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21 Febbraio 2022
12:36

Setter ucciso dai lupi in Trentino, la ricostruzione: «I cani erano liberi, i lupi sono rimasti a distanza»

Martino Raineri, pet mate del setter ucciso da un branco di lupi nel comune di Folgaria, ha riferito che i cani correvano liberi, senza guinzaglio, e che uno dei due si è allontanato andando incontro al branco. Che non ha manifestato aggressività verso di lui quando è arrivato sul posto, ma si è tenuto a distanza.

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Lupi Trentino

Emergono nuovi dettagli sull’uccisione di un Setter da parte di un branco di lupi avvenuta a Folgaria lo scorso 15 gennaio. Le parole di Martino Raineri, pet mate del Setter morto, fanno emergere infatti uno scenario diverso da quello dipinto dalla Provincia Autonoma di Trento e da chi ha voluto strumentalizzare la vicenda spingendo per la gestione della situazione tramite l’abbattimento.

Secondo quanto riportato da Il Dolomiti, Raineri è stato il primo a voler fare chiarezza su quanto accaduto, sottolineando che in attesa dei soccorsi i lupi hanno sempre mantenuto una distanza di circa 50-60 metri «senza manifestare segnali di aggressione nei miei confronti o del mio cane», in riferimento all’altro Setter che lo accompagnava nella passeggiata. E soprattutto, Raineri ha confermato che i due cani prima dell’attacco dei lupi stavano correndo liberi, senza guinzaglio, con il solo radiocollare gps.

Una situazione che aveva ipotizzato e sottolineato anche Ivana Sandri, esperta in etologia e benessere animale e presidentessa della sezione trentina dell'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali). qui su Kodami: «Quando l'uomo ha raggiunto il corpo senza vita del suo cane, nonostante l'eccitazione data dalla predazione, i lupi si sono mantenuti a grande distanza, dimostrando ancora una volta che si tratta di una specie elusiva che ha paura degli esseri umani».

La ricostruzione dell'aggressione al Setter

Un passo indietro: tutto è accaduto il pomeriggio del 15 gennaio scorso nell'area tra Forte Cherle e Malga Seconde poste, dove Raineri, originario di Folgaria, era andato a passeggiare insieme con i suoi due Setter. Durante l’escursione uno dei due cani si è allontanato e ha incrociato la strada di un branco composto da 7 lupi, avendo la peggio. Il comunicato ufficiale diffuso dalla Provincia Autonoma di Trento non ha chiarito l’esatta dinamica dell’accaduto, limitandosi a sottolineare, senza avere in mano ricostruzioni ufficiali e certificate, che «in Trentino è la prima volta che viene accertata un'aggressione di questo tipo» e che «la gestione della presenza dei lupi sul nostro territorio va affrontata anche ricorrendo all’abbattimento a garanzia, prima di tutto, della sicurezza».

La linea del presidente Massimo Fugatti e dell’assessora all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli è insomma sempre la stessa, comune anche alla questione orsi: poter adottare le proprie linee guida per la gestione in autonomia della situazione, ricorrendo anche (in primis, apparentemente) all’abbattimento. Eppure il racconto messo a verbale di Raineri non restituisce l’immagine di un’aggressione improvvisa nei pressi di un centro urbano a cani tenuti al guinzaglio e sotto il controllo dell’umano, ma quella che pare essere una reazione del branco di lupi a un’invasione di territorio da parte di un cane da caccia libero, a 1.400 metri di altitudine.

«I cani correvano liberi nel pascolo della malga Il Poste»

«Dopo circa 15 minuti che correvano liberi nel pascolo della malga II Poste quello più giovane, incuriosito da qualcosa si è indirizzato di corsa nel bosco che delimita la malga verso la Val Longa, mentre l'altro tornava verso di me», ha raccontato Raineri nel verbale in possesso di Il Dolomiti. A quel punto, vedendo che il segnale del collare gps restava fermo in un punto, l’uomo è andato a cercare il cane: prima ha trovato il collare, poi addentrandosi nel bosco ha trovato il Setter ormai senza vita «con evidenti segni di aggressione e predazione». Inizialmente non ha pensato ai lupi, ma dopo qualche minuto, una volta contattati alcuni amici per il recupero dell’animale, si è accorto di essere «osservato da 7 lupi che, per circa 30 minuti sono rimasti lì a guardarmi».

Raineri ha confermato la grande paura provata nel vedersi di fronte il branco, ma ha anche tenuto a sottolineare di non aver mai visto i lupi provare ad avvicinarsi o manifestare segnali di aggressione verso di lui o verso l’altro cane. L’uomo ha chiamato i vigili del fuoco tenendosi a distanza, e poco prima che i soccorritori lo raggiungessero, quando nel bosco hanno iniziato a risuonare le grida, i lupi si sono subito allontanati, con l’unica eccezione di un esemplare che è rimasto qualche minuto a guardarlo prima di raggiungere gli altri.

La "linea armata" della Provincia di Trento tra fake news e scarsa informazione

La ricostruzione del diretto interessato, insomma, smentisce quella tratteggiata dalla Provincia nei mesi passati: non una situazione fuori controllo né un’aggressione immotivata o “sanguinaria”, ma un tragico avvenimento che può accadere se un cane, soprattutto uno da caccia (con una spiccata motivazione esplorativa, perlustrata e predatoria) viene lasciato libero in un territorio che è notoriamente habitat naturale di altri predatori.

Resta il fatto che nelle ultime settimane il tema della presenza del lupo in Trentino è stato più volte affrontato dalla politica locale e in modo spesso fuorviante per via di alcuni avvistamenti e investimenti avvenuti nelle strade della zona di Rovereto e, in seguito, anche a causa di una fake news condivisa sui social dal consigliere provinciale Claudio Cia, ovvero un video in cui apparivano 10 lupi nei pressi del lago di Cei, poco a Ovest di Trento. Il video, in realtà, era stato girato al confine tra la Bielorussia e la Lituania.

Per il presidente della Provincia Autonoma Maurizio Fugatti la presenza del lupo in Trentino rappresenta un vero e proprio problema di ordine e sicurezza pubblica, ed è per questo che poco prima di Natale aveva anche chiesto al Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani di accelerare le pratiche che permetteranno alla Provincia di attuare le linee guida di gestione del lupo in maniera autonoma. Un approccio simile è stato adottato con la gestione dell'orso: in risposta a un'interrogazione, l'assessora Zanotelli ha chiamato in causa l'Ispra annunciando che sarà molto improbabile che altri orsi protagonisti di incidenti con esseri umani saranno catturati e trasferiti al centro di Casteller, ma verranno piuttosto abbattuti.

Le associazioni animaliste hanno ovviamente già risposto mettendosi sulle barricate, obiettivo tutelare questi grandi predatori che hanno come unica colpa ripopolare zone in cui gli insediamenti umani, e la loro influenza, si stanno allargando a vista d'occhio: «Purtroppo in Trentino i grandi carnivori vengono utilizzati per dare vita a nemici comuni. Grazie a questo stile comunicativo, si fomenta la paura, nonostante negli ultimi 150 anni non si abbia notizia di aggressioni ai danni degli esseri umani – aveva sottolineato nell’immediatezza del fatto Ivana Sandri, esperta in etologia e benessere animale e presidentessa della sezione trentina dell'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) – – I settori della pastorizia e dell'allevamento vivono al momento una forte crisi che potrebbe spingere ad avere il dente avvelenato con le istituzioni. Fomentando l'odio verso lupi e orsi, la Provincia di Trento crea invece un diversivo e distoglie l'attenzione dalle difficoltà del settore».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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