2 Marzo 2021
13:25

«Mi pungi come ragno ortica»: l’amore ai tempi degli aracnidi a Sanremo

Alla 71esima edizione del Festival di Sanremo ci sarà anche il brano "Bianca luce nera" di Extraliscio e Davide Toffolo. In questo appassionato inno all'innamoramento fatto di contrasti e metafore non mancano i riferimenti naturalistici, tra cui «mi pungi come ragno ortica». Quando si parla di ragni e di amore non si può fare a meno di pensare alla vedova nera e alla sua reputazione. Ma sarà tutto vero?

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Tra i 26 big della 71esima edizione del Festival di Sanremo debutteranno anche la band romagnola Extraliscio, accompagnati da Davide Toffolo, frontman dei Tre allegri ragazzi morti. Il loro brano, "Bianca luce nera", è una serenata che racconta una storia d'amore fatta di contrasti, cambiamenti e continue alternanze tra il bianco e il nero. Come spesso accade nelle canzoni, e nell'arte in generale, anche in questo spassionato inno all'innamoramento vengono utilizzate metafore naturalistiche come la «piantagione velenosa» o «mi pungi come ragno ortica» che esaltano ed enfatizzano il tema dell'amore. Non sappiamo con esattezza quale specie di ragno hanno voluto "omaggiare" gli autori, ma viene abbastanza naturale, quando si parla di amore e di aracnidi, pensare immediatamente alla vedova nera e alla sua famigerata reputazione da femme fatale. È arcinoto, infatti, che le femmine di questa specie uccidono il maschio subito dopo aver compiuto il "romantico" atto dell'accoppiamento. Ma è davvero proprio così?

Il cannibalismo amoroso dei ragni

Quando si parla di vedova nera ci riferisce al genere Latrodectus, un complesso di circa una trentina di specie velenose di cui una presente anche in Italia. Fin dall'inizio del secolo scorso questi ragni si sono guadagnati l'ingiuriosa fama di vedove perché era stato osservato più volte il fenomeno del cannibalismo da parte delle femmine nei confronti dei maschi. Come succede di frequente per osservazioni tanto estreme e caratteristiche, è bastato un attimo per bollare tale comportamento come sistematico, rendendolo universalmente accettato come prassi.

In realtà la maggior parte delle osservazioni si basavano su studi effettuati in laboratorio, dove gli esemplari contenuti in piccole teche erano costretti in uno spazio ridotto senza possibilità di fuga. Si trattava quindi di un comportamento "innaturale", o quantomeno forzato dalla condizione di cattività, ma in natura la musica sembra essere ben diversa. È ormai noto, infatti, che nella stragrande maggioranza dei casi i maschi riescono ad allontanarsi tranquillamente e a restare in vita in seguito all'accoppiamento. Anzi, in alcuni casi i maschi convivono anche per brevi periodi insieme alla femmina sulla stessa ragnatela.

Il rischio di essere mangiati "per amore" in realtà esiste, ma non riguarda solamente le vedove nere. Nella maggior parte dei ragni, infatti, le femmine sono molto più grosse dei maschi, e il cannibalismo occasionale, presente in tantissime altre specie anche fuori dal periodo riproduttivo, è abbastanza diffuso. Lo sbilanciamento a favore delle femmine potrebbe essere causato proprio da questa enorme differenza di taglia o semplicemente, da quanta fame le attanaglia.

Le diverse strategie dei maschi di vedova nera

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Un maschio (a destra) e una femmina di vedova nera con l’ooteca, l’involucro che contiene le uova.

Secondo un studio pubblicato su Animal Behaviour, infatti, pare che i maschi di vedova nera occidentale (Latrodectus hesperus) abbiano imparato a corteggiare solamente le femmine sazie, che avendo la pancia piena risultano essere molto meno propense al cannibalismo sessuale. Riescono a capire se la femmina ha già mangiato dalle sostanze chimiche presenti sulla ragnatela.

Ci sono ragni che però hanno scelto di adottare una strategia diametralmente opposta. Il redback spider (Latrodectus hasselti) è una specie molto velenosa che neanche a dirlo vive in Australia, terra d'origine di numerose specie di ragni, serpenti e altri animali potenzialmente pericolosi. Questi aracnidi sono tra i pochissimi animali al mondo in cui i maschi si offrono deliberatamente alle femmine per essere mangiati durante il rituale di accoppiamento. Durante la copula il maschio, molto più piccolo, fa delle vere e proprie capriole per posizionare l'addome verso l'apparato boccale della femmina. Nella maggior parte dei casi la femmina consuma completamente l'immenso dono del maschio mentre l'accoppiamento è ancora in corso. Ma quale potrebbe essere il vantaggio di un sacrificio tanto assurdo?

Due sono le possibili spiegazioni più accreditate. La prima è che offrirsi come pasto consente un periodo più lungo di copulazione e quindi un maggior numero di uova fecondate. La seconda è che le femmine che hanno mangiato un maschio, saziando il proprio appetito, potrebbero avere maggiori probabilità di rifiutarne altri successivamente. Cosa non si è disposti a fare per amore…

Nonostante i continui ritornelli sulla reputazione "maschicida" delle vedove, buona parte degli amori si conclude felicemente con la sopravvivenza di entrambi i partner. Come spesso accade lo spartito musicale del regno animale è molto più variegato e complesso di quanto siamo portati a credere. Ascoltare sempre la stessa musica ci ha portato a omogeneizzare e a esagerare un comportamento ricco di note e sfumature. Che sia arrivato il momento di cambiare musica?

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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