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25 Marzo 2022
18:01

In Australia i gatti andranno tenuti al guinzaglio: con le volpi uccidono 2,6 miliardi di animali all’anno

In Australia gatti domestici e volpi uccidono ogni anno 2,6 miliardi di animali tra rettili, uccelli e mammiferi. Un problema ecologico che Camberra ha deciso di affrontare obbligando il guinzaglio ai felini. L'impatto dei gatti sulla fauna è un problema complesso che però bisogna affrontare.

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A Canberra, in Australia, a partire da luglio 2022 i gatti andranno tenuti obbligatoriamente al guinzaglio. Il motivo? Uccidono troppi animali selvatici. I gatti domestici e le volpi rosse sono tra le specie invasive più impattanti per tutta la fauna selvatica australiana. Lo sappiamo da tempo, ma un nuovo studio condotto dalla Charles Darwin University ha permesso di stimare per la prima volta l'effettivo numero di animali che i due predatori uccidono ogni anno. Secondo i risultati pubblicati sulla rivista Diversity and Distributions sono addirittura 2,6 miliardi solamente i rettili, gli uccelli e i mammiferi australiani che gatti e volpi uccidono in Australia.

Il piano di contenimento dei gatti a Canberra

Questa analisi su scala continentale conferma quindi che la predazione da parte dei due animali introdotti dall'uomo, contribuisce in maniera decisiva e continua sul declino di rettili, uccelli e mammiferi. Per questo motivo da luglio 2022 l'amministrazione della capitale australiana, Canberra, ha deciso di mettere in atto il piano Cat Containment, letteralmente "Contenimento o controllo dei gatti". Il continuo declino delle popolazione selvatiche, unito al potenziale rischio di estinzione per alcune specie, minacciano di aggravare ulteriormente il già difficile stato di conservazione della fauna australiana, martoriata dalla perdita di habitat, dagli incendi e dai cambiamenti climatici.

Le misure di emergenza previste dal piano erano già in vigore in alcune quartieri, ma saranno presto estese a tutta la città e colpiranno soprattutto i gatti che nasceranno a partire dalla prossima estate: i cuccioli nati infatti dal 1°luglio 2022 non potranno più uscire dai confini delle proprietà private, a meno che non siano tenuti al guinzaglio. Una soluzione estrema che serve a ricordare a chiunque viva con un gatto che tra le responsabilità c'è anche quella di assicurarsi che il felino sia felice e in salute senza impattare sulla fauna locale.

I numeri dell'impatto del gatto e della volpe in Australia

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Le volpi sono tra i mammiferi invasivi più impattanti per la fauna australiana

La colpa non è di certo dei gatti o delle volpi, che in Australia non dovrebbero esserci visto che ce li abbiamo portati noi, ma hanno già causato da soli l'estinzione di almeno 34 mammiferi in tutta l'Australia. Ogni anno, secondo gli autori, il gatto e la volpe uccidano insieme 697 milioni di rettili, 510 milioni di uccelli e 1435 milioni di mammiferi, escludendo quindi anfibi e altri animali, come gli insetti. Occorre quindi cercare una soluzione, anche perché ai danni causati dai due predatori bisogna aggiungere quelli delle altre specie invasive, tra cui conigli, cavalli, cammelli e cervi.

L'impatto maggiore è però proprio quello dei gatti, che con una popolazione di 6,6 milioni tra randagi e di famiglia, compre circa il 99,9% della superficie del continente. Le volpi invece, con 1,7 milioni di individui sono distribuite sull'80% della terraferma, e sarebbero responsabili "solamente" di circa 300 milioni di uccisioni l'anno. Tenere al guinzaglio solamente i gatti della capitale non è ovviamente una soluzione, ma più che altro un messaggio forte rivolto a chi convive con un gatto. Anche perché risulta davvero complicato, sia in termini pratici che etologici, costringere un gatto al guinzaglio.

Tenere i gatti al guinzaglio è fattibile?

Nella stragrande maggioranza dei casi i gatti rifiutano totalmente la pettorina: alcuni si paralizzano, altri si gettano su un fianco e altri ancora cercano in tutti i modi di liberarsene. Per loro natura i gatti sono predatori tendenzialmente schivi e solitari, che non amano la sensazione di contenimento fisico, che li rende ansiosi, insicuri e psicologicamente impossibilitati a fuggire davanti a un potenziale pericolo. Avere sempre a disposizione una via di fuga è alla base della loro serenità, per cui è davvero difficile garantire il loro benessere psicofisico costringendoli al guinzaglio.

Inoltre, a differenza dei cani, non vanno a passeggio senza un preciso obiettivo e necessitano di avere il controllo completo dei propri spostamenti. Per cui è davvero difficile, oltre che dannoso, costringerli a seguire percorsi obbligati trattenendoli al guinzaglio. E pur vero che esistono gatti dotati di un temperamento particolarmente docile, che se abituati sin da piccoli a indossare la pettorina riescono a tollerarla con relativa serenità. Si tratta comunque di una minoranza, che rende perciò il guinzaglio una soluzione difficilmente percorribile o risolutoria, sia per motivi pratici che di benessere del gatto.

Come fare per ridurre la caccia del gatto

Non si può pensare di azzerare l'istinto predatorio dei gatti, né tantomeno credere di poterli confinare per sempre in una stanza. È letteralmente impossibile, ma è una responsabilità e un dovere morale per chiunque viva con un gatto impegnarsi per tentare di contenere il più possibile l'impatto sulla fauna del proprio felino, investendo di più sugli arricchimenti cognitivi e sulla relazionale. Si può, per esempio, ridurre l'interesse alla caccia del gatto facendolo giocare di più e tenendolo impegnato da un punto di vista mentale e fisico.

Nascondere in diversi punti della casa piccole razioni di un cibo a lui gradito è un buon modo per stimolarlo e tenerlo impegnato. Oppure si può evitare di farlo uscire dopo il tramonto, visto che è proprio durante la notte che i gatti sono più efficienti. Anche una dieta ricca di carne contiene l'istinto predatorio del gatto, e tenerlo magari sotto controllo mentre è fuori in giardino di certo non è una cattiva idea.

Un problema ecologico che bisogna affrontare con consapevolezza

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Una dieta ricca di proteine e il gioco riducono l’istinto predatorio del gatto

La predazione sulla fauna selvatica da parte dei gatti è un problema ecologico serio e non limitato alla sola Australia. La biodiversità mondiale, già nel bel mezzo della sesta estinzione di massa, ha bisogno di una migliore gestione di gatti e altre specie invasive, nonché di una migliore protezione e ripristino di habitat ed ecosistemi. Negare l'esistenza del problema o proporre stermini di massa non perseguibili né da un punto di vista pratico che da quello etico-sociale, non porterà da nessuna parte.

Serve consapevolezza, mediazione e dialogo tra tutte le parti coinvolte, a partire da chi decide di adottare un gatto e che dovrà assumersi anche questa responsabilità, fino ad arrivare alle istituzioni e alla gestione del complesso fenomeno del randagismo e delle colonie feline. I benefici che ne scaturiranno saranno per tutti, per la biodiversità, su cui verrà allentata la pressione predatoria, e per gli stessi gatti, che rischieranno meno lesioni, malattie e investimenti stradali.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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