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27 Luglio 2023
12:05

Quando la vita in rifugio è a misura di cane: Hiro non cerca un salvatore ma un vero compagno di vita

Hiro è un Pastore Tedesco che a Kodami sta particolarmente a cuore: seguiamo la sua storia da più di un anno e ancora non ha trovato adozione. Vi spieghiamo perché e soprattutto quanto sia cambiata la sua vita, in meglio, da quando vive all'oasi "L'emozione non ha voce" di Luigi Carrozzo a Napoli.

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Un anno fa circa scrivevo su Kodami quella che avevo chiamato "la prima pagina del diario di Hiro". Sperando, in quel primo articolo, in cui raccontavo la storia di un Pastore Tedesco abbandonato dai suoi umani di riferimento per un comportamento non gradito, che fosse anche l'unica volta in cui avremmo pubblicato il suo appello per un'adozione consapevole.

Le cose non sono andate così e sono qui, infatti, a raccontare ancora di lui e spero meglio di prima, visto che ora è davvero un bel po' di tempo che ci conosciamo e quel "bel" è proprio per sottolineare quanto sia stato e ancora è magnifico, appunto, condividere parti di vita con lui.

La descrizione di Hiro che veniva fuori all'epoca era la fotografia di un cane che dopo soli tre mesi di percorso riabilitativo aveva già dimostrato di essere un individuo speciale: pieno di voglia di rinascere e solo perché qualcuno gli aveva dato la possibilità di esprimere finalmente se stesso. Il racconto si concentrava sulle prime fasi del nostro rapporto: dal momento in cui l'avevo incontrato per la prima volta al rifugio "L'emozione non ha voce" di Luigi Carrozzo a Napoli fino al descrivere quanto e come stava – passo dopo passo – riprendendo in mano la sua vita, circondato da rispetto e amore nel posto in cui ancora oggi è e dove condivide le giornate con un gruppo di amici fedeli.

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Da Carrozzo Hiro era stato lasciato dalla sua ex famiglia perché quel Pastore Tedesco, preso da cucciolo in un allevamento, aveva iniziato a rincorrersi la coda fino ad autolesionarsi e al posto di comprendere i motivi per cui era arrivato a tanto, la scelta era stata appunto quella di destinarlo a una vita lontana dal nucleo del quale aveva fatto parte fino ad allora. Ma da quella famiglia, in realtà, Hiro era stato principalmente isolato, costretto prima a una vita in giardino e poi nella stanza di un appartamento, fattori che avevano peggiorato il suo comportamento fino a non farlo dormire anche per 20 ore consecutive nella completa assenza di una relazione.

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In seguito Hiro è comparso altre volte sulle pagine di Kodami, come protagonista anche del video di approfondimento in cui Ludovica Pierantoni, veterinaria esperta in comportamento che mi ha aiutato nel percorso con lui insieme ad altri esperti, spiegava ai nostri lettori cosa sono i disturbi ossessivi compulsivi nei cani come quello di cui ha sofferto questo Pastore Tedesco. In quel video – che potete vedere a seguire – ancora una volta c'era un appello rivolto a chi fosse intenzionato a conoscere e incontrare Hiro per scoprire davvero che cane saggio, intelligente e sensibile è.

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Di telefonate per lui ce ne sono state diverse. Di incontri pochi. E non sono andati bene. Tre persone hanno voluto conoscerlo ma per motivi diversi non ci sono state le condizioni per procedere a un percorso di adozione. Ogni volta che ho parlato di lui ho cercato di sottolineare che Hiro non ha bisogno di una "adozione del cuore" ma di qualcuno che davvero abbia interesse a condividere una vita normale con lui, semplicemente.

Purtroppo la maggior parte delle telefonate che ho ricevuto mi ha messo di fronte a persone sicuramente di buon cuore ma che non volevano quel cane accanto ma "un cane da salvare", ovvero a prescindere dalle caratteristiche specifiche di Hiro e delle sue necessità.

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Con ognuno, però, ho provato sempre a cogliere l'occasione per condividere l'idea di cosa significhi fare un'adozione consapevole, l'importanza di incontrare un soggetto prima di sceglierlo da un post o un articolo finanche su Kodami e su quanto, in realtà, i problemi di Hiro siano del tutto risolvibili e marginali rispetto all'esigenza di trovare una persona di riferimento, disponibile sicuramente a fare qualche sforzo in più nelle prime fasi dell'adozione rispetto a cani "normo comportamentali" ma che tutto ciò su cui c'era e c'è da concentrarsi è solo la qualità della vita che gli si può offrire.

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Ho spiegato e ancora spiego che, ormai e fortunatamente, adottarlo significa essenzialmente capire che il disturbo è praticamente rientrato e che lo manifesta giusto di fronte a qualche emozione forte e che tutto ciò di cui vi è bisogno è avere la consapevolezza di avere di fronte un Pastore Tedesco adulto (ha sei anni) che sì, ogni tanto si ricorda della coda, ma ciò di cui ha davvero bisogno per non farlo più è il rispetto che si deve a chi è stato ferito nell'anima ma che di quel dolore ne ha fatto poi un motore di rinascita. Hiro non gira più se accanto a lui c'è la persona di cui ha fiducia e ascolta serenamente il consiglio di evitare di farlo qualora ci ricada: questo è importante da sapere e da comprendere per chiunque stia leggendo questo articolo e sia interessato a conoscerlo.

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Ho fatto anche io errori con lui, a volte chiedendogli più di quanto poteva o mettendolo in situazioni sbagliate ma mai però ho attribuito a lui "la colpa" e ho anzi imparato più di quanto io stessa possa avergli insegnato, anche perché "risorgere" è qualcosa che riguarda il desiderio che davvero ognuno ha di volerlo fare, a prescindere da quanto supporto si abbia dagli altri. E noi umani lo sappiamo bene questo e così sono anche i cani: ognuno ha la sua storia e il suo carattere e ognuno ha la "fortuna" o meno di possedere la spinta di voler reagire a quello che la vita ti presenta. Hiro ha questa forza e sì, certo, è stato altrettanto fortunato ad aver trovato soprattutto Luigi che lo ama e accudisce con cura ma senza la sua attiva partecipazione a voler dire al mondo chi è davvero poco avremmo potuto fare per lui.

Oggi, dunque, sono qui a scrivere di Hiro in una seconda estate di vita all'oasi di Carozzo per far sapere come sta alle tante, tantissime persone che non mi hanno chiesto di adottarlo ma che seguono anche il suo profilo Instagram che manchevolmente non aggiorno da un po' e che vi invito comunque a guardare perchè… chissà che un giorno la persona giusta arrivi e sia scelta da Hiro!

Sono qui, infine, anche per dire che Hiro ha trovato una sua dimensione nel rifugio e che fisicamente e non solo mentalmente è in buona forma: la punta della coda da dove spuntava addirittura l'ultima vertebra ora è finalmente ricoperta di peluria, pesa 33 chili , è un cane dall'aspetto maestoso e elegante e adora ricevere carezze e andare in giro a passeggiare tanto quanto farsi una bella dormita in macchina o partecipare a aperitivi o a un bel pranzo al ristorante.

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Hiro vive libero insieme a un gruppetto di amici, come scrivevo prima, fuori da qualsiasi box e accoglie i visitatori che vanno all'oasi di Carrozzo come un buon "padrone di casa – Pastore Tedesco" sa fare del resto, ovvero con grande attenzione a quello che gli accade intorno ma senza mai essere sgarbato nei confronti di nessuno.

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Se qualcuno è interessato a conoscerlo, Hiro è molto collaborativo e gli piace tanto stare in compagnia degli umani. Gli farebbe benissimo anche passare qualche giorno in una casa in modo tale da poter rilassarsi totalmente e questo consentirebbe anche la completa guarigione della punta della coda che, per forza di cose, attualmente continuiamo a tenere fasciata per evitare che al rifugio, a contatto con il terreno, possa infettarsi.

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Ancora una volta a seguire lascio il mio contatto ma è importante di nuovo ricordare che non stiamo cercando per lui nessun "salvatore" ma un vero compagno di vita. Ideale sarebbe che Hiruccio, come tra di noi lo chiamiamo, sia un "figlio unico" nella famiglia di riferimento: no gatti, no cani maschi interi e si valuterà la compatibilità con femmine e maschi castrati.

Contatti e info: Diana Letizia – 3421418144

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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