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Il drago barbuto (Pogona vitticeps)

Il drago barbuto è un sauro della famiglia degli Agamidi, originario delle zone semi desertiche dell'Australia. Il suo nome è dovuto alle squame sulla zona del mento, che ricordano una sorta di barba. Non è pericoloso, ma non per questo può essere considerato un animale domestico.

18 Settembre 2022
12:00
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Il drago barbuto (Pogona vitticeps) è un sauro appartenente alla famiglia degli agamidi e originario delle zone semi desertiche dell'Australia. A caratterizzarlo è la presenza di squame sulla zona del mento, che ricordano una sorta di barba, da cui prende anche il nome.

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Come è fatto il drago barbuto

I draghi barbuti possono crescere fino a raggiungere, e talvolta superare, i 55 centimetri di lunghezza. Il loro nome è dovuto alla presenza, sotto al mento, di una serie di squame appuntite e scure, in grado di espandersi durante il periodo degli accoppiamenti e per intimidire i nemici.

La testa è ampia e di forma triangolare, mentre il corpo è di forma rotonda e ha una fascia laterale ricoperta delle stesse squame presenti sulla parte inferiore del capo.  Il tronco termina con una coda robusta. La livrea può avere diversi colori, i quali dipendono dal suolo della regione in cui vive, e possono variare dal marrone opaco al marrone chiaro, con riflessi rossi o dorati.

Il dimorfismo sessuale è piuttosto evidente e rende i maschi riconoscibili per via delle maggiori dimensioni del corpo e per la barba più pronunciata. Generalmente, inoltre, i maschi hanno teste più grandi e una colorazione più brillante rispetto a quella delle femmine.

Habitat e distribuzione

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Il drago barbuto occupa una vasta gamma di habitat. In Australia, e più nello specifico nel Queensland, nei Northern Territory, in South Australia e nel New South Wales, è possibile osservarlo nelle zone desertiche e semi desertiche, ma anche sugli alberi delle foreste secche e nelle zone cespugliose delle savane interne, in particolare in prossimità dei territori che coincidono con il limitare degli arbusti.

Si tratta di una specie semiarborea che può essere avvistata quando si crogiola al sole nei pressi rami caduti, sui pali di recinzione dei campi e sui tavoli da pic nic posizionati nei prati semi isolati.

Riproduzione

Questi rettili raggiungono la maturità sessuale tra la fine del primo e del secondo anno di vita. L'accoppiamento avviene nei mesi primaverili ed estivi, che in Australia coincidono con il periodo che va da settembre a marzo. Le femmine fanno fino a 9 covate all'anno e depongono circa 20 uova per ognuna di esse. La schiusa avviene dopo circa 55/75 giorni, ma ciò dipende dalla temperatura dell'ambiente circostante.

Durante il periodo dei corteggiamenti, i maschi aumentano il proprio comportamento territoriale e, inoltre, espandono la barba per ottenere l'accoppiamento con le femmine. Un ulteriore comportamento interessante, che pare riguardare la gestione delle gerarchie tra conspecifici, è nominato comunemente arm-waving ed è descritto come una particolare postura con una zampa alzata in movimento, quasi a ricordare un saluto.

Questo comportamento viene proposto talvolta dagli individui giovani e dalle femmine, durante gli incontri con i maschi adulti.

Alimentazione

Secondo quanto descritto dal Museo di Zoologia dell'Università del Michigan, i draghi barbuti sono animali dall'alimentazione onnivora e opportunista. Ciò è determinato dal fatto che, vivendo in aree in cui il cibo può essere difficile da trovare, tendono a nutrirsi di ciò che incontrano, in particolare grandi quantità di sostanze vegetali, ma anche insetti e, occasionalmente, piccoli roditori o lucertole.

La vita del drago barbuto

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I draghi barbuti non vanno propriamente in letargo, ma secondo quanto riportato dall'Australian Museum, riducono la propria attività nei mesi più freddi. In passato, però, è stata osservata una femmina intenta a crogiolarsi al sole anche quando la temperatura dell'aria era di 15º C. Durante la fase più calda della stagione estiva, invece, sono generalmente attivi solo durante la mattina presto e nel tardo pomeriggio.

La loro vita dura mediamente 10/15 anni, ma in alcuni casi eccezionali, possono arrivare anche a 20 anni di età.

Il drago barbuto e l'uomo

Il drago barbuto non è pericoloso. Il suo morso può causare dolore e lasciare un livido, ma prima di ricorrere al morso, questo rettile tende a sibilare, sbuffare e scappare.

Per via di alcuni comportamenti che dimostrano un certo livello di socievolezza nei confronti degli esseri umani, viene considerato in molti paesi del mondo come animale domestico. La diffusione della moda di acquistare questi animali non deve affatto portare a sottovalutare le necessità etologiche della specie e la storia che ha portato il drago barbuto a raggiungere gli altri continenti.

Fin dagli anni 60, infatti, l'Australia ha severamente proibito l'esportazione di qualsiasi specie appartenente alla fauna selvatica autoctona. Si ritiene che il cosiddetto "ceppo fondatore" dei draghi barbuti allevati in cattività al giorno d'oggi, sia stato contrabbandato fuori dal paese tra il 1974 e il 1990. Sempre in Australia, inoltre, è una specie protetta, non può essere catturata ed è richiesto un permesso (nella maggior parte degli stati) per mantenerla in cattività.

Il drago barbuto è un animale solitario, quindi è indispensabile evitare di obbligarlo alla convivenza in ambienti ristretti con altri individui e, in particolare con altri maschi. L'ambiente ideale per questa specie è impossibile da riprodurre negli spazi domestici, in quanto necessita di molto più spazio rispetto a quello che gli viene concesso nei terrari. Inoltre, si tratta di un animale semiarboreo, quindi ha bisogno di appositi appigli e piante su cui arrampicarsi.

Trattandosi di una specie che regola la propria temperatura corporea in base alle fonti di calore esterne, la vita in ambiente domestico è ulteriormente complicata dalle temperature di cui necessita. Questo rettile, infatti, ha bisogno di un ambiente dotato di zone che abbiano circa 40-43 °C, e altre, più fredde che siano a circa 22/25 °C. Un cambio eccessivo di temperature, infatti, può causarne la morte.

Un ultimo fattore complesso legato a questa moda, riguarda l'abitudine diffusa in questi ultimi anni, da parte degli allevatori, di intervenire in maniera massiccia sull'aspetto del drago barbuto, favorendo alcune particolari varietà cromatiche, come il rosso o il dorato, che vengono considerati maggiormente commerciabili e, di fatto, sono sempre più comuni.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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