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25 Maggio 2021
17:02

Fondi per ristrutturare i canili: da oggi è possibile richiederli

Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto con cui vengono messi a disposizione cinque milioni di euro per il 2021 e altri cinque per il 2022 per la ristrutturazione dei canili in dissesto finanziario o per l'apertura di altri rifugi. Un argomento molto delicato che mette in risalto l'esigenza di una considerazione più ampia sul fenomeno del randagismo e sulla stringente necessità di puntare al benessere dei cani e a una convivenza responsabile.

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Era stato annunciato a inizio anno: 10 milioni di euro totali (in due tranche da distribuire su due anni) stanziati dallo Stato e diretti agli enti locali per mettere a norma i canili. Ora il fondo, istituito con la legge di bilancio 2021, è disponibile, dopo la pubblicazione nelle Gazzetta Ufficiale del decreto emanato dal Ministero degli Interni in cui, in accordo con il Dicastero dell'Economia e delle Finanze, vengono indicate le modalità per accedere alle risorse.

Sono dunque cinque i milioni di euro per l'anno in corso e altri cinque per il 2022 che gli enti locali, appunto, dovranno dividersi e destinare a gestori di canile o proprietari di rifugi che dimostrino di essere in stato di dissesto finanziario e in evidente necessità per provvedere alla ristrutturazione dei luoghi e metterli a norma sia dal punto di vista sanitario che edilizio. Un passaggio che determina da un lato un supporto per la messa a norma di situazioni ben sotto il limite non solo della legalità ma dello stesso benessere animale ma che consente anche la possibilità di fare richiesta per la costruzione di nuovi rifugi.

La domanda va presentata entro il 23 giugno 2021 e apre il fronte a diverse considerazioni, come l'esiguità della cifra che rappresenta comunque, come si era scritto qui su Kodami, solo la punta di un iceberg. Infatti, al di là proprio della cifra stanziata, il timore è anche quello relativo alla gestione di questi fondi e del come verranno investiti, relativamente anche proprio alla qualità della vita dei cani all'interno di quelli che ancora, troppo, sono luoghi di detenzione a vita e alla necessità di una visione d'insieme del fenomeno del randagismo che non può trovare di certo una soluzione nell'aumentare il numero dei canili o il numero di posti disponibili.

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