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29 Dicembre 2023
9:00

Più di mille cani mutilati in Andalusia: arrestate 58 persone

Le forze dell’ordine spagnole hanno arrestato 58 persone in distinte province dell’Andalusia, accusate di maltrattamento di animali, falsificazione di documenti e abuso di professione per aver mutilato più di mille cani utilizzati per la caccia.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Le forze dell’ordine spagnole hanno arrestato 58 persone in distinte province dell’Andalusia, in Spagna, accusate di maltrattamento di animali, falsificazione di documenti e abuso di professione per aver mutilato più di mille cani utilizzati per la caccia. Lo facevano con la complicità con un veterinario che firmava le cartelle cliniche dei cani come se ci fosse un motivo "funzionale" per la mutilazione.

Le indagini

La Guardia Civil, una delle forze dell’ordine spagnole, ha indagato su 58 cacciatori di Almería, Granada, Malaga, Jaén, Cordoba e Siviglia e il 21 novembre li ha arrestati con l’accusa di aver mutilato illegalmente 1.111 cani cui sono state tagliate le orecchie e le code. L’indagine è avvenuta nell'ambito dell'operazione "Raviches-Severed Ear".

Nell'operazione è stato arrestato anche un veterinario di Jaén come autore del reato continuato di falso documentale e del reato di maltrattamento di animali. Il detenuto dava copertura legale alle mutilazioni che facevano i cacciatori dichiarando che fossero mutilazioni per fini funzionali e sotto anestesia, senza aver però mai visitato o visto i cani e senza aver fornito alcuna relazione o prove diagnostiche che giustificassero tali mutilazioni.

L'indagine è iniziata un anno fa quando gli agenti del Seprona (il Servizio di Protezione della Natura della Guardia Civil) hanno effettuato ispezioni a alcuni cacciatori in provincia di Granada. Gli agenti hanno trovato 26 cani con coda e orecchie tagliate, e nei loro libretti sanitari appariva l'annotazione "taglio di orecchie e coda per fini funzionali sotto anestesia".

A sua volta un'altra pattuglia del Seprona si è trovata con un caso simile in provincia di Siviglia. In questo caso, il sospetto degli agenti è stato rafforzato da altre incompatibilità documentali rispetto alle date dell’intervento, le età degli animali e le lesioni presenti.

Le pattuglie del Seprona di Granada e di Siviglia nel decidere di unire e coordinare i loro sforzi hanno quindi iniziato un’investigazione in tutta la Comunità Autonoma, e mentre la pattuglia granadina ispezionava la zona orientale dell'Andalusia, la sivigliana ispezionava quella occidentale.

Le accuse

Nell’ambito dell’investigazione sono stati ispezionati in totale oltre 2.000 cani e sono stati rinvenuti più di 1.100 cani mutilati illegalmente dai loro detentori.

Per questo, 58 persone sono state indagate come presunte autrici dei crimini continuati di maltrattamento di animali, di falso documentale e di abuso di professione. Di questi 58 indagati, 15 sono stati nella provincia di Granada, 18 in quella di Jaén, 12 in quella di Siviglia, sei a Cordoba, quattro ad Almeria e tre a Malaga.

Tra le irregolarità rilevate dal Seprona, spiccano le incoerenze riflesse nei libretti sanitari, in particolare nelle date degli interventi chirurgici di alcuni cani. Ad esempio, le date degli interventi chirurgici non coincidevano con le cicatrici dei cani, alcuni dei quali erano cuccioli, inoltre le strutture del veterinario che firmava gli interventi che non soddisfacevano le garanzie minime per effettuare tali operazioni.

Le mutilazioni vietate

Il taglio di orecchie e coda nei cani da caccia è una pratica “tradizionale”, spesso eseguita dagli stessi cacciatori senza nessuna supervisione o controllo medico, effettuata per evitare che rovi o altri arbusti danneggino gli animali durante la caccia. In Spagna questa pratica chirurgica è stata totalmente vietata a partire dal 1º febbraio 2018, quando è entrata in vigore la ratifica della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione degli animali da compagnia. Anche la nuova Legge nazionale sulla protezione dei diritti e del benessere degli animali approvata dal Congresso a marzo (Legge 7/2023) vieta tale pratica.

Come in Italia, sono quindi severamente vietate le mutilazioni di animali eseguite per motivi estetici o senza alcuna utilità per il benessere degli animali. L'amputazione di un arto o di un'altra appendice del corpo di un animale deve essere debitamente giustificata per ragioni cliniche veterinarie e la pratica di tali amputazioni deve essere documentata in una relazione di accompagnamento, da conservare nella storia clinica dell'animale, e deve essere effettuata da un veterinario in condizioni igienico-sanitarie adeguate.

In Spagna questa condotta si configura come reato di maltrattamento di animali che è punito con pene fino a 18 mesi di carcere o una multa. In tutti i casi è prevista la pena di interdizione dalla professione e del possesso e commercio di animali. Inoltre, alcune circostanze aggravanti possono elevare la pena al di sopra dei due anni di carcere per chi li commette.

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Laura Arena
Veterinaria esperta in benessere animale
Sono un medico veterinario esperto in comportamento animale, mi occupo principalmente di gestione del randagismo e delle colonie feline, benessere animale e maltrattamento animale con approccio forense. Attualmente lavoro in Italia, Spagna e Serbia.
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