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22 Settembre 2023
9:00

Perché i cani piccoli abbaiano a quelli grandi?

Capita spesso di vedere cani di piccola taglia abbaiare a cani molto più grandi di loro. Anche se molti pensano che sia dovuto al fatto che non si rendono conto delle loro dimensioni, i motivi che li spingono ad abbaiare sono altri.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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L'interazione tra cani di diverse taglie è un fenomeno affascinante che spesso cattura l'attenzione degli osservatori. È comune vedere cani di piccola taglia abbaiare a cani molto più grandi di loro, in maniera vivace e a volte apparentemente sfidante. Questo comportamento suscita una serie di domande riguardo alle motivazioni che stanno alla base di tale interazione.

Vediamo le possibili spiegazioni di questo comportamento, analizzando se i cani di piccola taglia abbiano una maggiore tendenza all'abbaio e se comprendono le proprie dimensioni.

È vero che i cani piccoli abbaiano di più?

Sebbene non vi siano studi specifici in merito, quello che possiamo dire è che la taglia non è un fattore direttamente coinvolto con la tendenza ad abbaiare di più, piuttosto entrano in gioco gli sbilanciamenti motivazionali specifici dei singoli individui indotti dalla selezione artificiale, quindi voluti dall’uomo, che possono favorire questo comportamento. Ma ancor di più dovremmo porre attenzione al tipo di esperienze che spesso riserviamo più frequentemente ai cani piccoli piuttosto che agli altri. Per fare un esempio l’eccesso di tutela, dove una ossessiva protezione nei confronti dei piccoli cani causa una minor possibilità di fare esperienze anche con i loro conspecifici, soprattutto se di taglie più considerevoli.

Sta di fatto che le circostanze ci inducono a sperimentare più di frequente l’abbaio nei piccoli cani, anche perché – aggiungiamo – le persone danno meno importanza a questo fenomeno, e quindi sono meno propense ad interromperlo nei loro piccoli compagni, diciamo che ci si dimostra meno intransigenti soprattutto perché si è portati a sottovalutare il peso, per fare un esempio, di un abbaio minaccioso se proviene da un cane di pochi chilogrammi, mentre invece si è subito pronti ad interrompere un cane di grande mole, come un Rottweiler o un Pastore Tedesco, che quindi impareranno a gestire con maggior cautela questo loro naturale sistema di comunicazione.

I cani piccoli hanno percezione delle loro dimensioni?

La domanda dovrebbe essere più estesa, dovremmo chiederci quanto i cani siano consapevoli delle loro dimensioni, in generale. Questa domanda ha a che fare con la propriocezione, la consapevolezza del sé, che è qualcosa che si sviluppa negli individui con il tempo e l’esperienza. Non essendoci nemmeno qui particolari studi che ci possano dire se e quanto i cani siano in grado di percepire la propria dimensione, possiamo dire che questa domanda spesso non nasce per una sana curiosità delle facoltà cognitive del cane, ma dalla convinzione che i cani di piccola taglia che apparentemente minacciano quelli di taglia più grande (con l’abbaio) lo facciano non consci di non aver alcuna chances si uscire vincitori da uno scontro fisico.

Quante volte sarà capitato ai compagni umani di cani di taglia media o grande di incontrare per strada persone con piccoli cani i quali cominciano ad abbaiare furiosamente con fare minaccioso quando ancora la distanza tra gli individui è considerevole, e sentir dire alla persona frasi come: «Ma non vedi come è grande? Quello ti mangia in un boccone!». L’idea dietro a questa affermazione è che tra i cani non ci possono essere che scontri all’ultimo sangue, che il nostro piccolo compagno sia sempre un totale inetto e non comprenda il rischio che corre con il suo comportamento spavaldo, ma soprattutto che un cane, dato che è di taglia grande, non abbia mai null’altro in testa che predare cani più piccoli.

Per esperienza possiamo dire che la consapevolezza del sé è assolutamente presente nei cani, e non riusciamo ad immaginare cosa accadrebbe se così non fosse, non solo nell’incontro tra cani, ma in tutto quello che i cani fanno quotidianamente. Possiamo anche azzardare però che un individuo è sempre potenzialmente consapevole delle proprie dimensioni se si paragona ad un altro individuo. Qui stiamo dicendo che, a prescindere dalla raffinatezza della cognizione del sé nel cane, anche quando un individuo tenda a sottostimare la sua dimensione o, al contrario, a sovrastimarla, difficilmente potrà confondersi quando si trova accanto ad un soggetto di taglia molto diversa dalla sua (anche se tenuto in braccio, e quindi in una posizione sopraelevata), che sia molto più piccolo o molto più grande di lui. Sarebbe come pensare che un uomo si possa vedere (qui intendiamo con «l’occhio della propria mente») più grande e voluminoso di un ippopotamo adulto una volta che vi si trovasse faccia a faccia.

Se così fosse probabilmente ci troveremmo al cospetto di una grave disfunzione cognitiva, che però avrebbe risvolti su tutta la vita di quell’uomo. Non è questo solitamente il caso dei piccoli cani, anche se per amor di correttezza non possiamo escludere in assoluto che un cane sia affetto da una tale disfunzione cognitiva, ma supponiamo che tale eventualità sia estremamente rara. È assai più probabile che proprio questa consapevolezza li spinga ad una iper-reattività nei confronti dei cani di taglia molto più grande di loro.

I possibili motivi per cui un cane piccolo abbaia a un cane più grande

Per provare a rispondere in modo generale a questa domanda, ricordando però che ogni individuo è un universo a sé stante e che quindi le generalizzazioni possono avere molti limiti, dobbiamo considerare alcuni fattori che riguardano i cani piccoli, tra i quali la scarsità di esperienze di socializzazione con cani di taglie diverse, generalmente causata dal comportamento di tutela spesso eccessiva da parte dei compagni umani di questi cani; l’interferenza emotiva delle persone sullo stato dei loro piccoli compagni, ossia, proprio lo scompenso di dimensione causa in partenza paura nelle persone che con grande rapidità viene assorbito dai loro cani, scatenando perciò una reazione di risposta; i problemi di autocontrollo e di equilibrio di molti cani di taglia medio-grande, in effetti per poter far fare esperienze positive di interazioni tra individui di taglie molto differenti è necessario che il cane di tagli a grande sia effettivamente molto equilibrato, consapevole e ben disposto all’interazione con i conspecifici (a prescindere dalla taglia).

Quest’ultimo elemento ci porterebbe ad ampliare troppo la questione sulla socializzazione, sullo stato d’equilibrio dei cani nella nostra società, e sulle opportunità di essere liberi nelle interazioni facendo esperienze educative soprattutto per i cani giovani e adolescenti, qui diremo che siamo ben consci delle difficoltà che vi possano essere nel voler fornire esperienze positive ai nostri piccoli compagni, anche quando effettivamente si presenterebbe l’opportunità con cani equilibrati e ben disposti. L’allenamento alla tutela e all’ansia non consentirà di fare queste esperienze positive, insomma un “cane” che si morde la coda.

Quindi, per tirare le fila del discorso e arrivare ad una conclusione, possiamo dire che spesso l’iper reattività dei cani di piccola taglia è sorretta dalla paura, spesso per la mancanza di socializzazione, alle volte per brutte esperienze passate con cani più grandi, altre volte a causa dello stato di allarme che i cani percepiscono piovergli addosso dai loro umani, a loro volta non socializzati con cani di taglie diverse.

Non possiamo certo escludere qui che alcuni piccoli cani, spinti da motivazioni competitiva, possessiva, territoriale, protettiva, molto accentuate (potremmo anche dire «troppo» accentuate) soprattutto dalla selezione artificiale siano spinti per lo più dall’emozione rabbia nei confronti dei conspecifici, spesso non solo quelli di taglie più grandi di loro, tutti i conspecifici.

In ultimo riproponiamo di mettere attenzione sul fattore socializzazione, che come ben sappiamo, ha a che fare con la prima infanzia dei cani, e se questi sono nati in un allevamento probabilmente avranno sperimentato l’interazione (se l’hanno sperimentata) con cani uguali a loro. Ciò significa che di fronte ad un cane enormemente più grande si sentiranno per forza di cose in pericolo. A questo punto daranno sfogo al picco emotivo, che sovente erompe in un furioso abbaio incontrollato, che si dimostra adattativo, ossia funzionale alla soluzione del problema: il piccolo cane viene preso in braccio e allontanato dal mostruoso cane gigante sanguinario. E questo teatrino si ripropone ogni volta che si incontra un cane grande confermando che è proprio così che le cose devono andare.

Ma le cose vanno sempre così?

No. Per fortuna no. Ci sono cani di piccola taglia molto socievoli, bravi comunicatori e soprattutto bravi nel leggere il linguaggio e le intenzioni dei loro conspecifici. Possiamo parlare di doti individuali innate, ma anche di opportunità di fare esperienze e di vivere con umani che gli hanno consentito si esprimersi senza metterli troppo a rischio, ma anche senza interferire sempre e inderogabilmente sulle loro interazioni con cani equilibrati di taglie diverse. Quando un cane è in equilibrio, è consapevole del mondo perché ne ha esperienza, quando sa che può contare sul suo gruppo sociale il giusto, ed ha raggiunto un buon livello di autostima, ecco che allora la taglia non conta più. Questo però non significa che allora un cane voglia interagire per forza con tutti quelli che incontra, ne che tutti quelli che incontrerà saranno buoni interlocutori per fare una esperienza interattiva positiva, ma significa che il nostro piccolo cane saprà come comportarsi interpretando correttamente il contesto e la situazione, e sapendo di avere una buona intesa con il proprio compagno umano non avrà bisogno di sbraitare né per evitare il cane di taglia grande minacciandolo né strillare l’allarme per “svegliare” quello che sta dall’altra parte del guinzaglio.

In definitiva, le interazioni tra cani di diverse taglie sono influenzate da una serie di fattori complessi che coinvolgono aspetti comportamentali, comunicativi ed emozionali. Il comportamento di abbaiare da parte dei cani di piccola taglia nei confronti di cani più grandi può essere il risultato di una combinazione di motivazioni che riflettono la natura unica di ciascun individuo e della situazione specifica. Forse studi futuri nell'ambito dell'etologia e della psicologia animale forniranno ulteriori prospettive per la comprensione di questo comportamento canino, nel frattempo speriamo di avervi dato elementi di riflessione per meglio comprendere e aiutare il vostro compagno a quattro zampe e ricordiamo che di fronte a dubbi e possibili incomprensioni, si possono consultare esperti educatori che potranno aiutarvi nel gestire le difficoltà e i possibili fraintendimenti.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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