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21 Marzo 2023
14:54

Donna uccisa dai due Alani del vicino, una tragedia che riaccende i riflettori su educazione e informazione

Kristin Potter è morta dopo essere stata ferita dai due Alani del vicino a cui stava portando da mangiare. I due cani sono stati soppressi mentre un terzo è stato sequestrato. La chiave per comprendere e prevenire drammatici incidenti resta l'educazione e la corretta informazione.

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Una donna di 38 anni è morta dopo essere stata ferita dai due Alani del vicino a cui stava portando da mangiare. L'incidente è avvenuto giovedì 16 marzo a Center Township, in Pennsylvania, negli Stati Uniti d'America. Kristin Potter era con il figlio quando è stata aggredita ed è stato proprio quest'ultimo a chiedere aiuto e a far chiamare soccorsi ma non c'è stato nulla da fare. I due cani sono stati soppressi dalle autorità veterinarie, mentre un terzo Alano con cuccioli, trovati poi nell'abitazione della donna, sono stati sequestrati e affidati a un canile.

Come spesso accade in seguito a eventi drammatici come questi, bisognerebbe però prestare molta attenzione sulle dinamiche, il contesto e il tipo di narrazione con cui si sceglie di raccontare i fatti. Alcuni media parlano per esempio di "donna sbranata", termine che viene puntualmente utilizzato in casi come questi. Questo termine, però, è scorretto sia da un punto di vista etologico, considerato che descrive l'atto di divorare intenzionalmente facendo a brandelli la carne. Questa pericolosa iperbole, quindi, non fa altro che alimentare inutile terrore e disinformazione verso alcune razze.

Ma andiamo oltre i titoli e basiamoci sui fatti: dalle ricostruzioni effettuate grazie a testimoni, agenti e medici, infatti, sembra proprio che i due Alani stessero litigando tra loro e che la donna, nel tentativo di separarli, è intervenuta dirottato su di sé le attenzioni, rimanendo così mortalmente ferita dai morsi.

L'incidente ha inoltre riacceso il dibattito sulla presunta pericolosità di alcune razze e in particolare sull'Alano che, secondo un studio americano, tra il 1979 e il 1998 era al quinto posto per numero di incidenti fatali negli USA. Occorre però ribadire che da un punto di vista etologico non esistono razze pericolose per natura. Gli esperti sottolineano, infatti, come l'aggressività di un cane non dipenda dall'appartenere o meno a una specifica razza ma soprattutto dall'ambiente in cui vive e dall'educazione che riceve ma anche dal modo errato con cui ci relazioniamo o comunichiamo con gli animali.

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In letteratura scientifica, infatti, per quanto riguarda l'autore dell'aggressione, esiste una grande variabilità che non permette di definire in modo chiaro e univoco le razze principalmente coinvolte nelle aggressioni dirette a persone, siano esse in ambiente domestico oppure no. Chiaramente, cani di grossa taglia risultano potenzialmente più pericolosi di quelli di piccola taglia, e tutto ciò si ripercuote sistematicamente su alcune razze che da sempre vengono attenzionate dai media, come i Pitbull.

L'Alano, poi, è la razza canina più grande al mondo e un maschio adulto può arrivare a pesare fino a 90 kg. Proprio per questo, chi decide di adottare un cane del genere dovrebbe tenere ben presente quali siano le sue motivazioni di razza come quella territoriale e protettiva, che sono parecchio accentuate in questi cani. Scegliere di adottare un Alano – ma in generale qualsiasi soggetto – è un atto di assoluta responsabilità che deve essere effettuato seguendo precisi percorsi educativi, rivolti sia al cane che, soprattutto, agli umani.

Purtroppo questo non accade quasi mai e persone che non sarebbero adatte o pronte per convivere con alcune razze finiscono per acquistare o adottare cani in maniera superficiale contribuendo, purtroppo, ad aumentare il rischio di terribili incidenti come questi. Oppure, animali che necessiterebbero di precise esigenze educative e relazionali, finiscono per vivere in contesti familiari completamente inadeguati. Occorre perciò investire sull'informazione, sulla prevenzione e soprattutto sull'educazione e non ci stancheremo mai di dirlo solo così si possono evitare incidenti drammatici ma anche abbandoni. 

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In questo specifico caso non conosciamo l'esatto contesto ambientale e familiare. Il medico legale che è intervenuto sul posto ha dichiarato che dopo l'arrivo dei servizi di emergenza è stato difficile intervenire per soccorrere Potter, perché i cani erano ancora particolarmente ostili e aggressivi. Inoltre, il padre della donna, Bill Keefer, ha dichiarato ai media locali che uno dei cani aveva già morso sua figlia due o tre anni fa. Perché non si è intervenuto prima effettuando delle valutazioni comportamentali sulla sistemica familiare?

Intervenire a valle, ricorrendo all'eutanasia e uccidendo animali protagonisti di aggressioni e incidenti terribili come questi, non servirà a ridurre il numero di vittime o a proteggere l'incolumità di bambini, anziani o giovani madri come Kristin Potter. Negli USA, l'eutanasia viene effettuata dai veterinari quando un cane è considerato una minaccia per la salute e la sicurezza pubblica, ma non solo. In America, anche cani e gatti recuperati dalla strada, dopo un periodo più o meno breve passato in rifugio, vengono soppressi in mancanza di adozione o del mancato ricongiungimento con il proprio umano.

Anche in questo caso, si interviene sulle vittime dei comportamenti umani crudeli e superficiali, e non sulle cause, come per esempio la prevenzione degli abbandoni e la gestione del randagismo. Ancora una volta quindi – ribadiamolo – è sugli umani che dobbiamo insistere, costruendo una cultura cinofila basata sull'importanza di una relazione consapevole e sana e in cui un ruolo chiave per favorire la prevenzione deve essere svolto anche dell'informazione.

La ripresa acritica di episodi come questi, infatti, non fa altro che alimentare pericolosa disinformazione di cui tutti rimangono vittime, anche agli animali, soprattutto se non accompagnata da un approfondimento ragionato sul fenomeno, sul contesto e su cosa si potrebbe fare per ridurre incidenti come questi. Così facendo si alimenta un circolo vizioso che non risolverà mai il problema. Educare i cani è fondamentale, ma formare e sensibilizzare gli umani lo è molto di più.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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