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11 Gennaio 2021
14:50

Lo squalo bianco (Carcharodon carcharias)

Lo squalo bianco è un animale affascinante che vive nel Mar Mediterraneo, e sono tante le storie che girano intorno a questa specie. Ma quanto sappiamo davvero di questo animale? Alcune informazioni importanti per conoscere le sue abitudini, dove vive e che caratteristiche ha.

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Lo squalo bianco, detto anche carcarodonte o grande squalo bianco, è uno dei pesci carnivori più grandi del mondo (può raggiungere i 7 metri di lunghezza e i 1900kg di peso).

Il ventre dell’animale è di colore bianco, mentre la parte dorsale va dal giallo pallido al grigio scuro.

I denti dello squalo, a differenza di quelli degli esseri umani, sono semplicemente impiantati nelle gengive, questo rende la rottura o la perdita di un dente un avvenimento tutt’altro che raro.

Anche per questo motivo sono disposti su più file. Le file più interne, infatti, sono destinate alla sostituzione dei denti persi.

Generalmente è un animale solitario; talvolta, però, è possibile avvistarlo in piccoli gruppi. Ciò avviene soprattutto in presenza di risorse alimentari sufficienti o durante le migrazioni.

Grazie alla forma affusolata del corpo, che richiede un’energia minima per il nuoto, lo squalo è in grado di non interrompere mai il movimento.

La velocità massima si aggira intorno ai 50kmh.

Il comportamento sociale dello squalo risulta ancora molto complesso, sebbene sia ormai evidente una separazione degli individui giovani a seguito dello svezzamento, il quale avviene generalmente in prossimità della costa.

L’ipotesi di una società complessa, all’interno del quale si manifestano comportamenti individuali e comportamenti comuni all’intera popolazione di un determinato luogo, apre ulteriori domande sulle strategie utilizzate dai singoli individui nella scelta di un gruppo piuttosto che un altro.

Segni particolari 

Lo squalo è in grado di rilevare le contrazioni muscolari delle sue prede tramite specifici pori posti sulla superficie  frontale del muso, chiamati ampolle di Lorenzini.

Distribuzione dello squalo bianco in Italia

Lo squalo bianco è una specie presente nel Mar Mediterraneo, più comune nella parte occidentale e specialmente nel Mar Adriatico e nel Canale di Sicilia, dove viene osservato soprattutto nei mesi estivi. Proprio in questa zona vengono avvistate spesso femmine accompagnate dai piccoli. Per questo motivo è possibile che rappresenti una zona di svezzamento.

Proprio il Mediterraneo, però, rappresenta uno dei posti più pericolosi del Pianeta per gli squali, e, infatti,almeno la metà delle specie che vi vivono rischia l'estinzione.

Habitat dello squalo bianco

Lo squalo è una specie ampiamente diffusa dalle acque subpolari a quelle sub-tropicali, con maggiore distribuzione lungo le zone costiere delle zone temperate, ma diffuso fino ai 1000 metri di profondità.

Dieta e strategia predatoria

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Lo squalo bianco è una specie di grande rilievo per l’ecosistema marino, in quanto svolge un ruolo di controllo sulla diversità e l’abbondanza delle specie. La sua dieta, infatti, è molto varia, sebbene abbia una predilezione per le foche.

Essendo preferenzialmente un predatore di animali malati, feriti, lenti o inadatti alle pressioni ambientali, ricopre un ruolo importante anche in termini di selezione naturale delle altre specie.

Riproduzione

Lo squalo bianco è  ovoviviparo, questo significa che il maschio possiede delle appendici prensili con le quali inietta lo sperma nella cloaca della femmina. Le uova cresceranno e si schiuderanno all’interno del corpo della mamma.

Al momento della nascita il piccolo misura già circa un metro di lunghezza.

Interazioni con l'uomo 

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La pesca accidentale è una delle maggiori minacce per la sopravvivenza degli squali nel Mediterraneo. Il 10% degli animali marini catturati dagli ami è costituito da squali di diverse specie.

Un ulteriore rischio per questo animale è rappresentato dalle frodi alimentari, poiché la carne commercializzata illegalmente (talvolta anche involontariamente) perchè mascherata con identificazioni di altre specie marine.

In alcune zone lo squalo viene eliminato a causa dell’allarmismo causato dalle aggressioni, le quali rischiano di risultare fatali per l’uomo.

Attacchi agli umani

Dal 1867 al 2008 nel Mediterraneo sono avvenuti  23 attacchi agli esseri umani, di cui solo 11 fatali (in declino negli ultimi anni, grazie all’evoluzione della medicina, sempre più spesso in grado di evitare la morte delle vittime).

Gli attacchi da parte degli squali bianchi ai danni degli esseri umani, sebbene poco frequenti, tendono a generare grandi flussi di notizie. E’ importante aumentare la conoscenza di questa specie, al fine di ridurre la vulnerabilità degli esseri umani in caso di avvistamento.

Gli stati in cui gli attacchi degli squali sono più numerosi (Australia, Sud Africa, Stati Uniti) stanno mettendo in pratica alcune strategie di osservazione delle linee di costa tramite immagini aeree, in modo da prevenire i rischi per gli umani.

Consigli per evitare i rischi

Le Istituzioni dei luoghi in cui vengono comunemente avvistati gli squali sono chiamate a installare cartelli informativi in prossimità delle zone balneari, in modo da avvisare preventivamente gli utenti.

I privati possono ridurre i rischi di aggressione seguendo alcune indicazioni:

  1. evitare di fare il bagno nel caso in cui si perda sangue da una lesione
  2. evitare di fare il bagno di notte, quando l’avvistamento risulta più complesso
  3. evitare di gettarsi in acqua in prossimità di pescatori, i quali potrebbero attirare gli squali

Lo squalo è considerato una specie vulnerabile nel registro dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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