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10 Giugno 2023
9:00

È vero che i maiali sono sporchi?

I maiali sono animali puliti e ordinati, se le condizioni in cui vivono glielo consentono. È vero però che amano fare i bagni nel fango, un comportamento importante per il loro benessere psicofisico.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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I maiali sono animali assai intelligenti e, contrariamente a quanti molti pensano, niente affatto sporchi. I suini sono i diretti discendenti del cinghiale, e il processo di domesticazione non ha apportato cambiamenti fondamentali nel comportamento di base della specie. Hanno una natura gregaria e sono bravissimi a riconoscersi tra di loro con l’olfatto, anche se l’udito e la vista danno il loro contributo.

Certo si rotolano nel fango, soprattutto nel periodo primaverile e estivo, ma lo fanno per esigenze etologiche e fisiologiche importanti, ad esempio per mantenere l’omeostasi termica, per proteggersi dalle mosche e per eliminare gli ectoparassiti, e subito dopo si puliscono con cura. Se hanno a disposizione pozze di fango molto ampie, con un diametro di qualche metro, i maiali vi sguazzano in media un paio di volte al giorno, per 2-3 ore al mattino e una mezz’oretta al pomeriggio.

Fanno eccezione i maiali in Papua Nuova Guinea, nei quali è più lunga la sessione del pomeriggio, quando la disponibilità di lombrichi – per loro un cibo appetitoso – è minore. In presenza di pantani più piccoli, le sedute di fanghi sono più frequenti, fino a 15 volte al giorno, ma più brevi (una manciata di minuti). Se hanno abbastanza spazio, poi, i maiali organizzano il territorio in modo da tenerlo sempre in ordine e pulito. Quando vivono nella sporcizia è solo perché sono costretti a farlo, come spesso accade negli allevamenti intensivi.

Perché i maiali si rotolano nel fango?

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Rotolarsi nel fango è un comportamento naturale per i suini, molto importante per il loro benessere psicofisico. È innanzitutto fondamentale per la termoregolazione. Sin da piccoli, infatti, questi animali hanno grosse difficoltà a regolare la propria temperatura corporea. Appena nati, i suinetti cercano il contatto con la madre non solo per poppare, ma anche per scaldarsi: il grande rapporto superficie/volume che caratterizza il loro corpo, infatti, fa sì che per loro la termoregolazione sia un compito tutt’altro che facile.

La capacità di termoregolazione fisiologica rimane poi difficile anche nel suino adulto, perché è scarsamente ricoperto di pelo e suda poco. Per aiutarsi, soprattutto, ma non esclusivamente, nei climi più caldi i suini si rotolano nelle pozze di fango. Quando fuori iniziano a esserci 17-20°C, se trovano un bel pantano in cui sguazzare, prima scavano e grufolano nel fango e poi entrano. Non sempre però si immergono completamente, dipende dalla temperatura ambientale. Se fa caldo, ma non caldissimo, giacciono con le mammelle nella fresca acqua fangosa. Se le temperature diventano davvero torride, allora fanno in modo che tutta la superficie corporea sia ricoperta di acqua e fango e, di tanto in tanto, rotolano da una parte all'altra, talvolta anche scuotendo la testa e scalciando. Sapete perché? Perché in questo modo favoriscono l’evaporazione dell’acqua contenuta nel fango, liberandosi dalla morsa del calore.

L’effetto rinfrescante del fango prosegue anche quando escono, dura circa due ore, quindi ben più a lungo del tempo che impiega a evaporare la semplice acqua fresca. La temperatura corporea dei maiali, grazie a questo comportamento, si abbassa anche di 2°C. Sguazzare nel fango, però, non è solo un bisogno fisiologico. Il bagno di fango è anche una pratica propria della skin care routine dei maiali, per proteggersi dalle scottature solari, ma pure come scrub esfoliante, e ancora per rimuovere gli ectoparassiti e per tenere lontane le zanzare e le mosche.

È utile poi per ragioni legate alla salute, i cinghiali lo fanno ad esempio per disinfettare le ferite cutanee; come strategia antipredatoria, attraverso il camouflage olfattivo, o semplicemente perché è piacevole e divertente, i maiali – diciamocelo – sguazzano nel fango perché gli piace! Infine, questo comportamento ha anche una dimensione sociale. Spesso le scrofe lo fanno in gruppo: si distendono nel fango insieme, di solito evitando di rivolgersi una di fronte all’altra.

Ad ogni modo, quando hanno finito, i maiali si liberano dal fango, scuotendosi frequentemente. Scuotono attivamente solo la testa e il collo, però, perché, a causa della loro peculiare conformazione fisica, non sono in grado di agitare la groppa. Ciò comporta che con questo sistema riescano a scrollarsi il fango di dosso solo dalla parte anteriore del corpo. Per ottenere un risultato più completo, quando il fango si è già asciugato, ed è più facile da rimuovere, si aiutano strofinandosi sulle superfici ruvide. Hanno tutto una loro strategia per strofinarsi efficacemente. Sugli oggetti come i tronchi degli alberi, i cespugli e i pali strusciano per bene tutto il fianco, dal collo fino alla coda. Usando le pietre o le rocce, invece, si siedono e poi sfregano la parte posteriore, muovendosi avanti e indietro.

Quali sono le abitudini igieniche dei maiali?

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I maiali hanno abitudini igieniche rigorose. I cinghiali e i suini liberi non sono particolarmente territoriali, ma se trovano un territorio di loro gradimento vi si insediano e lo organizzano in modo molto razionale, suddividendolo in aree destinate alle diverse funzioni, collegate da sentieri. Si riconoscono così le aree per il pascolo, le aree di riposo, quelle per i bagni di fango e quelle, separate, per le eliminazioni. I suini selvatici, al pari di quelli allevati allo stato semi-brado, tendono a crearsi siti permanenti di riposo, per i quali di solito scelgono le zone più asciutte, che sono termicamente migliori. Le zone più umide e fredde sono quelle in cui, invece, apprestano le lettiere, distanti 5 -15 metri dall’area di riposo. Durante la notte si alzano, una o due volte, e si allontanano per andare a urinare e a defecare, o per bere, per poi fare ritorno nel gruppo.

Evitano di sporcare con urina e feci le aree in cui si coricano per riposarsi. Va’ detto che gli spostamenti dei suini selvatici possono comportare lunghi viaggi, e la disponibilità dell'acqua può essere una forza trainante, soprattutto per la termoregolazione ottenuta attraverso il rotolamento nel fango. È così che, di solito, decidono che è arrivato il momento di cambiare aria proprio quando le pozze melmose si sono prosciugate.

I maiali vivono nella sporcizia negli allevamenti intensivi

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Alla luce di quanto detto, appare evidente come, potendoselo permettere, i suini domestici sono per natura esseri puliti. Quando vivono costantemente nel lordume, è perché le condizioni d’allevamento, solitamente a carattere intensivo, non permettono loro di esprimere i comportamenti naturali volti a mantenersi tali. In un box di gruppo, ad esempio, l’area di riposo dovrebbe permettere ai suini di sdraiarsi allineati in fila, così che gli animali, durante la notte, possano alzarsi, allontanarsi, per eliminare, e ritornare nel gruppo senza dover scavalcare e calpestare gli altri!

Le scrofe evitano di sporcare il nido in cui partoriscono, e se non possono allontanarsi, come avviene nelle gabbie parto, possono anche smettere di defecare per più giorni. Gli allevatori illuminati, e rispettosi del benessere psicofisico dei suini, tra le altre misure, dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di fornire agli animali piscine che permettano loro di farsi gli amati e utili bagni di fango quotidiani. Se sono abbastanza profonde, nei giorni molto caldi li vedranno quasi completamente immersi, con fuori solo il muso e la testa, e poi uscire col 50-75% del corpo ricoperto da un pesante, ma fresco, strato di fango.

I maiali non sono gli unici animali che amano sguazzare e rotolarsi nel fango. Si tratta infatti di un comportamento comune, funzionale e motivato riscontrabile anche in altre specie. Lo fanno volentieri ad esempio il rinoceronte indiano, anch’esso per esigenze di termoregolazione; alcuni rettili, come i coccodrilli e le tartarughe giganti; gli elefanti marini e, tra le specie d’allevamento come i suini, il cervo rosso e il bufalo d'acqua.

Bibliografia

M.B.M. Bracke (2011). Review of wallowing in pigs: Description of the behaviour and its motivational basis. Applied Animal Behaviour Science, 132(1–2):1-13.

Lassen, et al. (2006). Happy pigs are dirty! – conflicting perspectives on animal welfare. Livest. Sci., 103:221-230.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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