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1 Settembre 2021
14:50

Quando l’empatia non è solo umana: così una femmina di cinghiale ha salvato dalla gabbia i suoi simili

Uno studio recentemente pubblicato su Scientific Reports documenta per la prima volta il comportamento di soccorso nei cinghiali (Sus scrofa). Una femmina adulta di cinghiale ha infatti aiutato due individui ad uscire dalla gabbia in cui erano intrappolati, mostrando comprensione non solo del loro stato emotivo ma anche dei motivi che lo provocano, portandola ad agire di conseguenza riuscendo a farli uscire da quella situazione.

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La nostra specie ha sviluppato un livello così alto di empatia che addirittura siamo "sensibili" agli stati emotivi di persone anche molto lontane dal nostro gruppo sociale, come ad esempio persone che patiscono la fame in paesi lontani e che vivono in stati di disagio, tanto che agiamo in loro soccorso, pur non avendoli mai visti né conosciuti. Ma anche altre specie animali possono provare empatia nei confronti degli altri?

L'empatia può essere definita come la capacità di mettersi nei panni dell'altro e può essere suddivisa in diversi livelli. C'è il semplice contagio emotivo, ossia l'immedesimazione dello stato emotivo dell'altro, che non richiede però la comprensione dei motivi per cui l'oggetto si trova in quel particolare mood, ma è un semplice scambio di emozioni, dimostrato in un gran numero di specie animali come bonobo (Pan paniscus) e scimpanzé (Pan troglodytes), ma anche maiali (Sus scrofa domesticus) e cani (Canis lupus familiaris).

Da questa base si costruiscono poi i livelli successivi – la cosiddetta empatia cognitiva – cioè la capacità di interpretare le cause delle emozioni dell'altro e l'attribuzione di stati mentali, ossia la piena assunzione del punto di vista dell'altro, come il targeted helping o "aiuto mirato". Questo comportamento parte dal contagio emotivo, ossia necessita prima di tutto che una persona riesca ad immedesimarsi nello stato emotivo altrui, ma richiede anche che capisca cosa la fa stare male per poi agire in maniera mirata per uscire da quella situazione.

Attraverso una progressiva differenziazione tra sé e l'altro e un progressivo riconoscimento delle circostanze specifiche che sottendono gli stati emotivi degli altri, il contagio emozionale evolve in empatia. L'empatia comprende il contagio emozionale e probabilmente senza non potrebbe essere mai nata, ma va al di là di esso in quanto pone dei filtri tra lo stato dell'altro e il proprio.

Frans de Waal, Primati e Filosofi

Il targeted helping è stato dimostrato in alcune specie come scimpanzé, delfini e elefanti, ma da oggi se ne aggiunge una in più che coinvolge specie diverse da quella umana.

Uno studio recentemente pubblicato su Scientific Reports riporta infatti, per la prima volta, il caso di una femmina adulta di cinghiale (Sus scrofa) che aiuta due individui ad uscire da una situazione stressante, mostrando comprensione non solo del loro stato emotivo ma anche dei motivi che lo provocano, portandola ad agire di conseguenza e riuscendo a farli uscire da quella situazione.

Lo studio: una femmina adulta aiuta due cinghiali ad uscire dalla trappola

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La trappola allestita dai ricercatori ©Masilkova, M., Ježek, M., Silovský, V., Faltusová, M., Rohla, J., Kušta, T., & Burda, H. (2021). Observation of rescue behaviour in wild boar (Sus scrofa). Scientific reports, 11(1), 1–9.

Il team di ricercatori ha allestito, nella Riserva Naturale Nazionale Voděradské Bučiny, nella Repubblica Ceca, una trappola con due porte ribaltabili, apribili grazie alla rimozione di due bastoni. All'interno sono stati catturati un giovane cinghiale ed un subadulto, grazie ad un esca in cibo, dove sono rimasti intrappolati per 2 ore e 35 minuti. Gli studiosi hanno fotografato i comportamenti sia all'interno che all'esterno della gabbia.

Da quando i due cinghiali sono entrati nella trappola, sono stati osservati mentre correvano, si muovevano attivamente, caricavano e si appoggiavano alle pareti della gabbia, mostrando così segni di angoscia. All'01:27 di quella stessa notte, tra il 28 e il 29 gennaio 2020, otto cinghiali si sono avvicinati alla trappola, di cui una femmina adulta e sette subadulti, e subito hanno mostrato interesse verso il tronco che teneva chiusa la porta d'ingresso, fissandolo e toccandolo con il muso.

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Le foto che documentano l’evento di salvataggio del cinghiale. Vittime: SWB = cinghiale subadulto, JWB = cinghiale giovane; soccorritore: FWB = cinghiale femmina. Il comportamento del potenziale soccorritore è indicato da frecce rosa e il comportamento delle vittime da frecce blu.  ©Masilkova, M., Ježek, M., Silovský, V., Faltusová, M., Rohla, J., Kušta, T., & Burda, H. (2021). Observation of rescue behaviour in wild boar (Sus scrofa). Scientific reports, 11(1), 1–9.

Successivamente il gruppo si è disperso nelle vicinanze della trappola e la femmina adulta ha alzato il pelo, attuando la cosiddetta piloerezione ovvero un comportamento legato al senso di disagio. Ha poi caricato con la testa il tronco anteriore della gabbia, la cui estremità destra è stata così rilasciata. Si è poi rivolta verso il tronco posto posteriormente e, anche se non è stato possibile immortalare tutti i movimenti, sembra sia riuscita a sbloccarlo da una sola estremità, non riuscendo però ad aprire la porta e provandola poi a caricare. All'01:40, il tronco anteriore è stato totalmente rimosso permettendo alla porta principale di aprirsi leggermente. I due individui intrappolati, che potevano aprire del tutto la porta solo dall'interno, sono stati visti di fronte all'ingresso mentre si preparavano anche loro a caricarlo. I due sono così finalmente fuggiti e nessuna foto è stata più scattata da quel momento.

Il comportamento di aiuto guidato dall'empatia

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La piloerezione mostrata dalla femmina adulta di cinghiale durante il soccorso ©Masilkova, M., Ježek, M., Silovský, V., Faltusová, M., Rohla, J., Kušta, T., & Burda, H. (2021). Observation of rescue behaviour in wild boar (Sus scrofa). Scientific reports, 11(1), 1–9.

Questo studio riporta il primo caso di un vero e proprio comportamento di soccorso nei cinghiali. I cinghiali all'interno della trappola infatti mostravano chiari segni di disagio, come il correre e il caricare le pareti della gabbia, dimostrando così che l'intrappolamento di questi animali, che avviene spesso per motivi di gestione o ricerca, rappresenta per loro un evento stressante.

Inoltre, la femmina adulta che li ha soccorsi ha rischiato grosso nonostante non avesse benefici diretti nel farlo: poteva infatti lesionarsi mentre caricava la rete della trappola o essere a sua volta catturata. Infine, la femmina soccorritrice ha agito in maniera del tutto mirata: si è subito rivolta verso i ceppi di legno e, quando si è accorta di non essere riuscita al primo tentativo, è andata posteriormente cercando di rimuovere l'altro ceppo, causando poi l'apertura della porta e la liberazione dei due esemplari. I ricercatori suggeriscono che il salvataggio potrebbe essere stato anche cooperativo, anche se non è possibile affermarlo, e che la femmina che li ha salvati potrebbe essere la madre dei due individui intrappolati.

Il comportamento, suggerisce il team, è guidato dall'empatia: nonostante non siano stati documentati dati fisiologici, la femmina ha mostrato segni di piloerezione, un fenomeno legato allo stress o a un'eccitazione fisiologica dovuta al contagio emotivo. La soccorritrice eroina infatti ha probabilmente percepito che la situazione fosse pericolosa e che i cinghiali intrappolati si trovavano in un mood negativo, cercando così di alleviare il loro disagio aiutandoli ad uscire. Ha quindi assunto la prospettiva dell'altro, capendo le motivazioni del loro stato emotivo negativo, e agendo in maniera precisa.

A fomentare questa tesi è anche un altro studio che ha già dimostrato che i suini domestici riescono ad assumere la prospettiva dell'altro, motivo per cui non è strano aspettarselo anche nella specie selvatica da cui derivano, caratterizzata da forti legami e comportamenti sociali. Sono però necessari ulteriori studi per confermare che questo comportamento sia effettivamente legato all'empatia e non ad altri motivi come la curiosità o l'apprendimento e precedenti esperienze nelle aperture delle gabbie.

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