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18 Maggio 2022
12:07

Trovato il fossile di “mamma” ittiosauro incinta da 139 milioni di anni

Il fossile completo di un ittiosauro è stato trovato in Patagonia ai piedi di un ghiacciaio. Si chiama Fiona, come la protagonista di Shrek, risale a 139 milioni di anni fa e porta in grembo diversi embrioni.

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Ai piedi di un ghiacciaio in scioglimento della Patagonia meridionale è stato recuperato il fossile completo di una femmina di ittiosauro incinta lunga 4 metri. In grembo sono conservati anche diversi embrioni, aspetto che rende ancor più eccezionale questo fossile. Il rettile marino nuotava nei mari del Cretacico in un periodo compreso tra i 129 e i 139 milioni di anni fa. Mamma ittiosauro è stata ribattezzata Fiona in onore della principessa protagonista di Shrek, poiché l'ossido di ferro che ricopre il fossile la fa apparire verde come l'orco.

Scoperta in realtà già nel 2009 in una zona estremamente impervia e difficile da raggiungere, è stata recuperata soltanto ora grazie a una rocambolesca spedizione durata ben 10 ore e condotta tra puma e condizioni meteo avverse da un gruppo internazionale di ricerca guidato dall'Università di Magallanes in Cile.

Il sito si trova nell'area del ghiacciaio Tyndall, all'interno del Parco Nazionale Torres del Paine, e via terra può essere raggiunto solo a piedi oppure a cavallo. La spedizione paleontologica è durata ben 31 giorni e ha permesso di trovare i resti di altri 23 esemplari di ittiosauro e ha coinvolto persino un elicottero, l'unico mezzo in grado di trasportare i resti di Fiona.

Gli ittiosauri erano grossi rettili marini molto simili per aspetto ai pesci e ai delfini. Hanno dominato gli oceani mesozoici tra i 250 e i 90 milioni di anni fa e sebbene abbiano vissuto in nella stessa epoca dei grandi dinosauri estinti, non appartengono allo stesso gruppo, ma bensì a un ramo separato di antichi rettili.

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Gli ittiosauri, dal greco "lucertole pesce", erano rettili marini estremamente simili ai moderni delfini. Illustrazione da Wikimedia Commons

Si sono evoluti a partire da antenati terrestri durante il periodo Triassico, oltre 246 milioni di anni fa, seguendo un percorso simile a quello compiuto dai moderni cetacei. Questo fenomeno è chiamato convergenza evolutiva perché, visto che sono stati sottoposti alle le stesse pressioni ambientali di pesci e cetacei, l'evoluzione li ha portati a sviluppare (a convergere) verso caratteri funzionali alla vita in mare quasi identici a quelli dei delfini o pesci.

Possedevano infatti un muso allungato, proprio come il rostro di un delfino, una pinna dorsale e una causale, e tutti i quattro arti erano trasformati in pinne perfettamente adatte al nuoto. Gli esemplari come Fiona, morta e fossilizzata durante la gravidanza, sono particolarmente importanti per i paleontologi perché offrono la possibilità di studiare aspetti dello sviluppo e del ciclo riproduttivo di questi animali estinti estremamente difficili da capire dai fossili.

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L’elicottero si prepara a sollevare Fiona. Foto di Alejandra Zúñiga

Gli scienziati sperano ora di riaccendere l'interesse e l'entusiasmo nei confronti della paleontologia sudamericana, che è stata spesso trascurata rispetto ai siti nordamericani, russi, cinesi ed europei più noti. Di recente, infatti, molti altri fossili o resti di ittiosauri sono scoperti dai paleontologi, come il più antico conosciuto alla scienza, l'enorme dente proveniente dalle Alpi svizzere e il gigantesco "drago marino" rinvenuto invece nel Regno Unito.

Studiando Fiona e gli altri numerosi ittiosauri, gli scienziati confidano inoltre di poter approfondire anche aspetti legati al ruolo ecologico, alla dieta e all'evoluzione di questi antichi rettili rispetto ai loro cugini rinvenuti nel resto del mondo. Il fossile sarà ora preparato nel laboratorio di paleontologia del Museo di Storia Naturale del Río Seco a Punta Arenas, dove sarà conservato ed esposto presto in mostra per essere ammirato da tutti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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