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15 Giugno 2023
15:05

«Fermate quei lavori, stanno distruggendo i nidi». Possibile strage di avifauna a Ravenna

È questo l’allarme lanciato dalle sezioni cittadine di Oipa e Italia Nostra molto preoccupati per l’avvio dei lavori di recinzione del laghetto all’interno dell’area verde ad opera dell’Assessorato al Verde.

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«Al parco Teodorico di Ravenna è in atto una possibile strage di pulcini e nidi di fauna selvatica». È questo l’allarme lanciato dalle sezioni cittadine di Oipa e Italia Nostra per l’avvio dei lavori di recinzione del laghetto all’interno dell’area verde ad opera dell’Assessorato al Verde.

«Una scelta assurda e azzardata quella fatta dall’Amministrazione di iniziare proprio nel periodo di nidificazione dell’avifauna  – spiega a Kodami la presidente di Italia Nostra Francesca Santarella – Il parco è abitato da uccelli selvatici come anatre, germani reali, oche e tanti altri. Tutto attorno al laghetto ci sono cespugli e alberature fiorite, api e altri insetti. Ma come se nulla fosse hanno disboscato per una lunghezza di circa 200 metri, abbattendo alberi e cespugli».

Molte le immagini raccolte a dimostrazione di quello che sta succedendo: «Un nido risulterebbe essere stato distrutto un altro con un germano in cova con 16 uova verrà presumibilmente divelto dai mezzi con l’avanzare dei lavori. E poi ci sono anche una ventina circa tra anatre e germani adulti e almeno quattro nidiate e una ventina di anatroccoli, alcuni molto piccoli. Insomma sarebbe davvero una strage. Per questo abbiamo chiesto l’immediata sospensione dei lavori e anche che venga fatta chiarezza su quanto finora autorizzato e commesso ai danni della flora e della fauna selvatica del Parco».

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Ieri mattina, la svolta: «Una cittadina ha chiamato i Vigili per denunciare la situazione, ma le è stato detto di chiamare i Carabinieri, così alla fine sono arrivati entrambi e hanno eseguito un controllo dal quale pare che sia scaturito il blocco dei lavori. L’assessore chiamata in causa si è giustificata dicendo che la ditta che aveva fatto il monitoraggio l'aveva rassicurata sul fatto che di nidi non ce ne fossero. È sempre un po’ il solito rimbalzarsi la palla delle responsabilità, quel “io non ho visto” che in qualche modo funziona sempre, anche se a discapito della vita di poveri animali».

Questi lavori tanto contestati hanno un’origine che riguarda sempre gli animali selvatici: furono decisi per impedire il ritorno delle nutrie che vivevano all’interno del laghetto e che tanto spaventano le amministrazioni, tanto da farle diventare anche la causa delle alluvioni.

«Il parco Teodorico è un parco urbano costruito circa 30 anni fa intorno al mausoleo di Teodorico. Al suo interno c’era già questo laghetto che venne ampliato e che si popolò di animali selvatici e quindi avifauna, pesci, tartarughe e anche nutrie, quasi sempre odiatissime. Qui, devo dire, non lo erano neanche troppo, ma qualcuno invece non le amava per niente, tanto che ciclicamente venivano fatte delle stragi di questi animali che chiaramente dopo un certo tempo tornavano a ripopolare il laghetto. E così via fino a che nel 2021 l’Amministrazione Comunale decise che avrebbe contenuto i pochi esemplari presenti, secondo i metodi previsti dal Piano di controllo regionale, ovvero uccidendoli seguendo in questo modo la strada della violenza e della crudeltà, perché, a suo dire, la sterilizzazione non sarebbe stata una soluzione efficace».

Davanti a quella decisione Italia Nostra insieme ad altre associazioni animaliste tra cui l’OIPA, Animal Liberation, C.LA.M.A. Ravenna, Cruelty Free, LAV Bologna, Lega del cane, lanciarono al Comune una proposta differente: «Ci offrimmo di occuparcene noi con un intervento alternativo non cruento, ovvero facendole sterilizzare a nostre spese e offrendo la sponda all’assessore di dire di sì, visto che si tratta di un metodo previsto anche dal Piano di gestione regionale della nutria redatto dal Ministero dell’Ambiente e dall’ISPRA, che nella parte dedicata al controllo della riproduzione, non esclude interventi condotti mediante cattura, sterilizzazione chirurgica e successiva liberazione su nuclei numericamente contenuti ed ecologicamente isolati, come nel caso del Parco Teodorico. Inoltre, numerosi studi hanno ampiamente dimostrato l’inefficacia dei piani di abbattimento, dato che le femmine gravide tendono a nascondersi, esponendo agli spari i maschi adulti e favorendo quindi la preservazione dei giovani che feconderanno nuovamente le femmine».

Il Comune disse che il progetto sarebbe stato improponibile senza che intorno al laghetto venisse costruita una recinzione per monitorare l’esito del piano: «Tutti d’accordo se non per un fatto – conclude Santarella – che la recinzione sarebbe costata 30mila euro e l’avremmo dovuta pagare noi. Chiaramente non se ne fece più nulla, a parte cominciare ad uccidere le nutrie. A quel punto partì una grande mobilitazione fino a che il Comune ha deciso di portare avanti il progetto della recinzione. Ed eccoci all’oggi e a quello che sta avvenendo con un’altra vera e propria distruzione di un già fragile ecosistema».

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Simona Sirianni
Giornalista
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