C’erano un leone bianco, una tigre del Bengala, due puma, una volpe grigia sudamericana e qualche rapace: animali che avrebbero dovuto essere liberi in natura e che, invece, sono stati scoperti in un ranch a Huixquilucan, a ovest di Città del Messico, in un raid delle autorità del Paese contro il traffico illegale di specie esotiche.
Nella proprietà c'erano un totale di 47 animali vivi, alcuni dei quali erano tenuti in gabbie. Ma sono stati sequestrati anche sette animali morti che erano stati impagliati. Ora la proprietà è stata messa in sicurezza fino a quando non sarà determinato il destino degli animali e otto persone sono state arrestate.
Niente di nuovo per il Messico in cui il traffico di animali è un affare estremamente redditizio per le bande criminali. E, infatti, pur non essendo sempre illegale detenere una specie esotica in casa, molti di quelli sequestrati dalle autorità negli ultimi anni sono stati trovati senza i documenti necessari.
Secondo le autorità messicane, il commercio illecito di flora e fauna è attualmente la quarta più grande impresa illegale del paese, dopo il traffico di droga, persone e armi. I narcos stanno sviluppando sempre di più questa attività e, come raccontano quasi ogni giorno i quotidiani locali, la graduale espansione da fenomeno si è fatta ormai sistema.
Un rapporto del centro ricerche Brookings Institution che fa il punto sulla situazione spiega come i cartelli utilizzino i traffici per diverse finalità, tra le quali di grande rilievo c'è lo scambio fra animali esotici richiesti dal mercato cinese con sostanze chimiche utili per sviluppare metanfetamine e altre droghe.
Ed è proprio lo stretto rapporto con la Cina a preoccupare: il traffico di animali selvatici dal Messico verso il Paese del Dragone riceve poca attenzione internazionale, ma è in crescita e minaccia sempre più la biodiversità del paese.
Tra le specie maggiormente cacciate di frodo ci sono rettili, cetrioli di mare, squali e in misura sempre crescente, giaguari i cui corpi vengono trovati sempre più spesso privi di zampe, denti e varie parti del corpo.
Il governo cinese generalmente nega la responsabilità del bracconaggio e del traffico di animali selvatici dal Messico, insistendo sul fatto che questi sono problemi che devono essere risolti dal governo interno.
La cooperazione è, infatti, minima e sporadica tanto che il governo cinese non è mai stato interessato a formalizzare la cooperazione Cina-Messico o Cina-Messico-USA contro il traffico di specie selvatiche, preferendo una cooperazione informale caso per caso.