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27 Febbraio 2024
17:29

Le conseguenze dei disturbi comportamentali del cane sulle persone di riferimento

Nella maggior parte dei casi le ricerche hanno evidenziato come gli animali rappresentino una risorsa per l’essere umano. Ma cosa succede, invece, quando il cane ha dei problemi comportamentali? Vediamo insieme come affrontare tale situazione al fine di tutelare la salute di entrambi.

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In ambito psicologico sempre più di frequente si fa riferimento ai numerosi benefici che gli animali di famiglia (ed in particolare cani e gatti) apportano alla salute mentale degli esseri umani, provvedendo ai bisogni fondamentali di affetto e vicinanza, ma anche semplicemente permettendoci di trascorrere più tempo all’aria aperta.

Gli studiosi di quello che viene definito human-animal bond hanno esaminato, appunto, il legame che esiste tra essere umano e cane o gatto e nella maggior parte dei casi queste ricerche hanno evidenziato come gli animali rappresentino una risorsa per l’essere umano.

Ma cosa succede, invece, quando il cane ha dei problemi comportamentali? La sua salute psicologica, in questi casi, si ripercuote sulle nostre vite, con effetti il più delle volte negativi. Vediamo insieme come fare quando il nostro amico presenta un disturbo comportamentale.

Quali rischi per il pet mate?

Poche ricerche si sono concentrate sugli effetti di cani con problemi comportamentali sulla salute psicologica dei rispettivi pet mate. Nonostante ciò, è stato dimostrato che le conseguenze sono assimilabili a quelle che si osservano quando un membro della famiglia sta male: tale situazione impatta negativamente sull’intero sistema familiare (Christiansen et al., 2013). Del resto, la maggior parte dei pet mate, in particolare quelli che sono stati in grado di instaurare un buon rapporto con il proprio animale, considera il cane o il gatto un membro del nucleo familiare a tutti gli effetti.

In questi casi, le sfide che le persone devono affrontare quotidianamente sono numerose e variano in funzione del disturbo del cane o del gatto in questione, del tipo di rapporto instaurato e, più in generale, delle caratteristiche di tutta la famiglia in cui tale animale è inserito.

Tuttavia, possiamo individuare alcune aree che generalmente risultano di difficile gestione da parte di chi convive con i disturbi comportamentali degli animali di famiglia. Prima di tutto, soldi e tempo, ovvero il denaro necessario per la cura del cane o del gatto in questione, così come il tempo di cui abbiamo bisogno per occuparci di lui in maniera ottimale. Spesso, infatti, le persone affermano di percepire mancanza di tempo sufficiente per sé stessi durante il giorno. Si tratta di una condizione in cui la vita del pet mate va riadattata in base alle esigenze dell'animale e questo, come già detto, in misura maggiore rispetto al solito.

Alcune volte, ad essere ostacolata potrebbe essere anche la vita sociale, come nei casi in cui si ha difficoltà ad uscire di casa con il proprio animale, ad invitare gente a casa o, ancora, a lasciarlo da solo. In questo senso, le occasioni di incontrare i nostri amici potrebbero risultare ridotte, con tutti i relativi sentimenti di esclusione ed isolamento che ne derivano. Inoltre, vedere il nostro compagno di vita stare male potrebbe incidere anche sulla nostra vita affettiva, portandoci a sperimentare più di frequente ansia, tristezza, paura e anche rabbia e senso di impotenza.

Il costo della relazione

Ogni relazione, che sia con altri esseri umani o con animali, ha un costo solo che, in questi casi, è un po’ più alto e ci risulta, quindi, più evidente. Anche quando il nostro cane gode di un’ottima salute mentale dobbiamo occuparci di portarlo a spasso, comprargli il cibo o giocare con lui, ma generalmente per i pet mate i benefici superano i costi percepiti, e questo rende la relazione soddisfacente per entrambe le parti.

Ne abbiamo parlato su Kodami, ad esempio, per raccontarvi la storia di Hiro, un Pastore Tedesco che è stato abbandonato dalla sua famiglia nel momento in cui ha iniziato a esprimere un comportamento ossessivo compulsivo che si manifestava nel tail chasing, ovvero nell'inseguirsi la coda senza soluzione di continuità. La veterinaria esperta in comportamento Ludovica Pierantoni ha spiegato proprio i "costi della relazione" in un video servizio dedicato poi al mostrare quanto invece la terapia riabilitativa che poi Hiro ha fatto lo ha portato a ritrovare una sua normalità, sebbene sia ancora in rifugio in attesa di un'adozione consapevole (per info su Hiro potete chiamare Diana Letizia, la direttrice di Kodami che lo continua a seguire personalmente: 3421418144).

Cosa fare?

Il peso che grava sulle spalle di chi si prende cura di questi animali può essere consistente e, in alcuni casi, purtroppo, potrebbe anche condurre al gesto estremo di abbandonarlo. Al fine di non arrivare ad una situazione che ci sembra irreparabile, sicuramente una buona pratica è quella di agire tempestivamente, senza aspettare troppo tempo, magari nella convinzione (erronea) che le cose si sistemeranno da sole.

Affrontare le situazioni difficili come questa può richiedere un cospicuo sforzo emotivo e a volte ignorare il problema ci può sembrare la scelta migliore. In realtà, però, difficilmente è così e spesso rivolgersi ad un veterinario esperto in comportamento animale si rivela la strategia più efficace. Del resto, sarà lui o lei a dirci, poi, se il problema sussiste o meno, ma in ogni caso soltanto una visita ci permetterà di chiarire tutte le nostre perplessità.

Rivolgersi ad un veterinario esperto in comportamento animale

Il primo – e probabilmente più importante – passo è dunque quello di rivolgersi ad un veterinario esperto in comportamento. Per quanto noi possiamo provare dolore nel vedere il nostro animale assumere determinate condotte, o soffrire per aver dovuto riadattare la nostra routine agli specifici bisogni del cane, la priorità è, in questo momento, la sua salute.

Del resto è proprio il cambiamento comportamentale la causa del nostro dispiacere, ed è su quello che prima di ogni altra cosa bisogna agire. Uno studio su questo tema (Buller & Ballantyne, 2020) evidenzia proprio come il rivolgersi ad un esperto possa alleviare anche la sofferenza di noi umani.

Condividere con un individuo che ne sa molto più di noi le proprie preoccupazioni può permetterci di ricevere tantissime informazioni utili su come far fronte al disagio nel migliore dei modi e di come prenderci cura del nostro amico. Nei casi in cui si adotta un animale consapevoli del fatto che sia affetto da un disturbo, infatti, si potrebbe essere più preparati. Tuttavia, il cane o il gatto potrebbe anche sviluppare il problema comportamentale successivamente e, per questo motivo, potremmo non essere sufficientemente informati.

Un veterinario esperto in problemi comportamentali potrà chiarire i nostri dubbi ed eventualmente farci notare gli errori che, inconsapevolmente, facciamo noi: mai con lo scopo di colpevolizzarci ma sempre in vista di una relazione sana e felice con il nostro cane o gatto.

Rivolgersi ad uno psicologo

Qualora se ne avvertisse la necessità, si potrebbe anche prendere in considerazione di rivolgersi ad uno psicologo o uno psicoterapeuta. Considerato l'impatto che tale situazione ha sulla nostra vita, una buona idea potrebbe essere quella di parlare con una persona esperta: insieme si potrà attribuire un significato alla nostra esperienza e vedere la situazione da un punto di vista al quale forse non avevate pensato.

Ci potremmo chiedere perché rivolgersi ad uno psicologo, se magari già disponiamo di una rete sociale pronta a fornire un adeguato supporto in caso di necessità. In realtà, per farlo non è indispensabile sentire una mancanza di sostegno da amici e familiari. L'affetto dei nostri cari è un aspetto imprescindibile delle nostre vite, ma anche nei casi in cui ci si sente sufficientemente capiti da questi ultimi potrebbe essere proficuo rivolgersi a qualcuno esperto sulla salute mentale.

Si tratta, infatti, di due tipi di aiuto molto diversi, che in nessun caso si andranno a sovrapporre. Ad ogni modo, aprirsi con un esperto ci permetterà di alleviare il carico emotivo (ma anche concreto) e di apprendere ad affrontare diversamente le difficoltà. In tal modo, ne beneficeranno tutti, poiché saremmo in grado di provvedere alle esigenze del nostro pet nel migliore dei modi.

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Giorgia Inferrera
Psicologa
Laureata in Psicologia e appassionata fin da piccola di tutto ciò che riguarda il regno animale. Attraverso Kodami ho l'opportunità di scrivere sul modo in cui questi due universi dialogano.
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