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17 Gennaio 2022
12:39

I cambiamenti climatici alterano la migrazioni degli squali tigre mettendoli in pericolo

L'aumento delle temperature causate dai cambiamenti climatici sta modificando le distanze e i tempi di viaggio nella migrazione dello squalo tigre. Allontanandosi dalle aree marine protette gli squali sono perciò sempre più esposti alla pesca.

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I cambiamenti climatici stanno già alterando profondamente la vita e le abitudini di molti animali, soprattutto i migratori. Molte specie migratrici regolano infatti i loro spostamenti anche in funzione delle temperature esterne e con un mondo sempre più caldo i tempi le distanze dei loro viaggi stanno cambiando rapidamente. A rischio non ci sono però solamente gli uccelli, migratori per eccellenza, ma tantissimi altri animali.

Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Global Change Biology e firmato dai ricercatori dell'Università di Miami anche le distanze e i tempi di viaggio nella migrazione dello squalo tigre nell'Oceano Atlantico nord-occidentale stanno mutando. E la colpa è dell'aumento delle temperature globali. Il mare sempre più caldo sta infatti spingendo gli squali ad allontanarsi sempre più dalle aree protette e questa non è una buona notizia per la loro conservazione.

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Gli squali tigre frequentano soprattutto le acque temperate o calde attorno all’equatore

I movimenti degli squali tigre (Galeocerdo cuvier), tra i più grossi predatori a sangue freddo dei mari tropicali e temperato-caldi, sono fortemente dipendenti dalla temperatura dell'acqua. Storicamente i mari al largo della costa nord-orientale degli Stati Uniti, troppo freddi, non sono perciò mai stati troppo ospitali per gli squali tigre, ma negli ultimi anni a causa dell'aumento delle temperature stanno diventando sempre più adatti per questi predatori.

Secondo le analisi effettuate dai ricercatori della Rosenstiel School of Marine and Atmospheric Science, negli ultimi 1o anni gli squali si stanno spingendo sempre più a nord, e questo potrebbe causare pesanti conseguenze per la loro conservazione. Uscendo dalle aree marine protette gli squali tigre sono sempre più esposti alla pesca commerciale e alle catture accidentali, il cosiddetto bycatch.

Sappiamo già da tempo che la sopravvivenza della maggior parte delle specie di squalo è minacciata infatti soprattutto dalla pesca e dal sovrasfruttamento eccessivo. Il numero di squali e razze in tutto il mondo è già calato di oltre il 70% in appena cinquant'anni e sono almeno tre quarti le specie che rischiano oggi l'estinzione.

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Spingendosi in acque non protette e mai frequentate prima, gli squali entrano maggiormente in contatto coi pescatori e potrebbero alterare gli equilibri tra prede e predatori all’interno degli ecosistemi

Per arrivare a questi risultati gli scienziati hanno combinato nove anni di dati ottenuti dagli animali marcati con GPS satellitare, quasi quarant'anni di tag e osservazioni tradizionali e informazioni sulla variazione della temperatura della superficie del mare registrate grazie ai monitoraggi dei satelliti.

Un dato tra tutti è risultato particolarmente interessante ed eloquente: nell'ultimo decennio per ogni aumento di un grado Celsius della temperatura dell'acqua, gli squali tigre si spinti più lontano del solito per oltre 400 chilometri. Inoltre, proprio come sta accadendo per gli uccelli, nello stesso periodo i predatori hanno anticipato di circa 14 giorni la partenza della migrazione. Ma le cattive notizie non finiscono qui.

Essendo gli squali tigre predatori all'apice della piramide alimentare, questi cambiamenti nella distribuzione potrebbero avere effetti negativi anche sulle dinamiche tra le specie all'interno degli ecosistemi. La presenza di nuovi predatori in acque solitamente non frequentate, potrebbe infatti alterare le interazioni ecologiche predatore-preda, portando a squilibri ecologici a cascata su tutta la catena alimentare. Nel loro insieme, quindi, i risultati di questo studio avranno importanti ripercussioni su molti aspetti della gestione del mare: dalla pesca e ai conflitti tra uomo-fauna selvatica, fino allo studio e al funzionamento di interi ecosistemi marini.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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