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31 Ottobre 2023
16:56

Lupo ucciso da un’auto nel Mantovano, Enpa: «Necessario costruire corridoi faunistici»

In attesa che le analisi dell’Istituto Zooprofilattico confermino che il cadavere ritrovato ieri mattina in un campo lungo la provinciale a Mantova sia davvero un esemplare di lupo, l'animale è solo l’ultimo di un lungo elenco di selvatici a perdere la vita sulle strade. Per questo le associazioni insistono con Governo e Regioni perché investano fondi sui corridoi faunistici.

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lupo

Il cadavere di un lupo è stato ritrovato nelle prime ore della mattina di ieri 30 ottobre in un campo della provincia di Mantova lungo la provinciale e dalle prime ipotesi sarebbe stato travolto da un'auto e poi abbandonato.

In attesa che le analisi dell’Istituto Zooprofilattico confermino la specie di appartenenza, quello che i soccorritori hanno comunque riconosciuto come un esemplare di lupo, è solo l’ultimo di un lungo elenco di animali selvatici a perdere la vita sulle strade. Un pericolo, quella della guida imprudente, non meno grave del bracconaggio con il quale questa rappresenta la prima minaccia per la conservazione la fauna italiana. Prendendo in esame la sola popolazione lupi, il Ministero dell’Ambiente stima che ogni anno ne vengano uccisi circa il 10 per cento dell’intera popolazione italiana. Numeri che, se per qualcuno sono irrisori, sono invece una pessima notizia.

Le associazioni animaliste, l’Enpa per prima, non fanno che chiedere al Governo e alle Amministrazioni delle varie Regioni di predisporre fondi per la creazione dei cosiddetti corridoi faunistici che permetterebbero a tantissime specie selvatiche di spostarsi liberamente su un territorio sempre più colonizzato dall’uomo e dalle attività antropiche. Queste percorsi dedicati, infatti, sono indispensabili per garantire agli animali di  muoversi in sicurezza, senza rischiare di essere investiti, ma allo stesso tempo diminuiscono drasticamente gli incidenti causati dalla fauna sulle strade. In altri Paesi è una soluzione già moto diffusa, anche perché ha un costo di molto inferiore se paragonato a quello causato dagli incidenti, senza dimenticare il grande danno in termine di biodiversità.

In Italia, non si può dire che non si sia studiato molto, ma in quanto ad azioni concrete non se ne vedono granché, una peculiarità del nostro Paese che da sempre investe troppo poco sui temi ambientali. ISPRA, però, ha pubblicato un lungo studio sull’importanza di creare corridoi che consentano il libero vagare della fauna al quale bisognerebbe dare un’occhiata per rendersi conto di quanto sarebbero importanti.

La realizzazione di questi corridoi, secondo l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, dovrebbe essere ritenuta una priorità ogni volta che si mette in cantiere una nuova infrastruttura per evitare che gli animali restino imprigionati fra arterie stradali e ferroviarie, creando quei conflitti con le comunità locali all’ordine del giorno. Gli animali, infatti, devono andare in dispersione, perché questo è un fattore fondamentale per la conservazione di una specie, sia sotto il profilo della variabilità genetica che per evitare un’inutile perdita di biodiversità con gli incidenti.

In questo senso strade, autostrade e ferrovia diventano fattori limitanti perché, come spiega bene Ermanno Giudici, presidente di Enpa Milano in un report dell’associazione «le specie selvatiche ovviamente non sono in grado di capire i confini artificiali rappresentati dai tracciati viari, pertanto per loro rappresentano solo delle barriere che devono essere aggirate o attraversate. Un animale, infatti, vuole solo raggiungere nuovi territori che significano per lui disponibilità alimentari, possibilità di stabilirsi e di riprodursi. Un desiderio che diventa un miraggio per il reticolo di infrastrutture che bloccano il suo passaggio».

E, infatti, purtroppo, le strade extraurbane sono costellate di cadaveri di animali: dalla microfauna come i rospi, che vengono schiacciati a migliaia nel periodo degli amori, alle specie più grandi come ricci, volpi, tassi per arrivare a cinghiali, lupi, cervi e anche orsi, raggiungendo numeri esorbitanti che non si sapranno mai perché solo gli animali di grandi dimensioni, se investiti, entrano nelle statistiche considerando che sono quelle le collisioni che provocano danni materiali e spesso feriti. Le morti dei piccoli animali, invece, non vengono rilevate e non sono mai presenti nei censimenti. Per questo, le associazioni tutte continuano a portare avanti questa battaglia affinché le Regioni si impegnino a costruire questi attraversamenti speciali, validissima soluzione per limitare la perdita di biodiversità e per tutelare il nostro capitale naturale.

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Simona Sirianni
Giornalista
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