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15 Marzo 2024
12:12

Un nuovo studio dice che i cani fanno bene alla nostra salute. Ma quanto fa bene a loro la “pet therapy”?

Un nuovo studio ha utilizzato tecniche innovative per comprendere quali aree del cervello umano vengono stimolate dal contatto e dal condividere determinate attività con un cane. Ma ancora servono approfondimenti sull'altra specie coinvolta, per conoscerne i benefici e comprendere quanto sia importante la reciprocità.

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Un nuovo studio, pubblicato su Plos one e a cura di un team di ricercatori sud coreano, afferma che svolgere attività e stare in contatto diretto con i cani stimola risposte psicofisiologiche che portano a un enorme benessere nella nostra specie. Non è una novità ma questa volta sono state utilizzate tecniche innovative per comprendere quali aree del cervello umano vengono stimolate e così verificare quali sono le emozioni positive che scaturiscono dal contatto e dal condividere determinate attività con un cane.

I ricercatori sottolineano infatti da subito che «diversi studi hanno riportato i benefici fisiologici ed emotivi delle interazioni con gli animali, in particolare con i cani. L’interazione con i cani aumenta le concentrazioni di ossitocina, diminuisce i livelli di cortisolo e riduce il rischio di malattie cardiovascolari. L’interazione con gli animali riduce anche la reattività allo stress, l’ansia e il disagio comportamentale ed è considerata un trattamento efficace per i disturbi mentali e comportamentali. Grazie a questi benefici per la salute, gli Interventi Assistiti con Animali (AAI) vengono sempre più utilizzati in diversi campi».

In questo studio sono stati coinvolti 30 adulti che hanno eseguito otto diverse attività con un cane della durata ciascuna di tre minuti. Interazioni tra umano e cane che includevano incontrarsi, giocare, nutrire, massaggiare, fotografare, abbracciare e camminare. «Durante le attività sono state misurate le onde cerebrali nei lobi prefrontale, frontale, parietale e occipitale – chiariscono gli esperti  – La valutazione soggettiva delle emozioni è stata registrata dopo ogni attività».

Giocare con un cane ha influenzato positivamente sia il rilassamento che la concentrazione. Attività come nutrire, massaggiare e abbracciare il cane hanno apportato un effetto positivo sull’umore dei partecipanti che si sentivano a proprio agio anche mentre camminavano e si rilassavano mentre lo massaggiavano. «Le persone hanno mostrato stati d’animo di stress significativamente più bassi in tutte le attività – scrivono i ricercatori – Questo studio ha dimostrato che interazioni specifiche del cane attivano uno stato di relax, stabilità emotiva, attenzione, concentrazione e creatività facilitando una maggiore attività cerebrale. Inoltre, le interazioni con i cani potrebbero ridurre lo stress e indurre risposte emotive positive».

La definizione "AAI", come è chiarito sempre all'interno dello studio «è stata data dall’Associazione Internazionale delle Organizzazioni di Interazione Uomo-Animale ed è un “intervento strutturato e orientato agli obiettivi che include o incorpora intenzionalmente gli animali nella sanità, nell’istruzione e nei servizi umani (ad esempio, nel lavoro sociale) allo scopo di vantaggi terapeutici negli esseri umani”. Comprende la terapia assistita dagli animali (TAA) fornita da professionisti della sanità, dell'istruzione o dei servizi umani; educazione assistita dagli animali (AAE) svolta da professionisti dei servizi educativi e affini; e attività assistita da animali (AAA), che prevede interazioni informali e visite da parte del team uomo-animale per scopi motivazionali, educativi e ricreativi».

Tutte le info sulla cosiddetta, ancora, "pet therapy" su Kodami le ha approfondite Laura Arena, la veterinaria esperta di benessere animale e membro del nostro comitato scientifico, chiarendo anche che «oggi, chi vive con un animale è testimone dei numerosi benefici che questa convivenza genera. Tali benefici vanno ben oltre la “semplice” compagnia che la presenza degli animali fornisce, ma corrispondono a degli evidenti miglioramenti nello stato di salute psichico e fisico delle persone. Numerosi studi scientifici sono stati in grado di rilevare delle differenze sostanziali tra persone che vivono, ad esempio, con un cane rispetto a chi vive senza un cane. Tra questi possiamo brevemente citare: un aumento della sopravvivenza dopo un infarto, una minore incidenza dell’obesità, una minore necessità di ricorrere a visite mediche in persone anziane».

A fronte di un sempre più provato scientificamente beneficio per le persone, però, bisogna continuare a studiare e a interrogarsi sul benessere dei cani coinvolti. In un altro studio che avevamo analizzato su Kodami, pubblicato su Frontiers nel giugno del 2022, in cui invece si sottolineava la difficoltà di riuscire davvero a stabilire quali e se ci fossero effetti positivi sulla salute umana, mettevamo proprio in evidenza che un'ulteriore questione spesso legata agli IAA è il possibile stress che l'animale può provare. Sono pochi gli studi che ad oggi valutano questo aspetto e ci si augura che si investa anche su questo sempre di più.

Ritornando allo studio sud coreano, infatti, è interessante notare come viene descritto il cane che ha preso parte alle sessioni: «Ha partecipato una femmina di Barboncino standard di quattro anni. Il cane era pronto per questo tipo di lavoro, aveva una personalità compatibile ed era completamente addestrato all'obbedienza di base, alle "buone maniere", all'aggressività e alla socievolezza, come verificato attraverso la sua precedente partecipazione a numerose esposizioni canine. Il cane è stato registrato presso il Kennel Club coreano (PS-B80005) e qualificato come cane AAA dopo aver superato la valutazione di certificazione del Kennel Club coreano. Il cane è stato vaccinato e gli esami veterinari sono stati eseguiti regolarmente durante i controlli sanitari. È stata gestita attentamente per garantire che non ci fossero malattie o parassiti e non le fosse stata data carne cruda o altre proteine ​​grezze non trasformate. È stata lavata e curata periodicamente prima e durante il periodo di studio. Un conduttore professionista era pronto a controllare e proteggere il cane».

In questa prima parte della descrizione emerge una valutazione del cane in cui viene in qualche modo giustificata la sua "indole docile" anche per la partecipazione alle mostre di esposizione, luoghi in cui appunto il training passa attraverso metodi legati all'obbedienza più che incentrati sulla relazione con il cane e sul suo reale apprezzamento nello stare in contesti non piacevoli per un animale e finalizzati all'uso del soggetto per scopi, appunto, prettamente utilitaristici dal punto di vista solo umano.

I ricercatori, però, hanno aggiunto un chiarimento importante: «Dopo aver consultato il conduttore professionista, per evitare di sovraccaricare il cane, è stato ritenuto appropriato un programma di circa tre volte al giorno, considerando la quantità media di esercizio quotidiano del cane e le sue condizioni di salute. Di conseguenza, la sessione è stata limitata a un massimo di tre volte al giorno con un tempo di attività di circa 60 minuti per sessione. Questo studio non includeva alcun intervento invasivo o trattamento farmacologico per il cane e, pertanto, non richiedeva l'approvazione da parte del Comitato istituzionale per la cura e l'uso degli animali, Corea del Sud. Tutte le sessioni sono state condotte secondo le linee guida dell'Associazione internazionale per le organizzazioni di interazione uomo-animale».

In Italia, infine, manca ancora un impianto normativo omogeneo che regolamenti il settore dei cani d’assistenza: quello degli Interventi assistiti con animali (Iaa) è un mondo molto più frammentato di quanto si pensi. Pur esistendo delle linee guida nazionali, infatti, danno solo un tracciato alle singole Regioni che possono decidere se e come recepirle nella propria normativa.

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