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24 Luglio 2021
15:00

L’orso dal collare (Ursus thibetanus)

Gli orsi dal collare vengono chiamati anche orsi della luna o asian black bear e sono diffusi nelle foreste asiatiche dalla Siberia alla Thailandia fino al Giappone e la Korea. La specie viene considerata vulnerabile dall'IUCN a causa della riduzione dell'habitat e dell'utilizzo di parti del suo corpo nella medicina tradizionale.

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L'orso dal collare, anche detto orso della luna o orso tibetano, è un mammifero carnivoro della famiglia degli Ursidi appartenente al genere Ursus. In inglese questa specie viene chiamata asian black bear (orso nero asiatico) per via del colore scuro del mantello. La specie U. thibetanus è suddivisa in numerose sotto specie diffuse in zone diverse dell'Asia. U. t. formosanus è tipico dell'isola di Taiwan, U. t. gedrosianus vive tra Iran, Afghanistan e Pakistan. Le sotto specie laniger, U. t. thibetanus e mupinensis sono invece quelle himalayane. I più grandi sono gli U.t. ussuricus diffusi tra la Siberia, la Cina e la penisola della Korea, mentre la sottospecie più orientale, divenuta famosa durante le Olimpiadi di Tokio 2020 a seguito di un avvicinamento al campo da baseball destinato alle competizioni, è la Ursus thibetanus japonicus, diffusa soprattutto nell'isola di Hongshu.

Come è fatto l'orso dal collare

Si tratta di un orso di dimensioni medie il cui colore principale è il nero. Presenta inoltre una macchia color crema tendente al giallo che cambia però leggermente forma e colore in base alle zone di distribuzione. La focatura presente sul pelo, che tendenzialmente assomiglia ad una "V", è posta all'altezza del collo ed è il motivo per il quale questo mammifero viene chiamato "orso dal collare".

Le sue dimensioni raramente superano i 100 centimetri al garrese, mentre la lunghezza può arrivare anche ai 2 metri. I maschi pesano tra i 60 e i 200 chilogrammi e la grande differenza è data soprattutto dall'evoluzione delle diverse sottospecie, le quali adattandosi ad ambienti diversi tra loro, si sono sviluppate fino a raggiungere grandezze e pesi differenti. Il dimorfismo sessuale è evidente e infatti le femmine non superano i 140 chili.

Rispetto ad altre specie di orso, l'asian black bear è dotato di una parte anteriore del corpo molto forte, la quale gli permette di scalare gli alberi, trovando così più facilmente nutrimento.

La vita dell'orso tibetano

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Le abitudini di questa specie sono generalmente diurne ma spesso riduce il movimento durante il giorno divenendo quasi un animale notturno nei pressi delle zone fortemente antropizzate. Vivono in piccoli gruppi che generalmente sono composti da due adulti e due cucciolate. Sono considerati tra i più grandi arboricoli al mondo e possono passare sui rami degli alberi anche il 20% della loro intera vita. Rispetto ad altre specie di orso inoltre, l'orso dal collare si muove all'interno di un range di dimensioni minori. Nelle zone tropicali, dove non è costretto a ritirarsi nei mesi invernali infatti, questo animale difficilmente percorre distanze superiori ai 2 chilometri e talvolta non esce dal suo territorio di 1 chilometro quadrato.

La vita di questi animali ha una durata di circa 25 anni ma in passato ha raggiunto e superato anche i 40 anni, sebbene sia accaduto unicamente in cattività. Il maggiore pericolo per la sopravvivenza dell'orso dal collare, escluso l'essere umano, è rappresentato dal suo principale predatore, ovvero la tigre siberiana, la quale si nutre anche fino al 5% di questo plantigrado. In altre zone gli orsi della luna possono venire predati anche dai leopardi e dai lupi.

Cosa mangia l'orso dal collare?

L'orso tibetano è considerato onnivoro e le scelte alimentari dipendono dalle stagioni, trattandosi di un animale dalla dieta opportunistica, ovvero che varia in base alle disponibilità ambientali. Per prepararsi al periodo di ibernazione invernale guadagna peso nutrendosi di cibi ricchi di grassi come possono essere le ghiande, le noci o le castagne. Accade che si nutrano anche di piccoli roditori, di formiche, pesci volatili e altri mammiferi. Non disdegna inoltre le carogne abbandonate e talvolta caccia anche il bestiame. In generale però preferisce le piante e i frutti delle foreste in cui vive.

Riproduzione

Il periodo dell'accoppiamento è molto variabile in base alla latitudine ma generalmente inizia a metà giugno ed arriva ad agosto e i piccoli vengono dati alla luce solitamente nei primi mesi dell'anno successivo, dopo circa 200 giorni di gestazione, all'interno di nascondigli appositamente costruiti. Iniziano a camminare dopo i primi 4 giorni di vita, ma la maturità sessuale e l'indipendenza dai genitori avviene dopo 2 o 3 anni.

Habitat e distribuzione

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Secondo quanto riportato da uno studio condotto dall'IUCN (International Union for Conservation of Nature) la distribuzione della specie coincide grosso modo con le foreste dell'Asia meridionale e orientale, eccezion fatta per l'India centrale e meridionale, dove non è presente ed è sostituita dall'orso bradipo (Meursus ursinus). Nel Sud della Tailandia e in Malesia inoltre, la specie è sostituita dall'orso malese (Helarctos malayanus), sebbene esistano piccole zone in cui i due animali convivono. Non esistono stime precise riguardo il numero di individui viventi, ma secondo il governo giapponese solo sull'isola di Honshu ne sarebbero presenti tra gli 8 e i 14 mila. All'interno dei confini cinesi inoltre, gli individui sarebbero compresi tra i 15 e i 42 mila esemplari. Nessuna ricerca ha fino ad ora determinato però un numero preciso che permetta di conoscerne la reale densità all'interno dell'areale di distribuzione.

Gli orsi della luna occupano foreste e boschi di latifoglie e conifere dal livello del mare fino ai 4300 metri dell'India Nord orientale. Il loro comportamento è caratterizzato da una migrazione stagionale in base alla disponibilità di cibo che deve essere sufficiente soprattutto in autunno per il periodo che anticipa l'ibernazione. Per questo motivo l'habitat ideale di questa specie è dotato di una grande quantità di ghiande, noci, nocciole che possano dare il nutrimento necessario per superare l'inverno. Nelle regioni più meridionali dell'areale di distribuzione dell'orso dal collare, il letargo non è necessario, in quanto le temperature non scendono abbastanza per ridurre la disponibilità alimentare.

Questi grandi mammiferi si nascondono all'interno di alberi cavi o di ceppi di alberi capovolti, ma sono anche in grado di scavare tane sotto la terra o costruirsi giacigli tra le foglie.

L'orso dal collare e l'uomo

L'orso dal collare viene considerato vulnerabile dall'IUCN a causa della deforestazione che ne distrugge l'habitat.Numerosi abbattimenti avvengono inoltre ogni anno in quanto la medicina tradizionale cinese utilizza molte parti del corpo di questo animale per la produzione di medicinali. Uno dei fattori che rende la specie perseguitata dall'uomo è la tradizione delle fattorie della bile, dove questi orsi vengono rinchiusi per estrarre appunto il liquido dal corpo dell'orso. Numerose associazioni si occupano di recuperare gli animali vittime di maltrattamenti all'interno di queste strutture dove le gabbie sono spesso molto piccole e causano danni anche irreparabili dal punto di vista psico fisico agli animali.

In alcune zone dell'Asia meridionale inoltre è ancora in uso la pratica del combattimento di orsi contro i cani, anche detto bear-baiting. In questo caso l'orso viene privato preventivamente di artigli e denti, prima di essere obbligati a questa crudele pratica.

La caccia sportiva di questo plantigrado asiatico è legale solo in Giappone e in Russia, paese, quest'ultimo, in cui ogni anni vengono uccisi circa 100 esemplari legalmente, a fronte di una stima di uccisioni legate al bracconaggio che superano i 500.  La caccia in Giappone invece sta vedendo un lento ma continuo declino a partire dagli anni 80 e rimane un'usanza diffusa solamente in alcune zone agricole legate alla tradizione rurale. In queste zone, dove l'habitat dell'animale viene gradualmente ridotto a causa della produzione di nuovi pascoli e colture, stanno nascendo però sempre più spesso conflitti con gli esseri umani, dati proprio dalla condivisione dell'habitat.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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