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8 Gennaio 2023
12:00

Lo struzzo (Struthio camelus)

Lo struzzo è l'uccello vivente più grande del mondo. Un tempo si poteva trovare anche in Asia, ma oggi è diffuso solo in Africa Subsahariana.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
struzzo

Lo struzzo (Struthio camelus) è un uccello di grandi dimensioni incapace di volare. Appartiene all'ordine Struthioniformes e viene considerato originario dell'Asia sudoccidentale, della Penisola Arabica e dell'Africa, ma purtroppo è stato cacciato fino all'estinzione quasi ovunque e oggi vive sono in Africa subsahariana e in alcune zone dell'Africa meridionale.

Come è fatto lo struzzo

Sebbene il nome "struzzo" sia riferito al genere maschile, viene utilizzato anche per le femmine, che vengono definite semplicemente "struzzi femmina".

Gli individui adulti raggiungono generalmente i 2 metri di altezza e possono superare i 130 chili di peso. Vengono infatti considerati gli uccelli viventi più grandi del mondo e le loro uova hanno dimensioni paragonabili a 24 uova di gallina messe insieme (circa 20 centimetri per un chilo e mezzo di peso).

Questa specie non è in grado di volare, perché le ali sono troppo piccole per sostenere il suo importante peso.

Le zampe, invece, sono lunghe e robuste, hanno due dita e sono completamente prive di piume, fatta eccezione per alcune zone delle cosce. Le potenti leve permettono allo struzzo di raggiungere i 70 chilometri all'ora.

Il dimorfismo sessuale è evidente in particolare per via del colore del piumaggio che, nel caso dei maschi, è di colore nero carbone sul tronco e bianco sul coda e collo, mentre le femmine sono grigie e bianche.

Il corpo è robusto e il collo è particolarmente lungo e privo di piumaggio. La testa, invece, è decisamente piccola rispetto alla mole complessiva e il becco è dritto e quasi appuntito. Le orecchie sono nude e piatte sul capo, mentre gli occhi sono neri, posti sui lati della testa e con una palpebra superiore provvista di ciglia.

Esistono quattro sottospecie di struzzo (S.c. camelus, S.molybdophanes, S.m. massaicus, anche detto struzzo masai, e S.c. australis, anche detto struzzo australe), le quali si distinguono soprattutto per l'habitat in cui sono distribuite. Solo in alcune piccole zone, infatti, è presente più di una sottospecie.

Abitudini di vita

struzzo

Secondo quanto riportato in uno studio condotto dall'Institute of Genetics and Animal Biotechnology della Polish Academy of Sciences e pubblicato nel 2009, lo struzzo è un animale tendenzialmente diurno ma, talvolta, si attiva anche durante la notte.

Gli struzzi vivono generalmente in gruppi che possono comprendere da 5 a 50 individui, ma si suddividono in gruppi più piccoli durante il periodo degli accoppiamenti. Normalmente condividono l'habitat con altre specie come antilopi e zebre.

Il territorio di un gruppo può avere una dimensione variabile dai 2 ai 15 chilometri quadrati. Si tratta di una specie che apprezza le zone in cui vi sia almeno un accesso all'acqua. Gli struzzi, infatti, si immergono volentieri.

Per non essere visti dai predatori, talvolta, abbassano il collo appoggiando il capo al suolo. Secondo quanto riportato dal Museo di Zoologia dell'Università del Michigan, questo è quasi certamente il comportamento che sta alla base della diffusa convinzione che gli struzzi sotterrino la testa nel terreno.

Habitat e distribuzione

Al giorno d'oggi gli struzzi sono limitati alle regioni più secche e sabbiose dell'Africa centrale e meridionale ma, fino alla metà del XX secolo, si trovavano anche in Asia sudoccidentale, nella Penisola Arabica e in molte zone dell'Africa. A ridurne l'habitat è stata prevalentemente la persecuzione da parte dell'uomo.

Gli stati in cui è ancora presente sono in particolare quelli che si estendono dal Senegal all’Etiopia e fino alla Tanzania. Vi sono inoltre alcune popolazioni di struzzo in Africa meridionale.

Alimentazione

Gli struzzi sono animali erbivori che si nutrono principalmente di vegetali. Occasionalmente, però, mangiano resti di carcasse abbandonate da predatori carnivori. In alcuni territori si sono adattati a nutrirsi di locuste o di altri piccoli animali disponibili all'interno dell'habitat.

Si adattano facilmente alla siccità e, infatti, possono sopravvivere senza acqua per lunghi periodi di tempo.

Riproduzione

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La stagione degli accoppiamenti dura mediamente 5 mesi e, in base alle zone, può anticipare o posticipare il suo inizio, il quale avviene verso il primo periodo della primavera.

Il modello riproduttivo varia in base alla zone geografiche. Generalmente gli struzzi vivono in gruppi formati da individui di entrambi i sessi e strutturano complesse gerarchie. I maschi sono territoriali e competono tra loro per avere accesso alle femmine. Durante i combattimenti utilizzano anche uno speciale artiglio posto tra le due dita.

Per ottenere l'accesso all'accoppiamento si esibiscono in comportamenti molto complessi che comprendono anche un'importante comunicazione sonora fatta di sibili e altri rumori. Secondo uno studio condotto dall'Università di Debrecen, in Ungheria, e pubblicato nel 2020, le femmine dimostrano la propria disponibilità all'accoppiamento producendo suoni con il becco, il quale viene chiuso e aperto rapidamente.

Una volta creati i gruppi per l'accoppiamento (un maschio per circa 3/7 femmine), scavano nella terra nidi comuni all'interno dei quali vengono deposti da più femmine un numero variabile di uova (da 15 a 60). Le uova impiegano circa 40 giorni per schiudersi e lo svezzamento viene suddiviso tra maschi e femmine. Mentre i maschi si occupano della sorveglianza durante la notte, le femmine si alternano durante il giorno.

Lo struzzo e l'uomo

Gli struzzi venivano perseguitati per via della loro pelle, da cui si ricava un pregiato cuoio, e per le grandi piume. Le uova, invece, vengono predate sia dall'uomo che da altre specie.

Le tribù locali utilizzano i gusci delle uova come strumento per trattenere l'acqua e per bere.

Non si tratta di un animale aggressivo nei confronti degli esseri umani ma, in caso di minaccia, può sferrare potenti calci capaci di ferire gravemente o addirittura uccidere i predatori. Una strategia a cui però, generalmente, preferisce la fuga.

Si tratta di una specie selvatica e lo struzzo non va assolutamente adottato per la vita domestica. In tutto il mondo sono diffusi allevamenti che destinano questi uccelli al mercato alimentare.

Fortunatamente negli ultimi decenni la domanda di carne, pelle e piume di struzzo è notevolmente diminuita e, ad oggi, la IUCN cataloga la specie nella categoria LC, ovvero lontana dal pericolo di estinzione.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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