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8 Agosto 2022
11:59

Il video dello squalo bianco che sfonda la gabbia del sub

Una clip estratta dal documentario Great White Open Ocean di Discovery Channel mostra tutta la potenza di uno squalo bianco che sfonda la gabbia in cui era rinchiuso un sub.

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In occasione della Shark Week trasmessa da Discovery Channel sono state diffuse diverse clip spettacolari sulla vita e il comportamento dei più temuti e affascinanti predatori degli oceani: gli squali. A partire dal 1988, infatti, l'emittente statunitense dedica un'intera settimana di programmazione agli squali e in una delle clip diventate virali possiamo osservare tutta la forza e potenza di un grande squalo bianco mentre sfonda una gabbia in perspex con dentro un sub.

L'uomo all'interno è Jimi Partington, esperto subacqueo e documentarista, autore del documentario Great White Open Ocean. Le immagini sono state girate nel 2020 e mostrano il sub immerso in un box di perspex, un materiale simile al plexiglass, sicuramente meno resistente delle classiche gabbie utilizzate per riprendere gli squali. A un certo punto uno squalo bianco si avvicina dal basso per esplorare l'oggetto e riesce col muso a sfondare il pavimento, avvicinandosi parecchio all'uomo.

La "scatola" col sub all'interno è stata chiaramente posizionata proprio per registrare immagini spettacolari e ad effetto, ma ci permette comunque di approfondire l'affascinante etologia e il comportamento del predatore. I grandi squali bianchi (Carcharodon carcharias), infatti, adottano come principale strategia di caccia proprio l'attacco dal basso, sfruttando così sia la propulsione della potente coda che l'effetto a sorpresa facilitato dal buio delle profondità del mare.

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Un grande squalo bianco

A dire il vero, il comportamento dello squalo nel video sembra più esplorativo che offensivo, cosa che succede spesso e che è la causa dietro numerosi incidenti con gli umani. Uno studio recente, infatti, ha confermato che la maggior parte degli attacchi degli squali alle persone avvengono per sbaglio. Quasi tutti gli squali sono probabilmente completamente daltonici e il principale segnale visivo che utilizzano per identificare le loro prede è la silhouette, non i colori.

Le sagome dei bagnanti (come quella di Partington disteso a pancia in giù) e delle tavole da surf osservate dal basso vengono quindi scambiate per quelle di foche e otarie, tra le prede principali degli squali bianchi. Gli squali si avvicinano perciò per esplorare e per tastare con la bocca quello strano animale, un modo per capire effettivamente se si trovano davanti a qualcosa di commestibile o meno. Quando invece si trovano per davvero davanti a un preda, il loro comportamento di caccia è decisamente più esplosivo e spettacolare di quello nel video.

Partendo dalle profondità, uno squalo bianco che si fionda all'attacco di una foca o di un'otaria può raggiungere fino ai 40 km orari, una velocità tale che, oltre a travolgere completamente la preda, permette a questi predatori di saltare fuori dall'acqua addirittura fino a tre metri di altezza. Questa tecnica di caccia si osserva spesso al largo delle coste del Sudafrica, dove la popolazione locale di squali si è specializzata nel predare soprattutto le orarie del capo (Arctocephalus pusillus) che vivono a Seal Island e a False Bay.

Il video con protagonista Jimi Partington è quindi sicuramente d'impatto, ma è solamente un piccolissimo assaggio delle stupefacenti abilità di caccia dei grandi squali bianchi, senza dubbio tra i predatori più straordinari ma anche più minacciati dei nostri mari. Perché sebbene gli squali facciano ancora paura e siano potenzialmente pericolosi per l'uomo, sono loro in realtà a passarsela davvero male. Pesca eccessiva, catture accidentali e mercato nero hanno spazzato via il 70% delle popolazioni di squali e razze dagli oceani in appena mezzo secolo. Ben il 37% delle specie rischia seriamente l'estinzione ed è senza dubbio questo l'aspetto più terrificante che riguarda la vita di questi antichi pesci.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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