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26 Aprile 2022
10:53

In Trentino continuano gli investimenti degli animali selvatici

Nelle notti di primavera le strade del Trentino sono teatro di numerosi investimenti che ricordano, ancora una volta, la necessità di interventi di prevenzione.

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Nella notte tra il 24 e il 25 aprile i Vigili del Fuoco e il Servizio Forestale sono stati chiamati ad intervenire in 7 episodi di investimento di animali selvatici sulle strade del Trentino. Era accaduto lo stesso anche la scorsa settimana, nella notte tra sabato 16 e domenica 17 aprile, quando le vittime erano state 12: 10 caprioli e due volpi.

In risposta a questo fenomeno, che si ripete ormai da qualche settimana, è intervenuta la sezione provinciale di Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) con un comunicato stampa in cui chiede alla PAT (Provincia Autonoma di Trento) di intervenire con la messa in sicurezza dei tratti stradali più interessati da questi eventi, attraverso la costruzione di appositi corridoi faunistici.

«Secondo uno studio del 2018 nel territorio provinciale si registrano quotidianamente più di due investimenti di animali intenti ad attraversare sedi stradali, autostradali oppure linee ferroviarie – spiega a Kodami Ivana Sandri, Presidente della sezione Enpa del Trentino – I dati dimostrano inoltre che i selvatici usano dei percorsi privilegiati, gli stessi da generazioni, per trasferirsi ad esempio, dalle zone di pascolo (se si tratta di erbivori) o di caccia (se si tratta di predatori) alle zone di riposo, oppure per scendere dalle aree estive a quelle invernali e viceversa».

Nonostante gli investimenti degli animali avvengano sia nelle vallate ad Est sia in quelle ad Ovest dell'Adige, infatti, secondo i dati riportati dall'Enpa, oltre il 90% degli incidenti si verificano in meno del 30% dell'intera rete viaria e circa il 10-12% delle strade è associato un rischio di investimento di selvatici 300 volte più alto della restante superficie stradale.

«Una strage evitabile, se solo ve ne fosse la volontà»

La maggior parte degli animali che rimangono vittime degli incidenti sono ungulati, ma non sono gli unici: anche lupi, orsi, volpie tassi: «L'elenco degli animali investiti e uccisi potrebbe continuare. Si tratta di una vera e propria strage che sarebbe evitabile, se solo ve ne fosse la volontà – afferma Ivana Sandri – Per questo motivo chiediamo da anni alla PAT di costruire i corridoi faunistici. Si tratta di un metodo collaudato e che ha già dimostrato notevole efficacia e consentirebbe agli automobilisti di percorrere in sicurezza strade che oggi sono invece pericolose».

Secondo Sandri infatti, non si tratta unicamente di una questione legata al benessere degli animali, ma anche di un intervento indispensabile per riuscire a ridurre i rischi per gli automobilisti che percorrono le strade trentine.

«Oltre alla sofferenza degli animali e al danno al patrimonio faunistico, questi incidenti causano infatti anche lesioni alle persone e e generano paura per l'impatto – conclude Sandri – Inoltre obbligano ad assistere impotenti all'agonia degli animali investiti, nonché a dover sopportare costi gravosi per riparare i danni agli autoveicoli». A partire dal 2017, infatti, la provincia di Trento ha deciso di sospendere gli indennizzi per chi è vittima di uno scontro con un animale selvatico e dal 2021 questa revoca vale anche nel caso in cui l'animale in questione sia un orso.

«E pensare che in Trentino esisterebbe già un esempio di corridoio faunistico, involontario ma valido – spiega Sandri – In Val di Sole, infatti, una galleria "para sassi" è stata casualmente costruita in un punto di passaggio della fauna selvatica: da quel momento il luogo è stato utilizzato spontaneamente dagli animali, portando alla diminuzione sostanziale degli investimenti».

Le proposte della Giunta Provinciale

Per fare in modo di ridurre l'entità del fenomeno, lo scorso 28 ottobre, il consigliere provinciale di Onda Civica, Filippo Degasperi, aveva proposto una mozione per la realizzazione di uno studio sulla progettazione di corridoi faunistici, chiedendo inoltre alla Giunta provinciale di presentare, entro sei mesi, uno studio a riguardo.

La mozione era stata però bocciata e il responsabile del Servizio Faunistico provinciale, Giovanni Giovannini aveva chiarito a Kodami la posizione della Provincia Autonoma commentando: «Il nostro non è immobilismo. Ci stiamo occupando di analizzare la situazione nel dettaglio per poter prendere le decisioni più adatte al nostro territorio».

Nel mese di dicembre 2021 è stato poi il turno della proposta del Consigliere Gianluca Cavada, il quale ha lanciato l'idea di una soluzione alternativa che prevede l'installazione di camere a infrarossi in grado di individuare la presenza di animali sul ciglio della strada. Secondo il Consigliere, le termo camere potranno essere installate grazie ai fondi dell'Unione Europea che, con il Piano di Sviluppo Rurale si impegna ad offrire finanziamenti agevolati per le amministrazioni che sviluppano politiche ideate appositamente per le aree rurali.

Al momento, però, non sono stati pubblicati dati che dimostrino un'effettiva diminuzione degli investimenti e, invece, con il cambio della stagione il numero delle vittime torna ad aumentare. «Nonostante le nostre continue richieste di interventi concreti, gli incidenti continuano, gli automobilisti non smettono di subire danni e gli animali selvatici non smettono di morire investiti», conclude Sandri.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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