video suggerito
video suggerito
23 Giugno 2023
10:50

Il cervello dei cani delle razze più moderne è più grande di quelle più antiche

Secondo un nuovo studio, il cervello dei cani ha subito profonde modificazioni durante il processo di domesticazione. In particolare, i cani hanno cervelli più piccoli rispetto ai lupi, mentre le razze canine più moderne mostrano cervelli più grandi rispetto a quelle più antiche.

125 condivisioni
Immagine

Durante il processo di domesticazione l’uomo ha plasmato e selezionato moltissime caratteristiche morfologiche e non del cane, sia per motivi puramente estetici sia funzionali, in relazione ad esempio ad aspetti legati al loro comportamento. Ciò ha indubbiamente avuto un peso rilevante anche nel modificare le caratteristiche del cervello dei nostri amici a quattro zampe, come ad esempio le sue dimensioni.

Seguendo questo filone di ricerca, in un nuovo studio pubblicato sulla rivista Evolution, un gruppo di scienziati svedesi e ungheresi si è posto l’obiettivo di scoprire se il processo di domesticazione abbia avuto un peso nel plasmare differenze legate alle dimensioni cerebrali in relazione ad esempio a quanto le razze canine fossero “antiche” o “moderne” rispetto al momento della loro apparizione durante la storia evolutiva del cane. Per intenderci, sono razze molto antiche (e che non a caso assomigliano sotto molti aspetti ai lupi) l’Alaskan Malamute, il Siberian Husky e il Cane Lupo Cecoslovacco.

Per far ciò gli scienziati hanno raccolto dati sulle dimensioni cerebrali (nello specifico il volume) in rapporto al peso di 865 cani appartenenti a ben 159 razze sia antiche che recenti, con l’ausilio di immagini del cranio rilevate alla TAC o dall’analisi del tessuto cerebrale, in entrambi i casi ottenuti post-mortem. In parallelo, hanno anche ottenuto questi dati su 48 lupi, per effettuare un confronto lupo-cane.

In generale, si è visto come i cani possedevano un cervello di dimensioni ridotte di circa il 20% rispetto a quelle dei lupi, un risultato in realtà atteso ed in linea con l’ipotesi formulata e già testata in precedenza del rilassamento delle pressioni selettive causato proprio dal processo di domesticazione, il quale sarebbe responsabile del decremento delle dimensioni cerebrali in quasi tutte le specie che sono state domesticate.

Infatti, avere un cervello di grandi dimensioni è un costo notevole che gli animali devono sostenere (ad esempio dal punto di vista energetico) e che in natura viene ampiamente ricompensato dalle enormi sfide ecologiche a cui gli stessi sono sottoposti, come ad esempio la competizione per le risorse con i conspecifici o la competizione con altri animali come ad esempio i predatori, uno scenario che sicuramente ha fatto parte della storia naturale del lupo.

Viceversa durante il processo di domesticazione l’ambiente antropico ha sicuramente svolto un ruolo protettivo e confortevole per i cani, diminuendo il peso delle sfide ecologiche a cui erano sottoposti ma riducendo parallelamente i vantaggi associati a cervelli più grandi e dispendiosi.
In questo ambiente selettivo plasmato dall’uomo, per i cani il possedere cervelli più piccoli è diventata una caratteristica neutra o addirittura vantaggiosa, dato che sono meno dispendiosi dal punto di vista energetico, rendendo possibile così l'evoluzione di queste caratteristiche.

Sorprendentemente, si è potuto osservare come questo trend si sia invertito durante il processo di selezione delle razze canine, da quelle più antiche fino a quelle più moderne, dato che i dati raccolti sui cani appartenenti a queste ultime hanno mostrato come questi abbiano un cervello di dimensioni relativamente maggiori rispetto a quelle selezionate in antichità dall’uomo, a partire da migliaia di anni fa.

Come si può spiegare quest’inversione dal punto di vista evolutivo? Forse le pressioni selettive esercitate dall’uomo in relazione alle varie funzioni a cui sono state associate le varie razze canine durante il processo di domesticazione ha favorito il ritorno a dimensioni cerebrali maggiori nelle razze più recenti? Oppure hanno giocato un ruolo altri fattori come l’aumento del numero possibili di figli che un cane può dar alla luce e una longevità maggiore?

Seguendo quest’ipotesi, i ricercatori hanno cercato di capire se effettivamente questi fattori si associassero all’aumento delle dimensioni cerebrali osservato nelle razze più moderne, non riscontrando in realtà una correlazione significativa.

Per ora, resta dunque ignoto il motivo per il quale le razze canine più moderne abbiano nuovamente sviluppato dimensioni cerebrali più grandi, invertendo la rotta data dalle fasi iniziali del processo di domesticazione, anche se gli autori ipotizzano come l'urbanizzazione e la formazione di ambienti sociali dipendenti dalla presenza umana sempre più complessi possano aver giocato un ruolo importante nel favorire l'evoluzione di queste caratteristiche.

Sono un biologo naturalista di formazione, attualmente studente magistrale presso L'università di Pisa. Comprendere i meccanismi che muovono il comportamento degli animali e le ragioni che ne hanno permesso la loro evoluzione sono le domande principali che muovono la mia ricerca e la mia passione per l'etologia. Rispondendo ad esse, tento di ricostruire sia il filo conduttore che accomuna l'etologia di ogni specie animale, sia le differenze che distanziano ogni ramo evolutivo dall'altro.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views