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7 Aprile 2021
16:40

Alla ricerca di Smilla: una vita passata nel canile e la fuga in città dopo la staffetta

Per 13 anni vive in un canile. Passa praticamente tutta la sua vita lì, fino a che non arriva una richiesta di adozione. Così inizia il suo viaggio e la sua avventura, da Avellino a Roma. Ma tanta è stata la paura del cambiamento che appena ha potuto è fuggita via. Lei è Smilla, una cagnolina che da febbraio vaga per le vie della Capitale. Non sempre le adozioni sono la soluzione per i cani soprattutto se non si conosce la storia del singolo individuo.

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Per 13 anni vive in un canile. Passa praticamente tutta la sua vita lì, fino a che non arriva una richiesta di adozione. Così inizia il suo viaggio e la sua avventura, da Avellino a Roma. Ma potrebbe essere stata tanta la paura del cambiamento che appena ha potuto è fuggita via. Lei è Smilla, una cagnolina che da gennaio vaga per le vie della Capitale.

«Smilla non aveva mai avuto alcuna relazione con l’umano», spiega Tamara, una delle volontarie impegnate nelle ricerche, che racconta come nel canile Smilla consentiva solo «l’entrata degli ausiliari per portarle la ciotola e per pulirle gli escrementi». A Roma si è trovata in un contesto diverso, quello della città. «La signora che l’ha accolta indubbiamente si aspettava un cane diverso, di quelli che fanno le coccole sul divano», prosegue. Smilla, però, dimostrava tutta la sua diffidenza e era terrorizzata dal cambiamento, ecco perché, precisa Tamara, «di sicuro sarebbe stato necessario prendere un educatore per accompagnare la donna a costruire un rapporto con il cane».

Dopo pochi giorni di convivenza, la signora ha detto che non la voleva più. Ha ricontattato chi si era mosso per portarla fin lì per venirla a riprendere. Farla salire in macchina non è stata impresa facile: in un momento un po' concitato per lei, si è tolta la pettorina ed è fuggita via.

Smilla ha iniziato così il suo vagare per Roma. Le volontarie hanno iniziato un tam tam per cercare di aiutarla. Per qualche giorno è stata al Parco delle Valli, poi è stata trovata dietro Villa Chigi. Lì si è cercato un contatto con lei ed è nata una sorta di fidelizzazione: veniva a mangiare con regolarità e, pian piano, si sperava di poterle ridare una casa e una vita nuova. Una sera di febbraio, però è fuggita nuovamente. «Da quel giorno abbiamo avuto un paio di segnalazioni, non corredate da foto, anche dalla zona Sud della città, come Prenestina e Don Bosco». Ma, nonostante gli avvistamenti, di Smilla ancora non c'è traccia.

I volontari hanno creato un gruppo Facebook per cercare di raggiungere il maggior numero di persone per ottenere segnalazioni concrete del viaggio di Smilla. Chiunque la veda può contattare il numero 3205707791.

Tutti i cani sono adottabili? No

«I cani non sono tutti uguali, hanno declinazioni diverse della loro personalità che derivano da due fattori: la genetica e le esperienze, esattamente come le persone – spiega Elena Garoni, veterinari comportamentalista e componente del comitato scientifico di Kodami – Ci sono gruppi di cani nati per vivere lontani dagli esseri umani e che trasmettono i loro geni di paura alla prole. Smilla può aver fatto parte di un gruppo familiare di questo tipo e in canile non le è stata rielaborata la fiducia verso le persone. Anche se messa nelle migliori condizioni in una casa, con cibo e affetto, può non essere in grado di rielaborare la sua parte esperienziale». Per Garoni, «come sempre nelle situazioni complesse proprio come queste, non c’è una cura, bisogna cercare di capire il territorio da cui provengono gli animali e bisognerebbe capire che ci sono cani che dovrebbero essere lasciati liberi. Può capitare infatti che la soluzione sia quella di non metterli in un canile e aspettare l’adozione. Potrebbe essere opportuno fare in modo che ci siano delle strutture, delle aree recintate, dove i cani siano liberi e in spazi ampi. Nei canili non riescono neanche a costruire le reti sociali che per loro sono fondamentali».

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