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5 Ottobre 2022
15:33

Il principe William contro il bracconaggio: «Crimine atroce, bisogna agire»

L'erede al trono d'Inghilterra ha preso la parola al global summit della United for Wildlife, associazione da lui fondata nel 2014 per combattere il traffico illegale di specie protette: è il suo primo impegno come principe di Galles.

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Credit: Instagram @princeandprincessofwal

Il principe William d’Inghilterra ha scelto la protezione degli animali e della natura per il suo primo intervento ufficiale da quando è diventato erede al trono. Il principe di Galles ha partecipato al vertice globale della United for Wildlife (Ufw) organizzato al Museo della Scienza di Londra, e ha preso la parola per lanciare un appello ad adottare misure più incisive nella lotta la bracconaggio e per la protezione degli ecosistemi e degli animali che li popolano.

«Si tratta ovviamente di una missione difficile in cui dobbiamo impegnarci tutti – ha detto il principe William – Le sfide ormai note nella lotta ai crimini contro la natura e la fauna selvatica includono la mancanza di una risposta internazionale coordinata, di una legislazione forte, la corruzione e risorse insufficienti. Ma ci impegniamo a cambiare le cose».

Il principe è il fondatore della United for Wildlife, nata nel 2014 per proteggere le specie in via di estinzione dalle minacce rappresentante dal bracconaggio. L’associazione promuove la collaborazione globale tra privati per fermare la il commercio illegale di specie selvatiche attraverso due task force, una finanziaria e una relativa ai trasporti, che riuniscono alcune tra le più importanti imprese mondiali nei due settori per combattere traffici che oggi valgono circa 20 miliardi di dollari. Un impegno che il principe non ha mai voluto abbandonare, e che ha anzi rafforzato raccogliendo anche l’invito del padre, re Carlo, anche lui da sempre impegnato nella salvaguardia dell’ambiente. Al global summit della fondazione, l’erede al trono d’Inghilterra ha quindi sottolineato «la natura grave e organizzata dei crimini contro la fauna selvatica», avvertendo che «non possiamo permetterci di perdere tempo nell’affrontarli».

«Ci sono ancora troppi criminali che credono di poter agire impunemente, troppe vite distrutte e troppe specie sull'orlo dell'estinzione a causa di questo crimine atroce – ha detto il principe di Galles – Ma c’è una ragione per essere ottimisti: Ufw si è fissata l’obiettivo di garantire che chi è coinvolto in crimini contro la fauna selvatica debba affrontare una risposta internazionale potente e coordinata come per qualsiasi altro crimine organizzato e serio. Vogliamo portare i loro sinistri traffici alla luce, e garantire che le comunità siano attrezzate, autorizzate e supportate per proteggere se stesse e gli ecosistemi che popolano».

Il vertice è stato organizzato a poche settimane dalla condanna a 5 anni di carcere per Moazu Kromah, accusato di avere orchestrato un traffico di corni di rinoceronte e zanne di elefanti, cacciati per l'avorio, per un valore di oltre 7 milioni di dollari e di essere coinvolto nel bracconaggio illegale di circa 135 animali. Fondamentale, nell’inchiesta, è stato l’apporto fornito da un'ampia gamma di organizzazioni in più continenti, inclusa la UfW. Nei sei anni trascorsi dalla creazione delle task force, la rete United for Wildlife ha contribuito a oltre 450 casi di applicazione della legge, oltre 250 arresti, quasi 200 sequestri di prodotti della fauna selvatica e ha formato oltre 100.000 persone. La rete si estende in tutto il mondo, dal sud-est asiatico al Sud America, dall'Europa all'Africa orientale, aumentando i deterrenti lungo l'intera catena della domanda e dell'offerta.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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