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20 Gennaio 2022
9:25

Selvaggia Lucarelli e il nuovo gatto Bruno: «Adottate animali adulti! E magari un po’ sfigati»

Selvaggia Lucarelli e il suo compagno hanno adottato un altro gattino, di sei mesi, questo volta nero e di nome Bruno, o meglio Coraggio, come è stato ribattezzato. La storia di come il micio sia arrivato in casa della giudice di Ballando con le Stelle, la racconta proprio lei sul suo account social.

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L’avevamo lasciata alle prese con una difficile convivenza casalinga tra il cucciolo di gatto appena adottato, Evangelion, e il già presente cane Godzilla. Dal nuovo post di Selvaggia Lucarelli, e dai precedenti era già emersa sempre di più l'evoluzione di una convivenza sana e rispettosa tra tutti i membri e ora la giornalista e il suo compagno hanno adottato un altro gattino, di sei mesi. E' un micio nero e si chiama Bruno, o meglio "Coraggio", come è stato ribattezzato.

La storia di come il gatto sia arrivato in casa della giudice di Ballando con le Stelle la racconta proprio lei sul suo account social: «Ho un cane, Godzilla, un Cavalier king comprato in negozio da un truffatore anni fa e un gatto, Evangelion. Due scelte abbastanza facili, tutto sommato. Dunque, mi sentivo in debito con tutti gli animali che non si comprano o che non sono cuccioli. Che magari sono pure preceduti anche da qualche pregiudizio. E allora mi sono detta: un gatto nero! Adulto. Magari non proprio bellissimo. Di quei gatti parcheggiati da qualche parte in attesa di qualcuno che non gli preferirà un gatto più instagrammabile. Ho chiesto a una piccola associazione di Luino che seguo sui social se avesse un gatto in stallo, che nessuno si litiga. «C’è Bruno!», mi ha detto una dolce ragazza che lavora per ZampaOdv».

La storia del micio è una di quelle storie che, chi si occupa di animali, vorrebbe tanto evitare di sentire ma che invece purtroppo conosce alla perfezione perché ne è alle prese ogni giorno. È una storia di responsabilità mancate e di assenza di linee guida corrette per evitare che la riproduzione incontrollata si trasformi in abbandoni.

Bruno, infatti, come spiega Lucarelli, «è nato ad Agra, un piccolissimo comune in provincia di Varese. Lì tempo fa un vecchietto ha iniziato a dare da mangiare a dei gatti, i gatti sono diventati tanti, si sono riprodotti in maniera incontrollata. Il vecchietto ora non sta tanto bene, per cui le persone hanno iniziato comprensibilmente a lamentarsi per la situazione, la sporcizia. Il sindaco ha chiesto aiuto a un’associazione per sterilizzare i gatti e alla fine, grazie ad uno sgombro usato come esca, Bruno si è infilato in una gabbia ed è stato “catturato” per poi essere rimesso eventualmente in libertà». Del micio se ne è occupata Giorgia, una volontaria che l’ha tenuto e l’ha curato, in attesa che qualcuno lo prendesse. Ed ecco entrare in scena la famiglia Lucarelli.

Bruno-Coraggio nelle categorie del gatti neri appartiene a quelli considerati "bruttarelli" secondo la giornalista: «Somiglia di più a un pipistrello della frutta che a una pantera» dice. Ma non solo, perché Bruno è anche «di taglia molto piccola, leggermente spelacchiato intorno agli occhi, con una coda corta e sottile da pantegana e una macchiolina bianca sotto la pancia che gli impedisce pure di fregiarsi del titolo “gatto nero doc”» aggiunge ironicamente.

Tra l’altro ha pure la forfora e un’altra caratteristica inconfondibile «i dentini inferiori all’infuori, storti, i quali gli regalano una specie di simpatico grugno perenne che lo umanizza pure un po’, rendendo il suo muso vagamente inquietante. Sembra sempre di accarezzare una gif».

Ma tutto questo, però, ha poco importanza davanti a quel muso che chiede accoglienza. E, infatti, Lucarelli e il figlio Leon sono andati a prenderselo e «in una domenica di sole abbiamo adottato Bruno». Che, adesso, a casa, però ha paura. Ha pur sempre vissuto in mezzo a una strada e quindi per ora, se ne sta in camera della coppia o in quella di Leon, «mentre i due killer (Godzilla e Evangelion ndr)» conclude l’opinionista «stazionano davanti alle porte insolitamente complici nel proposito omicida».

Adottare e non comprare

Lucarelli con la sua scelta ha contribuito a lanciare un messaggio importante sull'adottare e non comprare e in più sulla possibilità di scegliere non in base all'estetica. E, sebbene negli ultimi anni siano sempre di più le persone che fanno questa scelta, purtroppo ancora sono ancora troppo poche.

La situazione delle strutture italiane che accolgono gli animali abbandonati è critica, per via del sovraffollamento. E il numero degli abbandoni supera di gran lunga il numero delle adozioni, costringendo migliaia di animali a vivere da anni senza una famiglia, per colpa anche di convinzioni e pregiudizi errati, come quella di preferire un cucciolo ad un adulto.

La giornalista adottando il gatto Bruno-Coraggio ha dato un buon esempio: abbandonato e adulto e per giunta non bello secondo gli standard tipicamente umani: tre caratteristiche che, tipicamente, fanno restare l'animale senza una famiglia. Questa volta, l'opinionista ha fatto una scelta che, mostra una sua nuova consapevolezza e l'attenzione maggiore nei confronti della causa animale, come peraltro precisa lei stessa.

Attenzione da parte della Lucarelli che viene mostrata spesso in questi ultimi tempi. È proprio di ieri un video condiviso in una stories che mostra un ragazzo che si diverte a spaventare il proprio gatto accoccolato su una sedia, sparandogli per finta, oltretutto postando con grande fierezza sul suo account quello stupido e insensato “scherzo”, del quale c'è davvero poco di cui andare fieri.

Lui, però, non la pensa così e, non pago, dopo aver ricevuto insulti e condanne per quel gesto ritenuto, da moltissimi utenti compresa la Lucarelli, un vero e proprio maltrattamento, si vanta ulteriormente che da domani partirà con le querele nei loro confronti.

Diciamo che, più degli insulti e delle minacce di morte che dice di aver ricevuto e di cui sarebbe sempre meglio fare a meno, al ragazzo servirebbe decisamente di più: qualcuno che lo accompagnasse in un percorso di conoscenza del significato di sana relazione con un animale domestico, che gli spiegasse che l'animale ha necessità e bisogni che è importante soddisfare. E servirebbe anche fargli sapere che non sempre è necessario averne uno.

Come sempre Kodami non ripubblica né linka al video del ragazzo: su questo sito non si fa da eco a immagini che ledono la dignità di un essere vivente.

Uno o due gatti? Come adottare responsabilmente

Prima di decidere se adottare un nuovo gatto è necessario assicurarsi di esser pronti a introdurre un secondo individuo nella famiglia sapendo che si dovranno cambiare le proprie abitudini. Bisogna anche chiedersi se si è pronti a prendersi cura di più di un animale, anche economicamente. Le spese infatti, raddoppieranno e bisognerà essere certi di poterle sostenere.

Una volta sistemata la parta più pratica, ci sono altre domande importanti da porsi prima di decidere se adottare visto che i luoghi comuni errati sui felini domestici, come quello che sia più semplice la gestione, che il gatto abbia meno esigenze, e via dicendo, sono davvero moltissimi. Non è cosa molto risaputa, ma negli ultimi anni, così come per i cani, esistono i “Consulenti di relazione felina” che sono dei professionisti, che non solo si occupano del comportamento del gatto, ma fanno anche consulenze per “preparare” all’arrivo di un gatto in casa.

Tra i luoghi comuni di cui parlavamo, c’è anche quello secondo cui uno o due non faccia differenza. Attenzione perché la differenza c’è. Intanto a livello pratico: infatti, si dovranno tenere due lettiere, per esempio e, per farli mangiare, due ciotole. Infatti, il detto popolare “dove mangiano due, mangiano tre” non sempre funziona coi mici, animali molto sensibili al loro territorio. Che per lo stesso motivo, non è detto che accettino di buon grado il nuovo arrivo.

Quindi il messaggio è: adottare sì, ma sempre consapevolmente e mai a spese dei gatti già in casa: meglio farsi aiutare da un professionista e non affidarsi, invece, all’esperienza di amici e parenti.

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Simona Sirianni
Giornalista
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