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4 Gennaio 2024
12:15

Lo spettacolo dei daini nel cantiere deserto nell’entroterra di Genova

Un gruppetto di daini è stato immortalato in un cantiere deserto, con i palchi chiaramente visibili anche al buio e a distanza. Sullo sfondo, i boschi dell’entroterra ligure. Una foto che ha del fiabesco, condivisa sui social dal Parco regionale dell’Antola.

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Un gruppetto di daini immortalati nello spiazzo di un cantiere fermo per le vacanze, i palchi chiaramente visibili anche al buio e a distanza, sullo sfondo i boschi dell’entroterra ligure. L’immagine arriva da Torriglia, piccolo borgo incastonato nelle vallate Trebbia e Scrivia, ai piedi del monte Prelà: una foto che ha del fiabesco, condivisa sui social dal Parco regionale dell’Antola, comprensorio che tutela e valorizza il versante padano dello spartiacque appenninico genovese.

Avvistare daini, caprioli e persino lupi in questa zona non è affatto inusuale, e gli abitanti sono ormai abituati a occasionali incursioni da parte della fauna selvatica in paese. La presenza di più animali nel cantiere è però qualcosa di un po’ più rara, ed è stato anche per questo che l’ente parco ha voluto condividere la foto e ricordare anche come comportarsi in situazioni di questo genere.

«Approfittiamo per ricordare che, anche in caso di incontro apparentemente amicale, è bene non avvicinarli, dar loro cibo o accarezzarli – mettono in guardia dal Parco dell’Antola – Oltre a non conoscere appieno la reazione, gli animali selvatici non dovrebbero fidarsi dell'uomo che non in tutti i casi li approccia per amore. Inoltre, se si abituano al cibo per mano umana non saranno più in grado di procacciarsi le risorse e il rischio si manifesta anche nel momento in cui, alimentandoli, ne alteriamo le dinamiche di gruppo interne e quindi la gerarchia, potenzialmente compromettendo sopravvivenza dei singoli individui. In definitiva, hanno solo bisogno di essere rispettati».

Quanto condiviso dall’Ente Parco è particolarmente importante, perché nonostante i tanti avvertimenti e le campagne di sensibilizzazione portate avanti da esperti e associazioni troppo spesso queste indicazioni vengono ignorate. Sono numerosi infatti i casi balzati agli onori della cronaca che coinvolgono animali selvatici diventati “mascotte” di borghi e paesi, animali che sembrano avere perso del tutto il timore verso l’essere umano e gli ambienti antropizzati e finiscono per abituarsi alla presenza dell’uomo e addirittura a farvi affidamento per nutrirsi.

Con conseguenze a volte tragiche: è il caso del cervo Bambotto, presenza fissa a Pecol, in provincia di Belluno, e ucciso a fine ottobre da un cacciatore di 23 anni che non ha dovuto fare altro che alzare il fucile, puntare e fare fuoco per abbatterlo. E ancora l’orsa Amarena, presenza fissa per anni nelle strade dei borghi dell’Abruzzo, uccisa nella serata del primo settembre da un cacciatore che l’ha colpita alle spalle dopo averla avvistata nel suo cortile.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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