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Una credenza diffusa tra gli amanti dei gatti è che siano animali permalosi, che si “offendono” se vengono sgridati o se si fa qualcosa che li potrebbe contrariare o infastidire. Si tratta, però, dell’ennesima attribuzione di uno stato d’animo e di una caratteristica prettamente umana che necessita di essere rivista per capire meglio il comportamento, le motivazioni e le esigenze di questi felini di cui ancora molto poco si conosce nonostante secoli di convivenza.
Quando si tratta di gatti, parlare di permalosità non è propriamente corretto. Reazioni come sfuggire al contatto, nascondersi, o ancora soffiare o graffiare, sono in realtà causate dalla paura. E sono solitamente successive a sgridate o comportamenti punitivi da parte dell’essere umano di riferimento: ogni volta che vengono sgridati, o trattati in modo non rispettoso, sviluppano emozioni negative che vanno a ripercuotersi sulla relazione. Questo non perché siano permalosi, cosa del tutto da dimostrare a livello scientifico e comportamentale, quanto piuttosto perché perdono fiducia e coltivano dubbi nei confronti dell’umano con cui hanno sviluppato il legame.
Trattandosi di un animale estremamente sensibile, che mal tollera ogni restrizione alla sua libertà di espressione e che reagisce male allo stravolgimento delle sue abitudini o all’invasione del suo territorio, vi sono comportamenti che potrebbero essere ricondotti alla permalosità, ma che in realtà esprimono un disagio, uno stress o un malessere. Quali sono, dunque, i comportamenti cui il gatto potrebbe reagire con apparente in modo infastidito?
Manipolazione eccessiva o poco delicata
Il gatto è un animale molto sensibile, e carezze troppo aggressive o prolungate potrebbero infastidirlo. Fondamentale, dunque, nei momenti di contatto osservare il suo linguaggio non verbale: se inizia ad agitare la coda velocemente o dà segnali di volersi allontanare è bene lasciarlo libero di muoversi e non costringerlo a restare sulle nostre ginocchia o in braccio, e di smettere di accarezzarlo.
Lettiera sporca
Anche la lettiera sporca è un elemento che disturba il gatto, animale molto pulito. La presenza di deiezioni nella lettiera potrebbe spingerlo a non utilizzarla, comportamento che alcuni potrebbero interpretare come un dispetto ma che è in realtà un modo per comunicare che non si sente a suo agio nell’utilizzarla.
“Invasione” del suo ambiente sicuro
La presenza di un altro gatto, di un cane o comunque di un elemento estraneo nell’ambiente che riconosce come proprio e sicuro potrebbe generare nel gatto l’istinto di nascondersi e trovare un rifugio sicuro. Anche in questo caso, nessuno dispetto né “vendetta”, ma semplice desiderio di sfuggire a una situazione di malessere e disagio.
Generica coercizione
Come detti, il gatto è un animale che reagisce male a limitazioni di libertà e di espressione. Costringerlo a stare in braccio o sotto una coperta, per esempio, o ancora chiuderlo in una stanza (o chiuderlo fuori), potrebbe generare una reazione infastidita o anche ostile, se il comportamento viene reiterato.
Punizioni
Il gatto non comprende la punizione in ottica di educazione, ma la percepisce piuttosto come un comportamento ostile da parte dell’umano di riferimento. L’errore di fondo è quello di voler insegnare al gatto cosa sia giusto o sbagliato, non perché il gatto non sia in grado di comprendere ciò che stiamo comunicando o non sia in grado di mettere in atto tecniche di apprendimento, ma perché a differenza del cane non riconosce all’umano l’autorità per farlo. Punirlo, dunque, lo scingerebbe a ritrarsi per paura e diffidenza, non certo perché offeso.