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31 Agosto 2023
9:00

Come capire se un coniglio è spaventato o rilassato?

I conigli sono animali molto sensibili, e decisamente più complessi di quanto si pensi. Comunicano principalmente attraverso posture e comportamenti, ed è importante osservarli attentamente per capire se sono rilassati o spaventati.

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Soffici, dall’aspetto tenero e indifeso, ma con un’indole decisamente più battagliera di quanto si possa pensare. I conigli sono il terzo animale da compagnia più popolare dopo cani e gatti, e si stima che circa il 5,2% delle famiglie italiane abbia almeno un coniglio da compagnia. Alla base della loro popolarità c’è però spesso la convinzione che siano animali poco complessi e che non richiedono particolari cure, pregiudizio molto distante dalla realtà: i conigli stringono legami sociali molto forti, anche con gli esseri umani, ed essendo in natura prede l'aspetto fisico e i modelli di comportamento si sono evoluti per favorire la sopravvivenza.

È dunque molto importante, per assicurare loro le migliori condizioni di vita, comprenderne il linguaggio corporeo e le emozioni. In particolare, per capire se un coniglio è rilassato o spaventato ci sono diversi modi, basati su segnali visivi, sonori e comportamentali: vediamo a cosa è necessario prestare attenzione.

Segnali visivi

In quanto prede, i conigli tendono a usare il meno possibile i suoni per comunicare, così da evitare di attirare l’attenzione di potenziali predatori. Per capire le loro emozioni e i loro stati d’animo è più utile l’osservazione dei segnali visivi, ovvero il movimento delle orecchie, il modo di camminare, la posizione della coda e la postura.

Un coniglio rilassato, per esempio, solitamente resta sdraiato su un fianco, o sulla pancia con le zampe posteriori distese, o ancora seduto con le orecchie appoggiate in modo “soffice” sulla testa.

Un coniglio spaventato, invece, tenderà a scappare e a cercare luoghi in cui nascondersi. Se non ve ne sono a disposizione, solitamente adotta una postura accovacciata, così da sembrare il più piccolo possibile, tenendo gli occhi sbarrati e le orecchie all’indietro. Le orecchie sporte in avanti sono un altro segnale di stato di allerta o di allarme.

Segnali sonori

Come detto, i conigli usano raramente i suoni per comunicare, ma ci sono delle eccezioni: possono manifestare la loro frustrazione o nervosismo sbattendo le zampe. Potrebbe accadere se si sentano minacciati o disturbati da qualcosa nell'ambiente circostante, come un rumore forte o la presenza di un estraneo, ma anche per lanciare un avvertimento: i conigli possono utilizzare il battito delle zampe come mezzo per avvisare altri conigli o membri del gruppo di un pericolo imminente. Si tratta di una forma di comunicazione interna per segnalare la presenza di una possibile minaccia, e può essere associata al digrignamento dei denti o al soffio.

Un’altra situazione in cui il coniglio potrebbe emettere suoni è quando ha molto dolore, o molta paura. In questi casi è possibile sentirlo fare un verso molto alto, che assomiglia a un urlo, e che serve anche ad avvisare altri conigli.

Segnali comportamentali

Quando un coniglio domestico si sente minacciato o spaventato tende ad adottare anche una serie di comportamenti peculiari. Oltre a sbattere le zampe sul terreno, potrebbe appunto tenere le orecchie appiattite sulla testa e spalancare gli occhi, accelerando la respirazione. Anche la marcatura “disordinata”, con feci lasciate in zone dove di solito non sporca, è un segnale di mancato adattamento o stress.

In situazioni di paura, se preso in braccio (non lo ama particolarmente, perché in quanto preda non apprezza le altezze e preferisce stare a livello del terreno), potrebbe poi scalciare con le zampe posteriori o arrivare a mordere. Leccare l’umano di riferimento è invece solitamente segno di attaccamento, così come leccarsi le zampe in sua presenza, ma se il leccamento diventa ossessivo, di contro, potrebbe essere specchio di disagio e stress, oltre che avere ricadute sull’apparato digerente per la formazione di boli di pelo.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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