giocare e vivere in libertà, restando in sicurezza.

«Da noi arrivano anche cani non adottabili perché gli ingressi in una struttura come la nostra sono determinati anche da abbandoni – spiega ancora Turetta – Capita che ci lascino cani magari legati al cancello, che vengono profilati come non adottabili e che non possiamo fare altro che accogliere, o magari si tratta di animali feriti che non possono sopravvivere in strada. Con tutti gli animali che soccorriamo iniziamo un percorso e lo portiamo il più avanti possibile cercando di arrivare all’adozione, ma per alcuni di loro non è questa la strada giusta. A oggi sono 15 i cani che vorremmo trasferire nel santuario, animali che non possono e non vogliono interagire con l’uomo e non si adatterebbero mai a una vita domestica».

Proprio sul tema dell'abbandono Sara Turetta aveva spiegato alcuni, purtroppo, passaggi che avvengono quando le persone lasciano quello che dovrebbe essere un compagno di vita fuori dai canili, dentro scatole o legati a un palo, nella nostra video inchiesta "Abbandono, il patto tradito".

«Bisogna uscire dalla concezione che per tutti i cani il benessere è legato a un riferimento umano»

L’obiettivo è costruire il santuario Impronte Libere vicino al rifugio Impronte di gioia: «Sarebbe per questi cani non una casa temporanea ma un luogo in cui poter vivere per sempre in libertà, con i loro simili e in condizioni ottimali – prosegue Turetta – Abbiamo già individuato una ventina di cani che nel santuario potrebbero trovare la loro nuova casa. Oltre a quelli salvati in Romania ci sono quelli che lo scorso marzo abbiamo accolto da un’associazione di Odessa, in Ucraina: ci eravamo raccomandati di mandare cani perfettamente adottabili, ma quando sono arrivati da noi ci siamo accorti che due non lo sono e non potranno neppure esserlo a causa dei traumi subiti a causa della guerra».

«Bisogna uscire dalla concezione che per tutti i cani la felicità e il benessere vanno necessariamente di pari passo con una casa e una famiglia – sottolinea la presidente di Save the Dogs – il nostro approccio è orientato a rispettare l'individualità e a garantire le condizioni di vita migliori per loro. Questo significa anche accettare che per alcuni la strada dell’adozione non è percorribile. Realizzare il santuario consentirebbe a questi cani di vivere liberi, in una dimensione a loro consona, ma in totale sicurezza».

È il caso, per esempio, di Tiara: arrivata dall’Ucraina, vive con Seven e Asya  e a causa dei traumi non socializza con le persone, facendosi toccare o visitare con estrema difficoltà. C’è poi Achilles, uno degli ospiti di lunga data del rifugio romeno di Save the Dogs, terrorizzato dalle persone: «Le carezze lo innervosiscono ed è difficile manipolarlo durante le visite mediche – spiega Francesca, uno dei membri del team adozioni internazionali di Save the Dogs – In compenso ama la compagnia degli altri cani, anche se si intristisce quando i suoi compagni di box vengono adottati. Achilles merita di vivere in spazi più ampi, con un gruppo stabile di amici».

Per Tiara, per Achilles e per gli altri cani come loro nascerà il santuario Impronte Libere: per riuscirsi Save the Dogs ha bisogno di un finanziamento da 50.000 euro, e il mese di luglio è fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo, perché sino al 31 luglio tutte le donazioni sino ai 25.000 euro verranno raddoppiate da una fondazione che collabora con l’associazione. Tutte le informazioni su come contribuire sono disponibili sul sito di Save the Dogs.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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