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9 Agosto 2021
17:18

Il gabbiano ucciso a sassate a Capri, la rissa tra umani e la difficile strada della convivenza pacifica

Un gabbiano è stato ucciso a sassate a Capri solamente perché si è reso "colpevole" di aver rubato un panino a un bagnante per sfamarsi. È successo lo scorso weekend sulla spiaggia libera di Marina Grande dove, in seguito al gesto atroce, si è scatenata persino una violenta rissa. Una storia tristissima, che ci ricorda quanta strada ancora dobbiamo fare nell'educazione alla convivenza con le altre specie e non solo.

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Un gabbiano è stato ucciso a sassate a Capri solamente perché si è reso "colpevole" di aver rubato un panino a un bagnante per sfamarsi. È successo lo scorso weekend sulla spiaggia libera di Marina Grande dove, in seguito al gesto atroce, si è scatenata persino una violenta rissa. Ad avere la peggio è stato un dipendente della società di trasporti della funicolare che stava provando solamente a placare gli animi. L'uomo ha infatti riportato diverse ferite da taglio, provocate molto probabilmente da un ombrellone, che gli sono valse ben 25 punti di sutura sulla gamba. Alla baruffa hanno partecipato diverse persone, tra cui tre turisti spagnoli in vacanza sull'isola campana, rimasti comprensibilmente scioccati dall'uccisione dell'animale. Solo l'intervento della Polizia è riuscito a placare gli animi e a riportare serenità in spiaggia.

Una storia tristissima, di una brutalità e di una crudeltà inaudite del tutto ingiustificate, che ci ricorda quanta strada ancora dobbiamo fare nell'educazione alla convivenza con le altre specie e non solo. Ci auguriamo che l'uomo rimasto ferito si rimetta presto, ma chi non potrà più tornare a volare e a "rubare" panini per sopravvivere è il povero gabbiano, vittima inconsapevole per ben due volte dello sproporzionato e dilagante egocentrismo della nostra specie.

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A Napoli, come in altre grandi città costiere, l’espansione urbana e i rifiuti hanno favorito la colonizzazione esplosiva del gabbiano reale

I gabbiani reali (Larus michahellis) sono infatti arrivati anche nelle grandi città da relativamente poco tempo. Hanno iniziato a colonizzare le grandi metropoli costiere intorno agli anni 80 e 90, a causa delle forti espansioni urbane, che offrono un'infinità di luoghi adatti in cui costruire i nidi e soprattutto trovare cibo in abbondanza. Sprechi, scarti alimentari e una gestione dei rifiuti non proprio perfetta sono per loro un invito a nozze, essendo una specie generalista e facilmente adattabile. L'"invasione" metropolitana inconsapevole di questi laridi altro non è quindi che una conseguenza diretta del nostro stile di vita non proprio in equilibrio con l'ambiente naturale circostante.

I gabbiani e altri animali sinantropi non hanno pertanto nessuna colpa se finiscono per diventare in qualche modo "fastidiosi". Loro si comportano semplicemente da gabbiani, cercando di sopravvivere con gli strumenti che hanno. Siamo noi ad averli resi così e sta sempre a noi quindi riuscire a trovare il percorso giusto per una convivenza responsabile e pacifica. In primis agendo a monte sui fattori ambientali che continuano a favorire questi e altri squilibri. In secondo luogo educato a una corretta interazione coi selvatici, che se abituati a ricevere cibo dall'uomo diventano troppo confidenti e finiscono prima o poi come il povero gabbiano caprese, che a quanto pare era piuttosto conosciuto in zona.

Un gabbiano reale rimane intrappolato tra i tetti di Napoli e viene salvato dagli abitanti dell'appartamento

Eppure esempi genuini di sana e consapevole convivenza coi grossi uccelli un tempo marini ce ne sono. Appena un mese fa vi avevamo raccontato la storia di un altro gabbiano reale, rimasto intrappolato su un terrazzo a Napoli e tornato a volare solamente grazie all'impegno e all'empatia degli abitanti dell'appartamento. Nessuno nega che la presenza di questi e altri animali in città possa spesso risultare in qualche modo irritante, ma ricordiamo che l'uccisione deliberata di un animale è punita dall'articolo 544-bis del codice penale che cita «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni».

Tutti noi cittadini ricopriamo quindi un ruolo chiave per la salvaguardia degli animali stessi e per la prevenzione di danni a persone o di problemi alla comunità. Non è certamente a sassate o a colpi di doppietta che si troverà un equilibrio e una pacifica convivenza con gabbiani, piccioni, lupi, orsi e altri animali che noi stessi abbiamo reso "problematici" alterando l'ambiente e i loro habitat. Solo educando a una corretta interazione coi selvatici e cambiando il nostro modo di gestire gli ecosistemi urbani riusciremo a evitare che episodi terribili del genere si ripetano in futuro, anche perché non c'è alta via se non quella della convivenza.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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