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21 Marzo 2022
14:55

Sandra Milo ha adottato il Levriero Jim, salvato dalle corse di cani

Si chiama Jim il Greyhound adottato dall'attrice Sandra Milo e salvato dalle corse commerciali in Irlanda grazie all'associazione Pet Levrieri. La presidente Stefania Traini ha denunciato la situazione di questa razza in Irlanda.

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sandra milo

«Nessuno ti costringerà più a star chiuso in un box nel quale mangiare senza poter uscire se non per gareggiare, nessuno ti priverà delle cure e delle attenzioni di cui avevi bisogno, nessuno ti negherà l'amore, nessuno ti obbligherà più a essere il migliore per salvare la tua stessa vita». Con queste parole l'attrice Sandra Milo ha dato il benvenuto al suo Jim, il Greyhound salvato dalle corse in Irlanda con il supporto di Pet Levrieri, associazione che si occupa di salvare i levrieri sfruttati per le corse commerciali.

Jim è un Greyhound, un levriero usato per le corse dei cani in Irlanda. «La sua partecipazioni alle competizioni ufficiali è registrata a partire dall'agosto 2019 fino al giugno 2021 quando le corse sono state messe in pausa a causa della pandemia. La carriera di questi cani è molto breve, quindi era destinato a essere soppresso – spiega a Kodami Stefania Traini, presidentessa di Pet Levrieri – Le corse di cani in Irlanda sono legali così come la soppressione dei Greyhound per motivi economici. E Jim non fa eccezione, anche lui è nato e allevato allo scopo di gareggiare nelle corse commerciali».

Di Jim si conosce solo la carriera sportiva dato che i cani vengono registrati solo al momento del loro ingresso nel circuito ufficiale: «Quando nascono i Greyhound i loro trainer, coloro che li allenano e ricavano dalle loro vincite, non sono tenuti a denunciarne il numero esatto, ma solo l'esistenza di una cucciolata. Per questo non sappiamo precisamente l'età di questi levrieri che di fatto "nascono" solo al momento dell'esordio, quando hanno tra i 15 e i 18 mesi».

Le corse di cani sono una pratica poco nota al di fuori dei confini irlandesi che ogni anno, secondo le stime fornite da Pet Levrieri, uccide migliaia Greyhound: «Le stime ufficiali parlano di 7mila individui, ma noi sappiamo che sono almeno 10mila».

I Greyhound, come i Galgo spagnoli, sono cani molto grandi e veloci, impiegati tradizionalmente nel racing, le corse commerciali. Similmente a quanto avviene per le corse di cavalli, anche il racing si basa sul sistema delle scommesse sportive.

Molte star internazionali si sono esposte per fermare questo traffico, tra queste l'ex star di Baywatch, e membro della Peta, Pamela Anderson, la quale nel 2020 ha inviato una lettera aperta al ministro irlandese Micheál Martin chiedendogli di vietare questa pratica. In Italia è l'attrice Sandra Milo ad accendere il dibattito grazie all'adozione di Jim annunciata in un lungo post in cui ne denunciava le condizioni di vita e nel quale diffonde la petizione di Pet Levrieri per salvare questa razza sfruttata.

In una lunga intervista a Kodami, l'attrice aveva svelato tutto il suo amore e il rispetto nei confronti degli animali e in particolare dei cani e gatti, suoi compagni di vita da sempre. Da qualche anno Milo ha iniziato anche ad usare la sua popolarità per dare voce agli animali vittime di maltrattamenti. Già a novembre aveva condiviso l'appello di Human Society per dire basta al consumo di carne di cane in Asia.

Non serve però cambiare continente per scoprire un mondo in cui i cani sono sfruttati fino alla morte. Il fenomeno delle corse di cani, infatti, esiste ancora in Europa, protetto da una legislazione che fa dei Greyhound vere e proprie merci, e dall'appoggio della politica.

Il Greyhound in Irlanda

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L’inizio della corsa (Fonte: Greyhound Racing Ireland)

Che differenza c'è tra un Greyhound  e un trattore? Pe il governo irlandese la risposta è: nessuna, entrambi sono considerati "strumenti da lavoro", e come tali sono impiegati allo scopo di ottenere un profitto senza tenere conto del loro benessere.

«All'inizio del Novecento nel Regno Unito i Greyhound vengono classificati come animali da lavoro. Mentre in Irlanda sono classificati come beni agricoli», conferma Traini.

Il mondo delle corse di levrieri non è fatto solo di clandestinità. L'Irlanda rientra tra i paesi in cui questa pratica è tollerata, e gode del patrocinio dello stato e dei finanziamenti pubblici. Ciò avviene molto vicino al cuore dell'Europa: «I Greyhound, al contrario degli altri cani, non sono classificati come animali d'affezione proprio per poter essere impiegati nel business delle corse – chiarisce Traini – Non sono protetti dalle leggi valide per gli altri cani ma da una legislazione ad hoc la cui regolamentazione è affidata all'ente corse, l'Irish Greyhound Board (IGB), cioè al soggetto che li sfrutta per motivi economici. Il controllato e il controllore quindi coincidono».

A ciò si aggiunge che l'IGB è un ente semi-statale sotto l'egida del Ministero dell'Agricoltura e per questo destinatario delle sovvenzioni messe a disposizione dal governo irlandese e anche dalla Comunità europea. I cittadini dei paesi membri in cui le corse di cani sono illegali involontariamente contribuiscono alla sopravvivenza di questa pratica, sempre più in declino.

«Fino agli anni 80 quello delle corse dei levrieri era un business remunerativo mentre oggi si regge sui contributi statali: nell'ultimo anno sono stati destinati a questo scopo ben 16milioni di euro», rivela Traini.

La portata di queste sovvenzioni milionarie ha scatenato l'indignazione dei rappresentanti degli altri sport ma è stata giustificata dal ministro dell'Agricoltura Micheál Martin come «necessaria per un settore importante in termini di creazione di posti di lavoro, non solo in quanto sport in sé».

Per la presidentessa di Pet Levrieri però i motivi della continua iniezione di fondi vanno ricercati altrove: «Le corse sono un business in crisi che necessita della collusione politica per sopravvivere. Molti politici hanno levrieri e sono amanti della corse, è noto che lo stesso ministro dell'Agricoltura ha cani da corsa».

Come vengono allevati i Greyhound

pet levrieri
Fonte: Pet Levrieri

L'addestramento dei Greyhound inizia quando hanno tra i 10 mesi e i 15 mesi. Tra i 15-18 mesi sono pronti per gareggiare e la loro carriera dura solo pochi anni. «A questo punto se sono campioni vengono impiegati come stalloni, nel caso dei maschi, e fattrici, nel caso di femmine. È qui che l'industria guadagna: il vero ritorno economico è sull'allevamento dei campioni e la vendita dei loro cuccioli».

Anche il Jim di Sandra Milo viene da queste "Puppy mills dei corridori" in cui le fattrici sfornano cucciolate fino a quando non muoiono o non sono più fertili. «I cuccioli restano con la madre fino ai due mesi e mezzo – racconta Traini – Dopo questo momento vengono lasciati a loro stessi, come "alberelli", senza interazione con gli esseri umani. Viene fatto per dare modo ai trainer di iniziare a valutare se i cani hanno le caratteristiche fisiche e caratteriali adatte alle corse: competitività, cineticità, predatorietà». Le motivazioni di questi cani però sono destinate a venire puntualmente frustrate.

Una volta individuati i possibili corridori si passa all'allenamento vero e proprio, quando hanno tra i 10 e i 15 mesi, mentre «gli scartati vengono uccisi – continua Traini  -Sappiamo che il loro numero è molto alto perché in queste "fabbriche di cuccioli" si fa fa overbreeding, cioè si fanno nascere più cani possibile alla ricerca di un campione».

Tra i 15 e i 18 mesi sono pronti a gareggiare: è solo in questo momento che iniziano ad esistere ufficialmente: «A questo punto – chiarisce la presidentessa dell'associazione – i cani selezionati per gareggiare nei campionati ufficiali vengono tatuati con un numero di riconoscimento all'interno delle orecchie. Tutti gli altri, idonei alla corsa ma non potenziali campioni, vengono soppressi oppure vengono venduti all'estero e impiegati in campionati minori in Spagna e nel sudest asiatico. In quest'ultimo caso si tratta di un commercio che vive nella più totale illegalità».

La situazione però non cambia nei 17 gli stadi oggi attivi in Irlanda: «Le persone che si recano ai cinodromi sono in netto calo, ma questo ha portato ad aumentare le gare per raggiungere gli scommettitori di tutto il mondo che assistono alle gare in streaming. Lo scopo dei bookmaker è fare sempre più scommesse per coprire tutti i fusi orari», aggiunge Traini.

Quando i Greyhound raggiungono lo stremo delle forze, dopo pochi anni di carriera, vengono soppressi o abbattuti illegalmente. «L'eutanasia legale ha un costo, e chi sceglie di sfamare un cane che non porta profitto spesso sceglie anche di non pagare per dargli una morte indolore – riferisce Traini – Tra le pratiche di soppressione più diffuse c'è il colpo in testa, e se il boia non riesce ad uccidere con il primo colpo, il cane è lasciato morire d'emorragia».

Una pratica denunciata anche dall'inchiesta della tv nazionale irlandese che nel 2019 ha contribuito ad infiammare il dibattito sulle condizioni di vita e morte dei Greyhound.

L'adozione è solo il primo passo

sandra milo greyhound
Sandra Milo e Jim

Proteggere i Greyhound è uno degli obiettivi di associazioni come Pet Levrieri: «Lavoriamo molto per denunciare e allo stesso tempo permettere ai cani di avere una seconda vita attraverso l'adozione», dice Traini.

Pochissimi Greyhound ogni anno riescono ad essere adottati, tra questi oltre al Jim di Sandra Milo c'è Holly, salvata dal 29enne Dario con il quale oggi vive felicemente dal febbraio del 2021 lontano dalle piste.

Alcune centinaia di cani ex corridori vengono adottati anche attraverso lo stesso ente corse, ma si tratta di un numero irrisorio rispetto a quanti muoiono correndo. «Una operazione per ripulirsi la coscienza e l'immagine», sottolinea Traini.

«I Greyhound mostrano una straordinaria resilienza rispetto al loro passato di violenza e deprivazione – aggiunge la presidente Traini – Si tratta di cani altamente adottabili, anche se come sempre bisogna cercare la famiglia giusta per il cane giusto, ma mediamente tutti hanno grande capacità di recupero. Spesso quelli recuperati dalle corse vengono impiegati anche per gli interventi assistiti con animali per la loro intelligenza emotiva. Inoltre sono molto mansueti e la loro espressività con certi tipi di utenza è molto utile».

Svelare l'esistenza di questo sistema sommerso protetto da un manto di della legalità è lo scopo di Traini: «Purtroppo le adozioni involontariamente finiscono per alimentare questo business, liberando i trainer dall'onere di questi cani. È fondamentale unire l'adozione alla denuncia del sistema per scardinarlo totalmente».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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