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22 Marzo 2021
12:18

Salerno, recuperato uno splendido barbagianni

In provincia di Salerno è stato recuperato e consegnato al CRAS di Napoli un bellissimo esemplare di barbagianni. Questi rapaci sono spesso vittime di collisioni e avvelenamento a causa dei rodenticidi che accumulano mangiando ratti e topi avvelenati. Le derattizzazioni incontrollate possono mettere a dura prova la sopravvivenza di questi rapaci, che invece sono preziosi alleanti per il controllo delle popolazioni di roditori.

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Durante le consuete attività di antibracconaggio e monitoraggio ambientale in provincia di Salerno gli agenti dell'Accademia Kronos, che si occupano di vigilanza zoofila e ambientale, sono riusciti a recuperare un esemplare adulto di barbagianni (Tyto alba) ferito, trovato nel territorio del comune di Oliveto Citra. Il rapace riportava purtroppo un'evidente ferita a un'ala e sembrava fortemente debilitato. Dopo aver prestato le prime cure all'esemplare, e grazie alla collaborazione con l'ENPA di Salerno, è stato poi prontamente trasferimento al CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) di Napoli dove riceverà le cure veterinarie necessarie.

I barbagianni sono rapaci notturni che vivono a stretto contatto con l'uomo e nidificano di solito in cavità di edifici storici o in ambienti rurali come cascine e fienili. Purtroppo sono spesso vittime di collisioni stradali o di avvelenamento indiretto, e i loro recuperi sono sfortunatamente molto frequenti. «È già il secondo che salviamo nelle ultime due settimane e che consegnamo al CRAS – spiega Roberta Teti, volontaria ENPA che ha partecipato alle operazioni di recupero – Quasi sempre riportano ferite da impatto alle ali o sintomi di avvelenamento a causa dell'accumulo di sostanze tossiche che assimilano mangiando ratti o topi avvelenati dai nostri topicidi».

Come molti altri gufi e civetta anche il barbagianni è un superpredatore specializzato nella cattura di piccoli roditori. L'uso incontrollato di rodenticidi può mettere a serio rischio la sopravvivenza di questa e altre specie, che nutrendosi di topi o ratti avvelenati accumulano al loro interno sostanze tossiche letali. «Questi bellissimi rapaci hanno un volo straordinariamente silenzioso che gli permette di non essere minimamente percepiti dalle loro prede. Ogni anno ne recuperiamo davvero tanti, soprattutto in Cilento, e ormai è diventato molto più frequente vederli feriti o avvelenati che liberi in natura», conclude Roberta Teti.

Questi uccelli possono essere in realtà dei preziosissimi alleanti dell'uomo per il controllo dei roditori in ambiente urbano o rurale. Ogni anno una coppia di barbagianni può arrivare a mangiare fino a 1300 roditori, che possono arrivare addirittura a 3000 durante la stagione riproduttiva. L'uso incontrollato di veleni, riducendo le popolazioni di rapaci notturni, potrebbe avere quindi l'effetto indesiderato a lungo termine di far addirittura aumentare le popolazioni di roditori.

Un'alternativa sostenibile ed economica alle derattizzazioni potrebbe essere, quindi, proprio l'installazione di cassette nido per agevolare e sostenere la riproduzione di questi e altri rapaci notturni urbani.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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