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14 Settembre 2023
17:18

Morto Don Luis Apollo, il simbolo dei cani randagi del Cile: la sua filosofia era la libertà

Don Luis Apollo, il cane simbolo dei randagi del Cile, è morto all’età di 22 anni. Adottato da anziano, la sua umana ha rispettato fino all'ultimo la sua incredibile voglia di restare libero.

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Don Luis Apollo era popolarissimo a Osorno, comune del Cile nella Regione di Los Lagos, tanto che gli era stato intitolato di tutto, dalla prima clinica veterinaria comunale istituita in paese fino a una statua lignea realizzata con l’obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla “convivenza responsabile.

All’età di 22 anni però, purtroppo, tutta il paese con grande tristezza ha dovuto dare l’addio al simbolo dei cani randagi che aveva vissuto parte della sua esistenza in totale armonia con tutta la comunità. La notizia è stata condivisa attraverso i social media accompagnata dalla foto del cane ormai invecchiato e lo stesso Municipio ha postato un'immagine del sindaco che abbraccia Hilda Madrid, l’umana di Luis Apollo che lo aveva adottato nel 2019 quando il cane cominciava ad avere i primi acciacchi facendolo entrare nella sua famiglia per permettergli di vivere gli ultimi anni con tutte le cure necessarie, oltre a un ulteriore dose di amore.

Ma, prima di arrivare alla fine della storia, la vita di cane libero Luis la comincia molto tempo prima, esattamente quando all’età di sei mesi viene abbandonato dal suo pet mate per strada. Si racconta che dopo l’improvviso addio Luis Apollo abbia atteso il ritorno del suo umano per ben 19 anni fino ad arrivare a trovare la sua sistemazione con la signora Hilda.

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Cresciuto e allevato dalle persone di Osorno, sembra che non abbia mai perso la speranza di rivedere il suo pet mate, tanto che da tutti veniva paragonato al suo simile, ma più famoso Hachiko. In città, chiaramente si è fatto amare da tutti ed era divenuto famoso anche per la sua dipendenza dai biscotti alle mandorle "Carioca" che gli regalavano i commercianti del centro, oltre che per essere sempre in prima fila durante le parate e le marce che si tenevano a Plaza de Armas.

I cittadini dicevano sempre che il cane «pur appartenendo un po' a tutti, le porte di ogni di casa per lui  erano sempre aperte, non ha mai avuto un "padrone" che condizionasse la sua ragion d'essere», che era «libero come il vento» e ancora che «era la tenerezza di cui ogni giorno abbiamo sempre più bisogno», una «metafora dell'avventura che non si trova nel dizionario».

La sua filosofia era, insomma, la libertà e nonostante avesse accettato le cure di Hilda, restava un cane al quale nessuno poteva mettere un guinzaglio. La sua pet mate lo aveva capito e per questo con la sua adozione era diventato la prova della felicità che c'è nel rapporto uomo-animale quando non ci sono dimostrazioni di superiorità. Il 10 settembre Luis Apollo ha chiuso per sempre gli occhi, ma tutti sono convinti che li riaprirà in una terra nuova dove correrà verso la luce, felice, con la lingua di fuori come quando seguiva allegro le parate in città.

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Simona Sirianni
Giornalista
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