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27 Febbraio 2022
18:19

Guerra Ucraina-Russia, la direttrice del canile di Kiev: «Servono cibo e medicine». Le associazioni italiane fanno un appello al ministro Speranza

La direttrice del canile comunale e delle cliniche veterinarie di Kiev ha lanciato un appello per l’approvvigionamento di cibo e medicine. Intanto le associazioni italiane si mobilitano, chiedendo al ministro Speranza di accogliere gli animali dei rifugiati ucraini anche senza passaporto europeo.

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rifugi ucraina
Credit: Facebook @ Natasha Mazur

Prosegue la mobilitazione delle associazioni animaliste italiane per supportare attraverso tutti i canali i rifugi, le cliniche e le associazioni in Ucraina nei drammatici giorni in cui si consuma il conflitto dopo l'invasione della Russia.

La direttrice del canile comunale e delle cliniche veterinarie di Kiev, Natalia Mazur, ha lanciato un appello rivolto «ai partner internazionali, ai colleghi veterinari, ai rifugi e ai volontari» affinché supportino chi opera in zona di guerra accogliendo animali domestici e contribuendo per l’approvvigionamento di cibo e medicine.

«Abbiamo bisogno di aiuto – ha scritto Mazur su Facebook, dove ha fornito anche le coordinate per le donazioni – Ci sono oltre 500 animali domestici nel canile, 501 cani e 77 gatti. Per ora possiamo accettare solo un sostegno finanziario poiché la logistica è ancora interrotta e il trasporto di animali domestici al confine non è possibile. Quindi qualsiasi aiuto finanziario da non ha prezzo. Ci è stato promesso che la consegna del cibo sarà possibile lunedì, ciò di cui abbiamo bisogno ora è cibo e medicine per gli animali». Da giorni ormai la clinica veterinaria di Kiev funziona a regime ridotto, gli interventi chirurgici programmati non urgenti e le sterilizzazioni annullati, ma la clinica del distretto di Darnycja continua a operare e soccorrere animali feriti.

Lo scoppio della guerra in Ucraina e la gravissima crisi umanitaria che si è aperta ha avuto ricadute pesantissime anche su chi si occupa degli animali. Le persone in fuga dal Paese dopo l’attacco russo sono migliaia e non tutte sono in grado di portare con sé i loro animali domestici. Anche se moltissimi cittadini ucraini sono stati immortalati in cammino o al riparo in bunker e metro con trasportini, zaini, gabbie e cani tenuti al guinzaglio, molti animali sono stati abbandonati, lasciati nelle abitazioni o a vagare in strada.

Altri sono fuggiti, altri ancora, come i cani liberi e i gatti delle colonie feline, si ritrovano senza i punti di riferimento rappresentati dai volontari che se ne prendevano cura quotidianamente. Moltissimi operatori di rifugi, canili e associazioni, veterinari e volontari nei giorni scorsi hanno ribadito più volte l’intenzione di restare al lavoro, e hanno lanciato anche appelli affinché le persone in fuga non abbandonino gli animali a loro stessi invitandole a contattarli per affidarli a loro.

Le difficoltà però sono enormi, non soltanto quelle evidenti legate alla sicurezza in zone di conflitto in cui si spara e si bombarda, ma anche logistiche, di trasporto e anche di ricezione di aiuti e donazioni, complice la comparsa di appelli non verificabili che potrebbero portare i contributi non nelle tasche di chi effettivamente lotta per aiutare persone e animali ma in quelle di chi sul conflitto vuole speculare.

La richiesta delle associazioni italiane a Speranza: «Accogliere animali anche senza passaporto sanitario»

A oggi le principali azioni intraprese per sostenere i cittadini ucraini e i loro animali riguardano il passaggio alle frontiere. Diversi Paesi hanno annunciato che accoglieranno gli animali anche senza il passaporto sanitario (sino a oggi Polonia, Slovacchia, Romania e Moldavia), e dalle principali associazioni animaliste di Lituania, Moldavia, Romania e Canada è arrivata l’offerta di accogliere gli animali pagando di tasca propria il trasporto.

«Ci siamo messi in contatto con gli esponenti di alcune delle comunità ucraine sul territorio italiano fornendo la nostra disponibilità in vista dell'arrivo di profughi con animali al seguito – ha fatto sapere la Lav – Ci stiamo attivando a Trento, dove l'arrivo di esuli dall'Ucraina è stato confermato nelle ultime ore, per fornire assistenza agli animali, cibo, cure veterinarie e stalli laddove necessario, e abbiamo chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di consentire l'ingresso di cani e gatti senza passaporto europeo, in deroga al Regolamento europeo 576/2013».

Anche la Lega Nazionale per la Difesa del Cane si è unita alla richiesta della Lav, rivolgendosi a Speranza e chiedendo una delega al Regolamento Europeo per consentire l’accesso degli animali che potrebbero arrivare insieme con eventuali rifugiati ucraini anche senza passaporto sanitario: «Stiamo cercando di entrare in contatto con le associazioni locali per poter fornire un aiuto concreto se e quando sarà possibile, nei modi che ci comunicheranno – ha detto Piera Rosati, presidente della Lndc – Dall’Ucraina, inoltre, arrivano molte immagini di persone che si rifugiano nella metropolitana con i loro animali, perché sono parte della loro famiglia. Queste persone stanno perdendo tutto ma non rinunciano all’amore e alla compagnia dei loro compagni di vita. È ovvio che queste persone disperate non avranno i documenti dei loro animali in regola, non avendo pianificato questo viaggio, e sarebbe un’ulteriore crudeltà separarli in questo frangente così drammatico».

L’unità di emergenza della Lav intanto è arrivata a Trento, portando con sé le prime forniture e i generi di prima necessità e organizzato le prime attività con l’aiuto dei volontari della sede locale. L’Oipa ha accolto l’appello della direttrice Natalia Mazur, e ha annunciato che invierà aiuti al rifugio comunale di Kiev, fornendo sulla propria pagina indicazioni utili a sostenere il loro operato.

«Chi fugge dai territori in conflitto con i propri animali domestici sta vivendo un enorme dramma, soprattutto i proprietari dei gatti costretti a stare nei trasportini 24 ore su 24 –  spiega Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali di Oipa International – I volontari delle nostre leghe-membro ci comunicano che nella città di Kiev sono stati riaperti i bunker per consentire alle famiglie di trovare rifugio. Le persone che invece hanno un animale domestico possono trovare riparo nelle metropolitane, luogo in cui è consentito portare con sé cani e gatti».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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