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21 Marzo 2023
16:42

Nello zoo cinese il leone non mangia più: un video lo mostra ridotto pelle e ossa nel suo recinto

Per lo zoo cinese di Nanchino, il vecchio leone non riesce più a mangiare perché senza denti. Ma cambierebbe qualcosa se mangiasse, rimanendo prigioniero di una gabbia fino alla fine dei sui giorni?

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Giornalista
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Come ormai spesso accade, sono i social a dare l’allarme. Non solo in Europa ma anche in Cina dove, grazie ad un video pubblicato sulla versione cinese di Tik Tok, Douyin, sono diventate virali le immagini di Ala, un leone talmente magro da far fatica a reggersi in piedi. Arrivano dal Jinniu Lake Safari Park di Nanchino, uno zoo cinese considerato tra le grandi attrazioni naturalistiche da visitare durante un soggiorno nella città che sorge sul Fiume Azzurro a 300 chilometri da Shanghai.

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Il video che riprende Ala nel suo recinto lo mostra solo e ridotto ormai pelle e ossa, con grandi difficoltà di deambulazione e particolarmente affaticato. Il leone, quasi senza più criniera e con le costole ben in vista sotto la pelle, si aggira lentamente nello spazio che gli è riservato all’interno di una struttura che, dalle foto degli utenti che lo hanno visitato, appare molto più vicina ad un circo che ad uno zoo dove, pur con tutti i limiti strutturali, si garantisce solitamnete un accettabile livello di benessere animale.

Della struttura cinese, invece, i visitatori postano foto di esibizioni di foche in piedi a fianco degli addestratori, gruppi numerosi di orsi all’interno dello stesso recinto, felini in mostra e ippopotami a poca distanza dai visitatori ai quali è concesso dar loro da mangiare. Più che uno zoo, quindi, il Jinniu Lake Safari Park di Nanchino sembra essere un’esposizione forzata degli animali che possiede allo scopo di attirare più visitatori possibile.

Le foto sui social hanno scatenato un’ondata di commenti negativi sull’opportunità di mantenere un animale selvatico in quelle condizioni di cattività e sulla sua magrezza vista come sintomo di un maltrattamento. Rilanciato su Twitter dal gruppo We are not food, nato per denunciare la crudeltà e l'ingiustizia sugli animali principalmente in Asia, il video è stato poi pubblicato dal Daily Express e dal Sun richiamando ulteriormente l’attenzione occidentale.

Le spiegazioni che lo stesso zoo si è affrettato a dare delle condizioni del leone non hanno soddisfatto però i tanti che chiedono che venga trattato in maniera più dignitosa. Secondo il Jinniu Lake Safari Park di Nanchino, infatti, Ala non è diventato così magro per incuria o peggio ancora per maltrattamenti. Il motivo della magrezza è piuttosto da ricollegare all’età dell’animale. I suoi 25 anni, infatti, corrisponderebbero ad una ottantina di anni “umani”. Questo, e la conseguente perdita dei denti, avrebbe comportato l'obbligo ad una dieta liquida, sostenuta da poca carne in piccoli bocconi, che avrebbe portato il leone a perdere così tanto peso da sembrare abbandonato a se stesso. Inoltre le sue condizioni non permetterebbero, sempre a detta dello zoo, di farlo uscire all’aperto a sgranchirsi le zampe, non più di qualche minuto per due volte al giorno.

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Foche ammaestrate esposte nello stesso zoo cinese

Che si tratti di maltrattamento esemplare o di effetti di una vecchiaia vissuta in cattività, certo è che fa una certa impressione vedere un leone, che in natura può arrivare a due metri e mezzo di lunghezza e oltre un metro di altezza al garrese, possa essere ridotto in questo modo senza la responsabilità di chi si è impegnato ad occuparsene.

Già condannato contro il suo volere ad un “senza fine mai” immutabile e senza sconti di pena, sembra obbligato anche ad un doloroso ergastolo questo animale che in natura è considerato uno dei più grandi predatori al mondo con una bocca dotata di denti che possono raggiungere gli otto centimetri, taglienti ed affilati a sufficienza per lacerare la carne delle prede e raschiarla dalle ossa grazie ad una lingua ruvida e possente.

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Apatia, autolesionismo, aggressività, comportamenti stereotipati sono abituali per gli animali che vivono negli zoo. Malgrado l’esistenza dei parchi zoologici, più comunemente detti zoo, sia ad oggi giustificata sulla base di una loro ipotetica funzione come centri per l’educazione, la ricerca e la conservazione, nella realtà rappresentano spesso luoghi di intrattenimento per persone e famiglie, tanto che solo una minima parte degli zoo europei ha reintrodotto specie in natura e che solo l'8% degli animali di tutti gli zoo europei partecipa a veri progetti di conservazione, che sarebbe la motivazione ultima, oltre alla ricerca, dell'esistenza in vita di un'istituzione che appare sempre più obsoleta e priva di utilità.

Ma al netto di qualsiasi considerazione su ricerca e conservazione che, va detto, è figlia di una visione esclusivamente antropocentrica, l'unica considerazione davvero etica rimane quella sulla cattività a cui gli animali sono obbligati. In pericolo di estinzione o no, cosa da diritto agli umani di condannare alla prigionia perpetua e senza possibilità di appello, altri abitanti del Pianeta Terra?

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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