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20 Dicembre 2021
16:37

In Trentino termo camere invece dei corridoi faunistici. Il proponente: «Costi coperti dall’Unione Europea»

Il Consigliere provinciale Gianluca Cavada propone un'alternativa ai corridoi faunistici per ridurre il numero di animali investiti in Trentino.

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Lo scorso 16 dicembre, il Consiglio Provinciale di Trento ha accolto la proposta di ordine del giorno del Consigliere Gianluca Cavada che prevede la promozione dell’utilizzo di termo camere per diminuire il numero di animali investiti lungo le strade. Si tratta di una soluzione alternativa rispetto a quella proposta dal Consigliere di Onda Civica Filippo Degasperi, il quale chiedeva invece di intervenire con la realizzazione di appositi corridoi faunistici.

«La mozione di Degasperi presentava forti vincoli legati ai costi di realizzazione – spiega a Kodami Gianluca Cavada – Inoltre i corridoi faunistici possono essere realizzati solo in alcuni luoghi che presentano le caratteristiche appropriate. Le"termo camere" invece hanno un costo inferiore, che può variare dai 50 mila ai 100 mila euro e può essere coperto al 100% dai fondi europei attualmente stanziati per le misure di Sviluppo Rurale (PSR), le quali rimarranno in vigore fino al 2022».

Il Piano di Sviluppo Rurale e il funzionamento delle termo camere

Il Piano di Sviluppo Rurale cui fa riferimento il Consigliere Cavada è uno strumento comunitario grazie al quale i paesi membri dell'Unione Europea possono attuare, attraverso finanziamenti agevolati, politiche ideate appositamente per le aree rurali: «Quello degli incidenti con gli animali selvatici è un problema particolarmente sentito per chi vive nelle valli ed è in continuo aumento – spiega Cavada – Solo nell'ultimo anno gli incidenti sono stati circa 1000. Un numero del 20% superiore all'anno precedente».

Secondo il Consigliere proponente però, a causare un aumento degli investimenti sarebbe anche il sempre maggiore numero di animali presenti sul territorio provinciale: «Negli ultimi 50 anni siamo passati da una presenza di circa 20 mila ungulati ai circa 75 mila del 2021, non c'è quindi motivo di evitare la ricerca attiva di una soluzione».

La proposta delle termo camere non è in realtà un'idea nuova ma un'alternativa che viene già testata in alcune zone della provincia: «Il sistema è attualmente in via di sperimentazione in Valle del Chiese, nel Trentino occidentale. A differenza dei metodi utilizzati fino ad ora, questa strategia ha il vantaggio di non creare assuefazione negli automobilisti – spiega Cavada – Le camere a infrarossi individuano con precisione sia di notte che di giorno gli animali che stanno per attraversare la carreggiata ed entrano quindi in funzione solo in caso di reale pericolo. Le amministrazioni inoltre, possono scaricare i dati riguardanti i rilevamenti, aumentando così la conoscenza riguardo il fenomeno nel luogo specifico».

Le risposte dei Consiglieri Degasperi e Dallapiccola

In seguito all'intervento di Giancluca Cavada durante la seduta del 16 dicembre è seguita una domanda da parte del consigliere Filippo Degasperi, il quale ha chiesto alla Giunta di specificare i tempi entro i quali verranno installate le termo camere: «I primi giorni di gennaio questo tema verrà inserito nel PSR – spiega Cavada – In seguito speriamo che i comuni incomincino immediatamente a fare domanda e presentare i propri progetti di realizzazione, i quali dovranno poi venire approvati da un tecnico forestale». Anche il Consigliere Dallapiccola, infine, è intervenuto a riguardo, ricordando che: «Tutti i tentativi di risolvere il problema in passato sono falliti e gli animali hanno continuato ad essere investiti anche con gravi conseguenze per le persone».

Secondo Giovanni Giovannini, responsabile del Servizio Faunistico provinciale intervistato da Kodami in occasione della bocciatura della proposta di Degasperi, la soluzione al problema degli investimenti è però un'altra e non riguarda unicamente gli interventi da parte della Provincia: «Servirebbe più attenzione da parte degli automobilisti – ha affermato – Vedremo una reale diminuzione degli incidenti solo con il rispetto dei limiti di velocità».

«La prudenza da parte degli automobilisti è ovviamente importante – conclude Cavada – Ma non è sufficiente perché evitare un animale che improvvisamente compare sulla carreggiata non è sempre semplice. Inoltre è comunque indispensabile intervenire anche per permettere agli animali di muoversi con meno rischi all'interno del proprio habitat».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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