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1 Giugno 2021
14:48

Cornacchie alla conquista della Capitale, perché “attaccano” i passanti?

In diverse zone di Roma è allarme cornacchie. In alcuni quartieri come l'EUR, Monteverde e Salario-Trieste le segnalazioni di attacchi da parte dei corvidi ai passanti sono sempre più numerose. Ma perché questi uccelli sembrano avercela con le persone? E cosa possiamo fare in questi casi?

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In diverse zone di Roma è allarme cornacchie: sono infatti numerose le segnalazioni di attacchi da parte degli uccelli ai danni di ignari e innocui passanti. Un fenomeno che sembra essere cresciuto negli ultimi anni e che riguarda soprattutto alcune zone della città, in particolare i quartieri dell'EUR, Monteverde e Salario-Trieste. In Rete circolano infatti tantissimi racconti che testimoniano l'"aggressività" di questi sfacciati e audaci corvidi. Ma per quale motivo lo fanno? E come ci si deve comportare in questi casi?

Le cornacchie alla conquista delle città

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Le cornacchie grigie sono ormai una presenza fissa in parchi e giardini urbani

Le cornacchie grigie (Corvus cornix) sono uccelli intelligenti, opportunisti e facilmente adattabili. Come gabbiani, piccioni e altre specie sinantrope hanno imparato a vivere egregiamente a stretto contatto con l'uomo, che rappresenta per loro una fonte inesauribile di cibo e risorse. Negli anni sono quindi sempre più numerose quelle che decidono di trasferirsi in città, dove trovano in parchi, giardini e alberature stradali il luogo ideale dove mettere su famiglia. La maggior parte dell'anno se ne stanno lì tranquille, in attesa di un boccone o un rifiuto, e si mantengono sempre a debita distanza dalla persone. In certi periodi dell'anno sembrano però particolarmente arrabbiate e se la prendono con chiunque passi dalle loro parti: passanti, bambini, cani. Scendono veloci in picchiata, di solito semplicemente per un avvertimento, ma possono arrivare persino a colpire le persone con ali e becco. Ma perché tutta questa rabbia?

La ragione dietro tanta ostilità è in realtà molto semplice ed è mossa dal più nobile dei sentimenti: la protezione dei propri figli. In questo periodo dell'anno, infatti, le cornacchie stanno allevando i loro piccoli e da buoni e amorevoli genitori cercano di difenderli allontanando ogni potenziale pericolo. Questo comportamento protettivo, tipico di molte specie, viene chiamato mobbing ed è messo in atto solamente quando ci si avvicina troppo a un nido, anche inconsapevolmente. È quindi molto probabile che in quei quartieri ci siano nidi sugli alberi immediatamente a ridosso di viali e marciapiedi. È solo questo il motivo dietro questi inspiegabili e furiosi attacchi aerei. Ma cosa possiamo fare se ci troviamo in situazioni simili?

Noi e le cornacchie: come dobbiamo comportarci?

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I rifiuti sono una fonte inesauribile di cibo e favoriscono l’aumento delle cornacchie in città

Fortunatamente questi periodi di aggressività durano davvero poco e sono limitati al periodo di svezzamento dei piccoli al nido. Ogni coppia è quindi particolarmente protettiva solamente per il periodo in cui i piccoli sono maggiormente indifesi da eventuali predatori, circa 1o o 15 giorni l'anno. Trascorsa questa fase ritornano a essere schive e tranquille. Inoltre nella maggior parte dei casi i tentativi di mobbing si limitano a finti attacchi di avvertimento e a continui e assordanti gracchiamenti. Raramente gli uccelli arrivano a colpire realmente le persone e in ogni caso la loro capacità di ferire è molto limitata. Niente panico quindi, sangue freddo e diamo retta alle cornacchie: l'unica cosa che possiamo fare in caso di mobbing è assecondare e seguire gli avvertimenti degli uccelli, allontanandoci con calma di qualche metro fino al cessato allarme, evitando di muoverci verso di loro.

Inoltre, come ricordiamo sempre su Kodami, per raggiungere una convivenza serena, e per limitare il più possibile eventuali conflitti, è sempre consigliato evitare di alimentare questi uccelli o lasciare in giro rifiuti. Un comportamento auspicabile nei confronti di tutta la fauna selvatica che il più delle volte è persino vietato dalla legge, e che serve proprio a disincentivare gli animali ad avvicinarsi e a evitare che si abituino alla presenza umana. Niente paura e allarmismo, impariamo a conoscere gli animali, il loro comportamento e le conseguenze delle nostre azioni, solo così potremmo raggiungere una convivenza consapevole e più serena per tutti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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