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17 Aprile 2023
15:15

Quanti anni possono vivere gli squali?

Gli squali sono fra i predatori più caratteristici degli oceani, ma non tutti sanno che risultano essere anche fra i vertebrati più longevi del mondo. La specie capace di vivere più a lungo è lo Squalo groenlandese, che riesce a vivere ben oltre i 400 anni, nel cuore del Mar Glaciale Artico.

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Gli squali sono fra i vertebrati più longevi e numerosi del mondo, oltre ad essere fra i pesci che si sono meglio adattati ai diversi ecosistemi marini. Per comprendere il loro successo evolutivo, basta pensare che attualmente si conoscono ben oltre 500 specie di squali (di cui ben 50 solo nel Mediterraneo) e che le prime tracce risalgono al Devoniano, ovvero a 400 milioni di anni fa.

Il primo squalo ad essere comparso prende il nome di Cladoselache ed è fra i più antichi generi di pesci conosciuti e, per quanto possieda delle caratteristiche primordiali, le sue forme ricordano quelle di alcune attuali specie, come lo squalo tagliatore (Isistius brasiliensis). Ciò ci permette di capire come la morfologia e gli stili di vita di questi animali siano risultati fra i migliori che si sono sviluppati nel mondo sommerso.

Gli squali però non sono longevi solo dal punto di vista paleontologico. Sono noti anche per essere fra le creature che hanno la maggiore aspettativa di vita del regno animale. Fra tutti, quelli capaci di sopravvivere anche per mezzo millennio appartengono alla specie Somniosus microcephalus, nota anche come Squalo groenlandese.  Questa specie infatti può infatti superare agilmente i 400 anni d'età. E per quanto ciò possa essere ritenuto impossibile dai non addetti ai lavori, la ricerca scientifica da molto tempo si sta muovendo per comprendere quali siano i segreti di questa specie.

In generale non tutti gli squali godono di una esistenza così estesa, ma considerando le aspettative generali delle altre diverse specie di pesci, è stupefacente studiare la longevità degli squali, comprendendone i meccanismi. Per avere piena conoscenza di quali siano i limiti di queste creature, è necessario trattare l'argomento parlando delle specie più note. Confrontando infatti i loro stili e i loro comportamenti, gli scienziati negli ultimi anni hanno infatti proposto delle teorie che hanno permesso di chiarire l'origine del loro successo contro l'invecchiamento.

Il grande squalo bianco

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Il grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) è forse fra tutti la specie di squalo più nota. Predatore sopraffino e grande inseguitore, la sua principale strategia è quella di attaccare dal basso il ventre della vittima per ucciderla rapidamente e in sicurezza.

Le due caratteristiche principali di questo animale sono correlate alla sua consistente longevità. La sua enorme stazza, che può raggiungere anche i 5,5 m di lunghezza nelle femmine, e la sua capacità di cambiare costantemente i denti, per avere a disposizione sempre delle armi efficienti, sono infatti il prodotto di un adattamento che ha permesso a questa specie di superare anche i 70 anni di età, secondo uno studio pubblicato nel 2014 su Plos One.

Settant'anni è una aspettativa di vita molto importante in natura, basti ricordare che la maggioranza degli altri pesci ha una longevità potenziale molto più bassa e che in natura sono davvero pochi i predatori che riescono a superare i 50 anni d'età, per via dei diversi stress connessi alla riproduzione e alla caccia. Considerando poi che la popolazione umana è riuscita a superare le aspettative medie di vita oltre i 40 anni solo nel Secondo dopoguerra, ci fa capire quanto questi animali si siano bene adattati alle diverse sfide ambientali. La specie matura sessualmente a circa 10/14 anni d'età.

Lo Squalo balena

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Non tutti sanno che l'erbivoro più grande del mondo in realtà è uno squalo, che tra l'altro possiede anche il record di pesce più grande dell'oceano. Lo squalo balena (Rhincodon typus) si nutre principalmente di fitoplancton, anche se talvolta integra la propria dieta con banchi di pesci e gamberetti che filtra dall'acqua tramite dei rastrelli branchiali posti ai lati della bocca. Le enormi dimensioni di questo squalo, che può raggiungere anche i 10 metri di lunghezza complessiva, gli permettono di superare agilmente gli 80 anni, anche se secondo alcuni studi specifici può raggiungere anche i 130 anni.

Seppur oggi sono sottoposti ad un pesante decremento demografico indotto dalle attività umane, secondo molti biologi marini è la loro propensione ad assimilare una dieta variegata e a crescere velocemente, durante le prime fasi dello sviluppo, ad averli aiutati anche per non farsi catturare da eventuali predatori. Una strategia utilizzata pure dagli antichi sauropodi o dagli attuali cetacei, che spinge gli animali di queste specie a compiere una vera e propria corsa contro i predatori, per assimilare il maggior numero di risorse e diventare letteralmente troppo grossi per essere predati.

Vivere 130 anni però presenta delle conseguenze. Questi squali infatti maturano sessualmente solo dopo i 30 anni o dopo aver raggiunto i 9 metri, con una chiara diminuzione del numero di avannotti dati alla luce per evento riproduttivo.

Lo squalo martello

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Le diverse specie oggi esistenti di squalo martello sono fra quelle che sono più minacciate per colpa della pesca. Molte popolazioni umane infatti praticano la pesca specifica contro questa tipologia di animali, poiché le loro pinne fanno parte degli ingredienti delle loro tradizionali ricette locali. Non considerando però il recente calo demografico dei vari pesci martello, anche queste specie rispetto agli altri pesci possiedono una certa longevità.

Il pesce martello maggiore (Sphyrna mokarran) per esempio riesce a vivere fino ai 44 anni d'età e alcune popolazioni che vivono lontano dalle coste abitate dagli uomini possono anche raggiungere i 50 anni, qualora non dovessero essere catturati dai pescatori di frodo.

Secondo molti ricercatori, seppur in alcune aree del pianeta esistano ancora folte comunità di squalo martello, per riportare in salute le attuali popolazioni mondiali bisognerebbe vietarne la pesca per almeno quindici anni, in modo che le femmine oggi presenti possano incrementare il loro numero e garantire, un giorno, un miglior equilibrio fra adulti riproduttori e giovani.

Verdesca

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La verdesca (Prionace glauca), noto anche come squalo blu, è tra le specie più comuni del Mediterraneo e raggiunge circa i 4 m di lunghezza. A differenza delle specie su descritte, ha un'aspettativa di vita più bassa, ovvero 20/25 anni, ma questo permette di osservare una diversità all'interno dell'ordine degli squali e ci fa capire che ogni animale è adattato al proprio clima e risponde meglio alle proprie esigenze. Gli squali blu prediligono infatti acque con temperature superiori ai 16 gradi Celsius e la loro ridotta longevità fa da contraltare alla loro precoce maturità. Le femmine infatti maturano sessualmente a 5 anni, mentre i maschi cominciano a competere per accedere alle femmine a 4, con un aumento esponenziale del numero finale di piccoli pesci prodotti a fine vita.

Lo squalo groenlandese

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Lo squalo di Groenlandia, noto anche come Somniosus microcephalus, è il vero "animale da record" di questa lista, anche se dovremmo dire che rappresenta l'eccezione per tutto il phylum dei vertebrati: rappresenta l'organismo che più di tutti riesce a superare le sfide del tempo e dell'ambiente.

È una specie di squalo che vive nelle acque gelide del nord dell'Atlantico e del Mare glaciale artico e che riesce a superare anche i 500 anni di vita, grazie al suo metabolismo, che ha attirato recentemente moltissime ricerche. Anche grazie al contesto freddo in cui vive, sembra non reagire al passare del tempo e si riproduce dove altri squali non riescono a raggiungerlo.

Gli scienziati sanno infatti già da tempo che le temperature glaciali sembrano favorire molto di più la comparsa di specie longeve rispetto alle alte temperature dei tropici. Ciò che rende tuttavia questo animale al sicuro anche da un'eccessiva sovra pesca – soprattutto da parte degli Inuit – è la grande concentrazione di urea e di un'altra sostanza tossica, la trimetilammina, nella sua carne, che ne impedisce letteralmente il consumo se non dopo mesi di bollitura. Tecnicamente la sua carne sa di pipì e consumarla dopo poche ore dalla cattura, anche se si impiega il fuoco, porta ad un senso di ubriacatura molesta e vomito che può durare molti giorni.

L'esemplare più vecchio del mondo finora osservato ha 516 anni e secondo determinate stime, non ancora del tutto accettate dalla comunità scientifica, questi squali potrebbero raggiungere perfino 650 anni d'età, qualora il clima e le malattie non li sottoponessero a notevoli stress dopo i "primi" 400/500 anni di vita.

Come riescono però, metabolicamente parlando, gli squali groenlandesi a sopravvivere per oltre metà millennio? Con un notevole tra l'altro ritardo della maturità sessuale, visto che raggiungono questa fase della loro vita solo a 150 anni d'età e alcuni esemplari mettono al mondo i primi figli dopo due secoli.

Gli scienziati non riescono comunque ancora a dare una risposta a questa domanda, ma sembra che un fattore molto importante sia l'estrema resistenza del loro DNA, capace di ripararsi in maniera efficiente e di rispondere agli effetti mutageni di tutti quei fattori ambientali che – negli altri animali – favoriscono malattie, la disgregazione del genoma e l'insorgere dei tumori.

Molti ricercatori oggi sognano di trovare l'elisir di lunga vita studiando il genoma di questa specie, ma i critici sostengono che la nostra specie non possa godere del tempo offerto da un'eventuale invenzione di un farmaco proveniente dalla ricerca su questi squali. Primati e squali groenlandesi sono infatti molto diversi e per prima cosa, per raggiungere i 400 anni di vita, dovremmo perdere una delle cose che ci sta maggiormente a cuore.: il sole. Questi squali infatti vivono per gran parte della loro vita sotto il pack ghiacciato dell'Artide o a chilometri di profondità. E si può dire con sicurezza che i raggi del sole non sono l'elemento costitutivo della sua intera esistenza.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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