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13 Settembre 2021
15:34

Demenza del cane e del gatto

La demenza senile nel cane e nel gatto è un disturbo che compare frequentemente in età geriatrica. È spesso sottodiagnosticato, perché si pensa che i disturbi siano da attribuire all’età avanzata. La causa è da ricercare nel decadimento dell’attività cerebrale. Gli animali colpiti manifestano deficit cognitivi e problemi comportamentali. La terapia è prevalentemente sintomatica.

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Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Articolo a cura del Dott. Giuseppe Borzacchiello
Medico Veterinario e Professore universitario, esperto di patologia animale
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La demenza senile è un disturbo del cane e del gatto che compare frequentemente in età geriatrica. E’ spesso sottodiagnosticato, perché si pensa che i disturbi siano da attribuire all’età avanzata. La causa è da ricercare nel decadimento dell’attività cerebrale. Gli animali colpiti manifestano deficit cognitivi e problemi comportamentali. La terapia è prevalentemente sintomatica ed è tanto più efficace quanto più precocemente si inizia.

Che cos’è la demenza senile nel cane e nel gatto?

La sindrome da disfunzione cognitiva o demenza è un disturbo neurocomportamentale che colpisce cani e gatti in età avanzata e si caratterizza per una riduzione delle facoltà cognitive e conseguenti cambiamenti comportamentali non attribuibili ad altre condizioni mediche. La prevalenza di questa malattia nei cani è maggiore quanto più l’animale avanza con l’età, mentre nei gatti si osserva un’incidenza minore.

La demenza nel cane e nel gatto è sottodiagnosticata poiché i cambiamenti comportamentali che si osservano sono attribuiti all’età avanzata e non tutti i  medici-veterinari potrebbero diagnosticare correttamente la malattia.

Cause della demenza senile

Il cervello con l’età va incontro ad una riduzione della sua massa complessiva cui si associano significative alterazioni metaboliche. Normalmente, il rilascio di radicali liberi viene neutralizzato da antiossidanti endogeni ma con l’età questi meccanismi si riducono e si pensa che il danno ossidativo sia responsabile del declino cognitivo degli animali e dei cambiamenti del comportamento. Da un punto di vista strettamente patologico questa malattia assomiglia molto alla malattia di Alzheimer dell’uomo.

Sintomi e diagnosi di demenza senile nei cani e nei gatti

I cani affetti da demenza manifestano cambiamenti nelle interazioni sociali sia con il petmate che nei confronti di altri animali. Si riducono le interazioni con i conspecifici, il ritmo sonno-veglia può alterarsi e l’animale sporca in luoghi dove normalmente non era abituato a farlo. Inoltre, l’attività motoria è spesso senza scopo, si riduce l’atteggiamento esplorativo degli spazi fino all’isolamento.

Non è semplice diagnosticare la demenza. Bisogna escludere un ventaglio di malattie anche dell’età geriatrica che possono dare un corteo sintomatologico simile. La valutazione del paziente deve includere un esame generale e neurologico completo e test diagnostici appropriati. Talvolta, è necessari l’impiego di indagini strumentali per escludere la presenza di neoplasie o altre lesioni del sistema nervoso che potrebbero dare una sintomatologia simile alla demenza oltre a malattie infiammatorie ed infettive.

Indicazioni utili ai fini della diagnosi possono venire dalle risposte a questionari somministrati al petmate per valutare la presenza di alcune manifestazioni tipiche della demenza.

La diagnosi è molte volte di esclusione, cioè viene formulata quando non si rilevano altre condizioni organiche che giustificano la sintomatologia.

Come intervenire in caso di demenza senile

Una possibilità terapeutica è quella di integrare la dieta con antiossidanti al fine di ridurre gli  effetti deleteri dei radicali liberi. Sono stati documentati miglioramenti cognitivi in ​​cani anziani alimentati con una dieta integrata con carotenoidi, flavonoidi vitamina E, vitamina C, vitamina B12 ed acidi grassi o con mangimi commerciali specifici. E’ possibile trattare gli animali affetti con farmaci specifici, ma molto importante è la stimolazione mentale per mantenere i livelli cognitivi: passeggiate brevi, giochi, arricchimento ambientale sono utili allo scopo.

In alcuni casi, è necessario modificare l'ambiente in cui vive il soggetto affetto da demenza per soddisfare le mutate esigenze: gli oggetti e gli spazi devono essere più facilmente accessibili; potrebbe essere necessario posizionare più lettiere e selezionare aree protette per aumentare il comfort dell’animale.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Giuseppe Borzacchiello
Professore universitario di Fisiopatologia veterinaria
Sono professore universitario di ruolo presso il Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali dell’Università degli studi di Napoli Federico II e titolare della cattedra di Fisiopatologia degli animali domestici. Ho insegnato in diverse Università italiane, corsi di perfezionamento e master universitari. Appassionato di animali e di cani in particolare, mi occupo da oltre vent’anni di ricerca scientifica nel campo della patologia spontanea degli animali domestici e di tematiche inerenti l’oncologia comparata.
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