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1 Marzo 2024
9:00

Perché non si devono prendere in braccio i cani?

Prendere il cane in braccio può sembrare un gesto di affetto, ma potrebbe non essere sempre interpretato positivamente dal cane. Ecco alcuni motivi per cui questa pratica dovrebbe essere limitata.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Nel rapporto tra cani e compagni umani, le interazioni fisiche giocano un ruolo cruciale. Una pratica comune, soprattutto con individui adulti di piccola taglia, è quella di prenderli in braccio. Sebbene possa sembrare un gesto di affetto, dal punto di vista etologico e psicologico potrebbe non essere sempre interpretato positivamente dal cane.

Tuttavia, vi sono circostanze in cui questa azione si rende necessaria come per esigenze mediche, sicurezza stradale o quando il cane ha bisogno di riposare durante una lunga – forse troppo lunga per lui – escursione. Esploriamo insieme alcune ragioni per cui la pratica di prendere in braccio i cani dovrebbe essere limitata e perché.

Autonomia e indipendenza

I cani sono esseri senzienti con una forte inclinazione all’esplorazione del loro ambiente (motivazione perlustrativa e esplorativa). Prenderli in braccio limita questa libertà, impedendo loro di interagire con l’ambiente circostante. Questo può portare a una diminuzione della loro capacità di apprendere e adattarsi, riducendo la loro autonomia.

Inoltre, la restrizione fisica può generare stress, specialmente se il cane percepisce la situazione come un’imposizione piuttosto che una scelta.

Sottrarre troppo spesso il nostro compagno all’esperienza diretta potrebbe essere causa di diverse condizioni negative che hanno a che fare con il suo bagaglio di conoscenze limitando, per esempio, le sue naturali doti di adattabilità che si dovrebbero sviluppare proprio attraverso l’elaborazione delle esperienze vissute.

Ovviamente tutto ciò va considerato cum grano salis: non si intende qui spingere ad esporre il nostro piccolo cane ad inutili pericoli o volutamente ad esperienze negative soprattutto se si parla di cuccioli, a prescindere dalla taglia che raggiungeranno da adulti.

Comunicazione canina

La comunicazione tra cani avviene principalmente attraverso segnali posturali e olfattivi: sollevando un cane da terra si interrompe il suo modo naturale di comunicare con i suoi simili, potenzialmente causando incomprensioni o stress. Di fatto anche per quanto concerne la comunicazione dobbiamo tener presente che “non è sufficiente essere un cane per saper comunicare da cane, serve farlo”.

La comunicazione dei cani è molto più complessa di come siamo soliti pensare ed è fatta di adattamenti dove vengono espressi feedback continui in modo reciproco: è un’arte che si impara praticandola. Molti cani non hanno mai la possibilità di sviluppare questa dote etologica e così fraintendono continuamente i messaggi degli altri cani, spesso interpretando qualsiasi atteggiamento come una potenziale aggressione e reagendo così in modo immotivato, con atteggiamenti assertivi dettati dalla paura e dalla diffidenza. Stati emotivi dovuti, per l’appunto, ad una mancanza di esperienza ed esercizio della socialità.

Promozione di comportamenti indesiderati

Quando un cane viene regolarmente preso in braccio per evitare situazioni che percepisce come negative (come l’incontro con altri cani o persone) potrebbe non imparare a gestire in modo autonomo tali contesti. Questo può portare a un aumento dell’ansia o della paura in situazioni simili, poiché il cane non sviluppa le strategie comportamentali per affrontarle.

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una grave carenza esperienziale che innesca poi un volano che si auto-alimenta in modo peggiorativo. Infatti se il nostro cane non apprende attraverso l’esperienza come interagire correttamente o a mettere in atto le strategie di evitamento quando non intende relazionarsi con l’altro (cane o persona che sia), noi ci sentiamo in dovere di intervenire e proteggerlo. Così facendo lo stiamo però sottraendo ancor di più alla possibilità di rivedere il suo ventaglio espressivo attraverso la valutazione dei feedback degli altri, di fatto aggravando la situazione generale.

Rispetto della zona personale

Come gli umani, anche i cani hanno una loro “zona personale” che, se invasa senza consenso, può causare disagio o stress. Prendere in braccio un cane senza comprendere appieno i suoi segnali di stress o disagio può essere percepito come un’invasione di tale spazio, compromettendo la fiducia e il benessere dell’animale.

Quando il cane vive in modo negativo questa nostra tendenza, l’esito è una sorta di incrinatura nella relazione che potrebbe portarlo a non desiderare la nostra vicinanza, soprattutto in determinate situazioni. Ecco che allora il cane potrebbe allontanarsi da noi volutamente ma non perché preso dal desiderio di esplorare un ambiente ma per evitare che noi lo si sollevi dal suolo, cosa che lui potrebbe vivere come una costrizione antipatica.

Sicurezza fisica

Sebbene possa sembrare contraddittorio prendere in braccio un cane, specialmente se non abituato o in modo inappropriato, può aumentare il rischio di lesioni sia per l’animale che per il compagno umano. La caduta accidentale o la manipolazione scorretta possono arrivare a causare traumi o danni muscolo-scheletrici.

È importante considerare che per i cani non è naturale sentirsi sollevare da terra e così perdere il contatto con il suolo con le 4 zampe: è una cosa che può indurli a divincolarsi ed agitarsi. Il sollevamento è qualcosa di alieno alla specie, fatta eccezione per quei pochi mesi dell’infanzia, quando il cane è molto piccolo, e la madre lo solleva afferrandolo per la pelle lasca della collottola al fine di spostarlo da un’altra parte. Cosa che comunque non avviene spesso. In tal caso la natura ha predisposto una risposta fisiologica appropriata, una sorta di “paralisi” dettata da un estremo rilassamento del cucciolo. Ciò è funzionale a non intralciare la madre impegnata nel trasbordo, che potrebbe essere ciò che salva la vita al cucciolo.

Ci teniamo però a ribadire che questo vale solo ed esclusivamente per i cuccioli nelle primissime settimane di vita, e lo puntualizziamo perché alcune persone potrebbero intendere che sia il modo corretto di spostare il cane, oppure, fraintendendo grandemente l’etologia del cane, pensare che sia un modo etologicamente corretto per punirlo.

Le razze mini

Abbiamo già trattato questa tematica, quella delle razze in miniatura, qui diremo che questi cani mostruosamente piccoli rappresentano una anomalia ed esistono solo per un vezzo e per il lucro di chi si ostina a “produrli” in serie. Anche in questo caso, come in altri, si tratta di maltrattamento genetico e ci tenevamo a ribadirlo prima di continuare. Il fatto è che questi cani sono estremamente fragili, delicati e soggetti a traumi frequenti. Il fatto di prenderli in braccio è la conseguenza di questa loro innaturale condizione, e spesso è l’unico modo di evitargli di essere schiacciati o feriti gravemente.

Pensiamo solo al fare una bella passeggiate in loro compagnia, ogni nostro passo corrisponde al almeno dieci dei loro, che hanno zampette estremamente corte. Seguirci è qualcosa di molto impegnativo e faticoso. Inoltre, essendo così vicini al suolo, rischiano gravi ustioni e colpi di calore a causa delle alte temperature dell’asfalto nelle giornate calde, non solo quelle dei mesi estivi ormai. Anche la socializzazione con questi cani è alquanto difficile, il solo giocare con altri individui di taglia normale potrebbe rappresentare un serio pericolo. Ecco che in questi casi non prendere in braccio il cane per la maggior parte del tempo non è certo cosa facile.

Ma la questione è che comunque, anche se cani “Tea Cup”, si tratta sempre e comunque di cani, con gli stessi bisogni e le stesse motivazioni degli altri. Quindi la nostra riflessione dovrebbe andare sul fatto che cani così estremi non dovrebbero essere diffusi per il loro bene, non ne dovrebbe essere incentivata la “produzione” in serie, come invece avviene. Purtroppo però alcune persone, che non sono in realtà interessate veramente alla vita con un cane, sono attratte da questi delicati e teneri esserini alla stregua di oggetti da abbellimento del loro outfit, come fossero bigiotteria alla moda, totalmente disinteressati al loro reale benessere.

Naturalmente non si vuole fare di tutta un’erba un fascio, ci sono persone che rispettano moltissimo i loro cani, anche se di taglia piccolissima, e hanno trovato il modo di soddisfare i loro bisogni, con tutte le difficoltà del caso.

Il prendere in braccio un cane non è qualcosa di così banale come si potrebbe pensare. È fondamentale considerare il benessere psicologico e fisico dell’animale, così come le sue esigenze comunicative e di esplorazione. La nostra conoscenza in merito alla cognizione e all’etologia canina suggerisce che, sebbene vi possano essere momenti in cui è appropriato sollevare un cane, queste occasioni dovrebbero essere limitate e sempre guidate dalla considerazione del benessere e delle sue opinioni in merito.

L’educazione e il training, quando fondati su principi di rispetto e comprensione reciproca, rafforzano il legame tra cani e umani, promuovendo una convivenza armoniosa e rispettosa delle esigenze di entrambi e alle volte ciò richiede di metterci in gioco con le nostre ansie e paure: proteggere il benessere del nostro piccolo compagno canino è assolutamente la cosa giusta da farsi, ma essere ossessionati da un eccesso di tutela è allo stesso modo un male. Ecco che il supporto di un buon educatore cinofilo potrebbe aiutarci a trovare quella zona di mezzo tra i due estremi che, forse, noi fatichiamo a vedere.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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