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3 Settembre 2023
12:00

Lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus)

Lo squalo grigio è una specie del genere Carcharhinus e della famiglia Carcharhinidae, che vive nelle acque tropicali e temperate di tutto il mondo, dal Mediterraneo all'Oceano Pacifico. Si riconosce per la lunga pinna dorsale e raramente è stato associato ad attacchi a persone.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
Carcharhinus plumbeus

Lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus) è una specie del genere Carcharhinus e della famiglia Carcharhinidae, che vive nelle acque tropicali e temperate di tutto il mondo, dal Mediterraneo all'Oceano Pacifico. Si tratta di uno squalo di medie dimensioni, riconoscibile per la lunga pinna dorsale.

In inglese viene chiamato anche Sandbank Sharks e ciò deriva dall'abitudine di abitare i fondali sabbiosi dell'oceano.

Come è fatto lo squalo grigio

Gli squali grigi sono generalmente di colore grigio/marrone oppure bronzeo. Hanno la parte inferiore del corpo quasi bianca e le estremità più scure. Sui fianchi, spesso, presentano invece una fascia completamente bianca.

Il muso è allungato e moderatamente appuntito, i denti sono triangolari e seghettati e le pinne dorsali sono più lunghe rispetto alla media. Le altre pinne sono più piccole e hanno un colore più scuro vicino la punta. Alla nascita gli squali grigi misurano circa 56/70 centimetri di lunghezza, mentre una volta adulti arrivano a una lunghezza massima di 3 metri (mediamente 140/260 centimetri). Il sito del Georgia Aquarium lo descrive con un peso medio di 90 chilogrammi, ma il record è di 118 chili.

Il dimorfismo sessuale è evidente, in quanto le femmine sono generalmente più grandi e pesanti dei maschi.

Lo squalo grigio del reef (Carcharhinus amblyrhynchos) ha un aspetto piuttosto simile a questa specie, ma ha dimensioni inferiori e, generalmente, non supera i 160 centimetri di lunghezza. Lo squalo bianco (Carcharodon carcharias), invece, non può essere confuso con lo squalo grigio, perché può raggiungere addirittura i 7 metri. Lo squalo tigre (Galeocerdo cuvier) ha il muso più arrotondato e lo squalo leuca (Carcharhinus leucas) è riconoscibile per via della pinna dorsale più piccola.

Gli squali martello appartenenti alla famiglia Sphyrnidae, infine, sono distinguibili per via delle loro teste estese in larghezza a forma, appunto, di martello.

Habitat e distribuzione

Lo squalo grigio è una specie pelagica costiera che vive nelle acque temperate e tropicali degli oceani di tutto il mondo. In particolare, viene considerata la specie più presente nelle coste dell'Atlantico occidentale. Inoltre è presente nel Mediterraneo e anche in Italia. In particolare, gli avvistamenti sono noti nei pressi delle isole Pelagie.

Nell'Indo-Pacifico la sua presenza si estende dal Golfo Persico, al Mar Rosso e dall'Africa meridionale e orientale fino alle Isole Hawaii.

Generalmente si muove a profondità che variano da 1 a 280 metri. I giovani, però, si spostano maggiormente in aree costiere, per riuscire ad alimentarsi evitando le predazioni da parte di altri squali. Secondo quanto descritto sul sito del Museo di Zoologia del Michigan, soprattutto gli adulti compiono migrazioni piuttosto lunghe e prediligono le acque tropicali.

Nonostante l'ampio areale di distribuzione, le popolazioni sono in calo a causa della pesca accidentale e non solo. La specie viene infatti anche uccisa per il consumo della carne. Le lunghe pinne vengono considerate trofei pregiati da parte di alcuni pescatori e, in misura minore, questo squalo viene ucciso anche per l'utilizzo della pelle e dell'olio di fegato nella medicina tradizionale. Secondo la IUCN, infatti, lo squalo grigio è considerato vulnerabile al rischio di estinzione.

Cosa mangia

Lo squalo grigio è una specie dalle abitudini alimentari opportuniste. La sua dieta varia quindi a seconda delle prede presenti nell'ambiente ma è per la maggior parte composta da pesci (osteitti e condritti), crostacei come granchi e gamberetti, altri squali, razze e polpi.

Un gruppo di ricercatori dell'Institut National des Sciences et Technologies de la Mer di Sfax, in Tunisia, ha analizzato il contenuto degli stomaci di 130 squali grigi deceduti, rilevando un consumo sporadico e marginale di crostacei. Secondo quanto osservato, questa tipologia di prede (in questa zona del Mediterraneo) potrebbe rappresentare un alimento accidentale e non volontario.

Abitudini e riproduzione

L'accoppiamento avviene tra maggio a giugno nell'Emisfero Settentrionale e tra ottobre a gennaio a Sud dell'Equatore. Le femmine, spesso, riportano graffi profondi e lacerazioni inflitte da maschi che, in questo periodo, propongono comportamenti aggressivi nei loro confronti.

Si tratta di una specie vivipara e le femmine nutrono infatti gli embrioni attraverso la placenta. La gestazione dura dagli 8 ai 12 mesi a seconda della latitudine e la madre dà alla luce da 6 a 13 piccoli.

Le femmine si riproducono ogni due anni e il parto avviene in acque poco profonde, dove i cuccioli possono avere una maggiore protezione dagli squali più grandi e, in particolare, dallo squalo toro, che è noto per predare proprio i giovani individui di questa specie, i quali rimangono nelle vicinanze del luogo di nascita per 9 o 10 mesi e poi formano gruppi che si spostano in acque più profonde. Torneranno in questi luoghi nei mesi più caldi attraverso delle brevi migrazioni. Gli adulti, a partire dai 5 anni di età, effettuano migrazioni più lunghe.

Lo squalo grigio è pericoloso per l'uomo?

Lo squalo grigio predilige prede di piccole dimensioni e, secondo quanto riportato sul sito del Museo della Florida, generalmente non rappresenta una minaccia per gli esseri umani. Solo raramente, infatti, è stato associato ad attacchi a persone. Ciò nonostante, non si può considerare una specie innocua ed è comunque bene prestare la massima attenzione in caso di incontro.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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