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5 Ottobre 2021
15:58

Quando e perché si sono estinte le tigri dai denti a sciabola

La tigre dai denti a sciabola è uno dei mammiferi estinti più conosciuti e affascinanti tra tutti. Con i loro giganteschi canini ricurvi erano predatori formidabili, in grado di abbattere animali molto più grossi di loro. Nonostante ciò lo smilodonte si estinse comunque alla fine dell'ultima era glaciale, molto probabilmente a causa di numerosi fattori.

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Le tigri dai denti a sciabola sono tra gli animali estinti più affascinanti e iconici che abbiamo mai calpestato il nostro pianeta. Predatori eccezionali dell'ultima era glaciale, potevano arrivare a pesare oltre 200 kg ed erano equipaggiate con due enormi canini ricurvi lunghi fino a 28 cm. Nonostante ciò anche questi grossi felidi, apparentemente perfetti, hanno dovuto soccombere all'inesorabilità del tempo, finendo per estinguersi come è toccato a innumerevoli altre specie prima di loro. Ma quand'è che esattamente sono scomparse le tigri dai denti a sciabole? E perché si sono estinte?

Chi era la tigre dai denti a sciabola?

Con il termine tigre dai denti a sciabola ci si riferisce genericamente a diverse specie di grandi felini dotati di possenti e lunghi canini. Appartengono tutti alla sottofamiglia Machairodontinae e l'esponente più noto e famoso tra tutti è sicuramente il genere Smilodon, conosciuto anche come smilodonte. Vivevano comunemente sia in Nord che Sud America e hanno cacciato, e spesso lottato, con l'umanità durante l'ultima era glaciale. In realtà prove fossili molto più antiche suggeriscono che il genere Smilodon era già diffuso molto tempo prima, con alcuni reperti datati fino a 2,5 milioni di anni. Sappiamo che gli ultimi smilodonti ad abitare le praterie e le foreste americane scomparvero però circa 10mila anni fa, in concomitanza con la fine dell'era glaciale.

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Dettaglio del cranio di uno smilodonte

L'estinzione della tigre dai denti a sciabola

Su quali però siano stati i motivi dell'estinzione non sempre c'è consenso tra gli scienziati, ma molto probabilmente non ci fu una sola causa dietro la sparizione dei grossi felide, ma piuttosto un insieme di diversi fattori. La scomparsa delle tigri dai denti a sciabola coincide con un noto evento che i paleontologi hanno chiamato estinzione del Quaternario (circa 12mila anni fa, quando terminò il Pleistocene). Un arco di tempo molto ristretto in cui si sono estinte numerose specie di grandi mammiferi in America, come mammut, bradipi e armadilli giganti, la cosiddetta megafauna. Durante questo periodo ci furono numerosi sconvolgimenti climatici, cambi di temperatura e trasformazione degli habitat che contribuirono al declino questi animali, molti dei quali erano tra le prede preferite degli smilodonti.

In poche migliaia di anni le temperature aumentarono notevolmente, le grandi distese di ghiaccio si ritirano e gli ecosistemi e le catene alimentari furono completamente stravolti. Questi sconvolgimenti contribuirono a decimare le tigri dai tempi a sciabola, ma molto probabilmente non bastarono a decretarne l'estinzione. Secondo diversi studiosi entrarono in gioco anche altri fattori. Quando il numero e la diversità delle prede iniziò a diminuire, entrò in giaco un altro attore che probabilmente ricoprì un ruolo chiave nell'estinzione degli smilodonti: l'uomo. Anche se impronte scoperte di recente e pubblicate su Science hanno retrodato – e di molto – l'arrivo dell'uomo in Nord America (circa 23mila anni fa) fu proprio con la fine dell'era glaciale che si ebbe l'espansione umana più forte.

Popolazioni umane e smilodonti entrarono così in competizione per i grandi erbivori e fu probabilmente questo a decretare la fine delle tigri dai denti a sciabola intorno ai 10mila anni fa. Anche se non tutti gli scienziati concordano sulle varie concause, gli smilodonti si estinsero quindi a causa di un mix di cambiamenti ambientali, sconvolgimenti climatici, scarsità di prede e per la competizione con il più impattante primate che l'evoluzione abbia mai prodotto, l'Homo sapiens.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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