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8 Aprile 2022
10:00

Tredici lupi avvistati insieme nel Parco Nazionale, Il fotografo che li ha immortalati: «Una famiglia composta da diverse generazioni»

La sera del 2 aprile, durante una bufera di neve di inizio primavera, lo zoologo Paolo Forconi è riuscito a filmare una famiglia di ben 13 esemplari di lupo all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, raccontandoci la sua esperienza.

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Avvistati in Abruzzo 13 lupi tutti insieme, una grande famiglia che è stata osservata e filmata all'interno del territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise da Paolo Forconi, zoologo e libero professionista che collabora con lo Studio Faunistico Chiros. Le immagini mostrano gli animali avanzare in fila ordinata e aspettare i compagni durante una fitta bufera di neve.

Uno spettacolo decisamente mozzafiato e non facile da osservare nel nostro paese, come conferma lo stesso Paolo Forconi: «Durante il mio lavoro osservo lupi quasi ogni giorno, ma una famiglia così numerosa è molto rara. In media i branchi dell'Appennino vanno dai 4 agli 8 individui».

L'avvistamento dei giorni scorsi è un'ulteriore riprova della buona salute delle popolazioni di lupo italico (Canis lupus italicus), in costante aumento dagli anni 70 quando rischiò l'estinzione in tutta la penisola. Complice di questa rinascita, il corrispettivo aumento delle prede naturali, come cinghiali e cervidi. «Per avere dati attendibili aspettiamo i risultati del censimento nazionale ISPRA. Ora però dovremmo indagare sulla genetica delle popolazioni più che sul semplice numero degli individui, per cercare di arginare il fenomeno dell'ibridazione».

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Un lupo italico fotografato da Paolo Forconi

Forconi racconta così la sua esperienza: «Sabato 2 aprile, erano le diciannove e quaranta circa di sera, stava nevicando e c'era una bufera di neve. Io li ho visti dalla strada, erano a trecento metri di distanza e non si sono accorti di niente: erano tranquillissimi, sono usciti dal bosco ed hanno poi attraversato la strada andando sul versante della montagna». Lo zoologo ha potuto ammirare il branco per un intenso quarto d'ora, prima che calasse il buio ed aumentasse la bufera. «Meglio non specificare il luogo preciso dell'avvistamento, per evitare che le persone vengano a curiosare disturbandoli. Diciamo che mi trovavo nel cuore del Parco».

Attenzione però a non ricadere nelle solite "bufale" che circolano in rete riguardo l'organizzazione del branco, come quella del gruppo canadese di 25 lupi già smentita da Kodami in passato. Un classico branco di lupi è solitamente composto da una coppia monogama e le loro cucciolate degli anni precedenti. «Non appena diventeranno adulti, i loro figli si allontaneranno dal branco materno per cercare un loro territorio».

Come sta cambiando il Parco

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Crediti: Paolo Forconi

Ma come sta cambiando il Parco agli occhi di chi lo vive ogni giorno? «Negli ultimi anni è facile osservare i grifoni (Gyps fulvus) che scendono dal Sirente Velino dove sono stati reintrodotti, alla ricerca di carcasse soprattutto d'estate nelle giornate ventose, e spesso si fermano a riposare da noi. Purtroppo le politiche recenti del parco prevedono la rimozione delle carcasse domestiche in natura (per motivi sanitari) e ciò comporta una diminuzione di risorse per rapaci, orsi e lupi».

Ma secondo l'esperto l'ultimo anno ha visto anche una minor produzione di faggiole, i frutti del faggio, ed uno sfalsamento delle fruttificazioni di mele e pere «I frutti hanno maturato con un mese di ritardo, per cui gli animali non avendo cibo a sufficienza si sono avvicinati ai centri abitati».

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Un giovane orso marsicano. Crediti: Paolo Forconi

La convivenza pacifica tra fauna selvatica ed umani è uno degli obiettivi di Paolo Forconi, che nel suo lavoro ha immortalato anche un altro ospite illustre del PNALM, l'orso marsicano Juan Carrito: «Fino all'anno scorso l'orsa più famosa era Amarena, la mamma di Juan Carrito. Ora suo figlio le ha decisamente preso la scena. Questo povero orso è stato etichettato come "scalmanato", addirittura da "TSO", attribuendo la sua confidenza con l'essere umano proprio agli "insegnamenti" della madre. Invece è importante mettere in luce il grosso problema della gestione dei rifiuti nel parco». Secondo l'esperto, e come in passato aveva sottolineato su Kodami l'Ente Parco, l'utilizzo di dissuasori o trasferimenti  sono tutti metodi poco efficaci e per risolvere il problema della frequentazione dei centri abitati da parte degli orsi, sarebbe necessario seguire le indicazioni del PATOM.

Infatti «nel Piano d'Azione per la tutela dell'Orso marsicano (PATOM) è scritto chiaramente: bisogna installare i cassonetti antiorso in tutti i comuni interessati – evidenza Forconi –  Fortuna che Juan Carrito è un orso tranquillissimo (come tutti gli orsi marsicani) e non attaccherà mai nessuno».

(Foto in copertina: Paolo Forconi)

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