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23 Settembre 2023
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Nella Giornata Mondiale del Coniglio un progetto per le colonie dei parchi cittadini

La Giornata Mondiale del Coniglio, che si celebra in tutto il mondo il quarto sabato di settembre, continua a promuovere la protezione e la cura di questi animali. Il progetto dell'associazione Made in Bunny punta all'organizzazione di aree protette e recintate dove i conigli, sterilizzati, possano vivere liberamente.

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Giornalista
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Da venticinque anni la Giornata Mondiale del Coniglio, che si celebra in tutto il mondo il quarto sabato di settembre, continua a promuovere la protezione e la cura di questi animali. Selvatici o addomesticati che siano, infatti, i conigli sono diffusi su tutti il pianeta e pur provenendo dall’Europa e dall’Africa ormai sono presenti praticamente ovunque. In Italia, in particolare, rappresentano il terzo animale da compagnia nelle famiglie del paese e, esattamente come per gli animali domestici più conosciuti, questa larghissima diffusione dovuta anche alla loro dolcezza e alla mansuetudine che ne fanno ottimi compagni di vita, va di pari passo con gli abbandoni.

Anche per i conigli, infatti, la consuetudine dell’acquisto e, poi, dell’abbandono per incompatibilità e per incapacità di gestire la loro presenza dentro casa, è molto frequente. E forse, ancora più che per i gatti e i cani, è ancora più diffusa la percezione completamente errata che il coniglio sia un animale che, una volta lasciato libero in uno spazio aperto, possa cavarsela egregiamente da solo. «Ancora oggi troppe persone sono convinte, o fanno finta di crederlo, che un coniglio rilasciato in natura viva libero e si adatti senza troppi problemi – spiega Fabio Marcone, fondatore di Made in Bunny, nata in Italia nel 2018 con l’obiettivo della tutela legale del coniglio e del riconoscimento dei suoi diritti come essere senziente. – In realtà non è affatto così: un coniglio nato in cattività e cresciuto tra le mura di casa, o allevato e detenuto in gabbie o nei negozi di animali, non ha gli strumenti per vivere da solo in natura: non sa procurarsi il cibo, non sa difendersi dai predatori. Senza contare che i conigli che vengono venduti nei negozi sono frutto di incroci creati ad hoc per piacere agli acquirenti, e che ben poco hanno del coniglio selvatico: sono soggetti a diverse patologie se non gestiti correttamente. In questi casi, l’abbandono di un coniglio, oltre ad essere un reato, è una condanna a morte».

La conseguenza principe dell’abbandono è la formazione di colonie spontanee di conigli in aree verdi delle grandi città. Veri e proprio agglomerati di esemplari che si riproducono con grande facilità ma con la stessa facilità possono essere preda di malattie e morte. «In diversi comuni italiani esistono situazioni di colonie formate anche da centinaia di individui, frutto di abbandoni sconsiderati e spinti dalla falsa convinzione che il coniglio in natura viva “libero”. Un coniglio domestico abbandonato, invece, è una preda in un territorio sconosciuto, privo del background istintivo proprio degli animali selvatici per poter sopravvivere. Questi animali sono inoltre soggetti a patologie virali, per loro mortali e di facile ed immediato contagio, come mixomatosi e MEV 1 e 2, per le quali devono essere periodicamente vaccinati». Senza contare nutrie, cigni, oche e germani reali che spesso condividono con questi animali le stesse aree verdi e con le quali possono entrare in contrasto o addirittura in conflitto.

Roma, ad esempio ospita una di queste colonie nel Parco della Caffarella, una delle aree verdi più estese della capitale. «Si tratta di un gruppo tra i 300 e i 400 individui, almeno secondo il nostro ultimo censimento. Anche se, essendo presente anche un’area recintata, è impossibile dire quanti siano realmente». Come sottolinea anche l’Ente Parco della Caffarella «I conigli presenti nel parco non sono una specie autoctona né tantomeno animali selvatici, sono animali domestici abbandonati nel tempo dai proprietari e che da allora hanno colonizzato l’area. Per non metterne a rischio la sopravvivenza vi invitiamo a non alimentare e non lasciare cibo per loro: i conigli hanno il prato a disposizione e non hanno bisogno di altra alimentazione. Gli stessi regolamenti comunali richiamano a non somministrare cibo agli animali». Inoltre, sottolinea l’ente, è importante anche rispettare i loro bisogni etologici. «Evitare inoltre di avvicinarsi ai conigli specialmente in presenza di piccoli, onde evitare di arrecare stress e disturbo agli animali».

Ma gli abbandoni, purtroppo, non avvengono solo da parte di privati che si accorgono di aver fatto un acquisto errato. «Gli abbandoni – spiega Made in Bunny – arrivano anche da parte di allevatori rurali che spesso quando vedono un coniglio che non sta bene lo rilasciano in natura, nella errata convinzione che possa trovare guarigione nutrendosi di determinate erbe, e nello stesso tempo gli evita di dover denunciare alla ASL competente eventuali malattie presenti nell’allevamento». Ma le caratteristiche del coniglio lo spingono ad aggregarsi in gruppi sociali anche molto numerosi che tendono ad occupare zone dei parchi pubblici. «Questo comporta anche lo svilupparsi di malattie che diventano endemiche. Nelle regioni dove sono più frequenti gli allevamenti di conigli allevati per la loro carne le malattie, una volta stagionali, sono diventate radicate e presenti tutto l’anno».

Proprio da situazioni come quella dei conigli del Parco della Caffarella, e delle altre colonie italiane, è nato il Progetto Colonie di Made in Bunny che punta ad organizzare queste aree di frequentazione di conigli abbandonati che si sono trasformati in stanziali e hanno ricominciato a riprodursi autonomamente, senza la presenza di umani che li accudiscano. «La soluzione proposta nelle nostre istanze verso comuni ed ASL, è di contenere il numero di individui per evitare che si formino colonie troppo vaste, sterilizzando e prendendosi cura della colonia prima che diventi ingestibile sotto il punto di vista numerico: se gli Enti intervenissero subito creando spazi adeguati, prendendosi cura dei conigli, sterilizzando e facendo seguire la colonia da veterinari esperti, non si arriverebbe a situazioni che contano centinaia e centinaia di conigli, non gestite e non tutelate».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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